The King
20
Seduto sul sedile posteriore della
Mercedes, John Matthew vide attraverso il parabrezza sua sorella esitare sulla
soglia della casa di loro padre.
Il doppio battente della villa era
spalancato e lui era entrato dentro ad accendere la luce dell'ingresso principale per
lei.
Il suo profilo si stagliava nel
bagliore che la illuminava nella notte, la figura nera simile a un' ombra
allungata.
Gesù... se avesse avuto un bambino,
sarebbe stato il futuro Re o la futura Regina. E quindi si aggiungeva altra
carne al fuoco nella questione dovremmo-o-non-dovremmo.
"Possiamo ripartire,
Padrone?" chiese Fritz dal sedile anteriore.
John fischiò salendo di tono come
risposta affermativa, poi si massaggiò il viso e si appoggiò allo schienale.
Era completamente esausto. Il contrasto che gli avevano sparato in vena lo
aveva fatto sentire strano e poi c'era stata quell'ansia pungente che aveva
sentito nell'apparecchio per la risonanza magnetica mentre gli rimbalzava
intorno. Risonanza magnetica aperta un corno! Sì, certo, era di sicuro meglio
che essere sparati in quel tubo formato gigante e sigillato come fosse pasta
dentifricia, ma difficilmente si poteva definire una situazione rilassante.
In più, aveva un mal di testa del
cavolo o forse potrebbe essere un tumore,
per citare Arnold. (Si riferisce alla battuta che Schwarzenegger rivolge a un
bambino in Un poliziotto alle elementari).
Almeno di quello pareva che non
dovesse preoccuparsi. E fanculo tutta la medicina anti crisi! Lui sarebbe stato
bene. Era uno tosto. Già. Completamente...
Merda. Cosa sarebbe successo se lo
avesse colpito una crisi durante un combattimento?
Pazienza. Non poteva preoccuparsene
-
Con un bing!, il suo telefono annunciò l'arrivo di un messaggio. Prendendo
il cellulare tra le mani, si accigliò nel leggere il testo che Tohr aveva
inviato a tutti: Richiesta presenza extra
alla clinica. Tempo di arrivo previsto, 55 minuti. Comunicare la propria
posizione, immediatamente.
John premette i tasti per una
risposta veloce: Di ritorno. Sono disponibile...
Non era sicuro di come terminare la
frase. Non appena fossero arrivati a casa, avrebbe chiesto a Fritz di preparare
quel che aveva chiesto Beth... e poi avrebbe cercato Wrath. Quando si dice una
bella schifezza. Dire al Re che la sua compagna non sarebbe tornata a casa per
il giorno sarebbe stato divertente come quando veniva colpito da una delle sue
crisi, ma qualcuno doveva pur dire al ragazzone dei piani di Beth - e, chiaramente,
non sarebbe stata lei.
Beth aveva detto chiaro e tondo che
non aveva alcuna fretta di parlare con il marito.
O, evidentemente, di averlo intorno.
Dopo aver lasciato il centro
medico, lei aveva chiesto a Fritz di portarli in giro per un po' prima che lei
si risistemasse e, su suggerimento di John, di andare al ristorante cinese
aperto tutta la notte sulla Trade che, guarda caso, era proprio in fondo alla
strada vicino all'Iron Mask. Non era che John non fosse in grado di occuparsi
di sua sorella - ma era bello sapere che a solo un isolato di distanza c'era
una bella scorta su cui poter contare grazie alla sua compagna e alla sua
squadra di buttafuori da centodieci chili l'uno.
Mentre mangiavano, Beth fu
principalmente silenziosa, anche se aveva un appetito da lupi - appena
terminato il proprio manzo con broccoli, si era spazzolata anche il suo in un
nanosecondo insieme a una mezza dozzina di biscotti della fortuna. Una volta
terminata la cena, Beth non aveva voluto ancora tornare all'auto così avevano
passeggiato su Trade Street fino a che non era giunto il momento di tornare.
Ovviamente, lei era combattuta tra
il rimanere in città e il tornare a casa.
Cavolo, gli dispiaceva per lei. Che
casino.
E la cosa strana era che, per quanto
odiasse trovarsi in mezzo a questi problemi, non c'era niente che non
avrebbe fatto per sua sorella. Niente.
Dio, cosa aveva blaterato durante
la crisi... ?
Venti minuti dopo, Fritz li riportò
sani e salvi al complesso segreto della Confraternita. Girando attorno alla
fontana posta al centro del cortile, il doggen parcheggiò la berlina tra la GTO
viola di Rhage e l'R8 nero nuovo di zecca di V.
Il Fratello aveva ancora
l'Escalade, naturalmente. Solo una versione più recente.
Scendendo dall'auto, John entrò col
maggiordomo nell'immenso ingresso. A differenza dell'altra proprietà paterna in
città, questa villa era più una fortezza che una casa, le grandi mura di pietra
si ergevano dalla terra, ed era tanto indistruttibile quanto la montagna su cui
era costruita.
Se il litorale orientale venisse
bombardato a tappeto per qualche motivo? Questo posto, al pari dei Twinkies e
degli scarafaggi, sarebbe sopravvissuto anche a un attacco nucleare.
John toccò il braccio del
maggiordomo mentre quest'ultimo sfiorava la maniglia di bronzo della porta. Preparerai le sue cose?
"Naturalmente." Il doggen apparve preoccupato.
"Proprio come ha chiesto."
Le implicazioni del fatto che la
Regina si sistemasse da una qualsiasi altra parte che non fosse la propria camera
da letto col suo compagno erano state comprese da Fritz - ma era troppo
discreto per domandare o per lagnarsi. Invece, emanava ansia - al punto che se uno avesse avuto dei marshmallow e un bastoncino, avrebbe potuto cuocere degli s'more con
l'aura del doggen.
Entrando nell'atrio, John guardò
dritto nella telecamera di sicurezza e aspettò. Da quando la Prima Famiglia
aveva preso residenza lì, non c'erano chiavi in casa, non c'era alcun modo per
accedere a meno che qualcuno all'interno non ti facesse entrare.
E un istante dopo, la serratura
scattò e a loro fu concesso entrare nel magnifico foyer principale. Tutte
quelle foglie dorate, la miriade di cristalli e le colonne di marmo colorato? Era
chiaramente il palazzo di uno Zar trasferito tra le montagne subito fuori
Caldwell.
Come diamine c'era riuscito suo
padre? si chiese John. Nel, cos'era, il 1914?
Non aveva alcun indizio. E più
impressionante ancora? Per quasi un secolo, Darius era stato in qualche modo
capace di evitare che gli umani ficcanasassero in quella proprietà privata,
aveva tenuto lontani i lesser... e i sympath non avevano la più pallida idea
di quali coordinate utilizzare per rintracciarla: questa struttura, e il suo
centro di addestramento sotterraneo, non erano mai stati compromessi. Nemmeno
durante gli attacchi.
Un'autentica impresa. Una vera
eredità.
Dio, come avrebbe voluto conoscere
suo padre. Voleva che il Fratello fosse ancora vivo - perché era sicuro al
cento per cento che avrebbe saputo dargli qualche consiglio su come dire a
Wrath cosa stava succedendo.
Fermandosi al centro della
raffigurazione di un melo in piena fioritura, John lasciò che Fritz
lo precedesse, il maggiordomo salì la scalinata degna di Buckingham Palace con
passo vivace.
Wrath si trovava sicuramente nel
suo studio al primo piano - ma prima, aveva bisogno di un traduttore.
Cazzo.
A chi diavolo doveva chiederlo -
"Dov'è lei?"
John chiuse gli occhi alla
domanda... e gli ci volle un minuto prima di riuscire a voltarsi verso la sala
da biliardo: infatti, proprio sotto l'arcata della porta, c'era il Re vestito
in pelle nera, le mani sui fianchi e la mandibola prominente.
Sebbene fosse cieco e i suoi occhi
fossero nascosti dietro gli occhiali a mascherina, John sentiva che il maschio
lo stava fissando. Fissava. Proprio. Lui.
All'improvviso, tutti i rumori
circostanti che John non era conscio di sentire tacquero: i Fratelli che
stavano giocando a biliardo dietro Wrath fermarono ogni movimento, ogni
chiacchiera, fino a che in sottofondo si sentì solo l'album di Eminem The Marshall Mathers 2.
"John. Dov'è la mia
compagna?"
Di fronte a quello sguardo, John
fece un passo avanti. Già, quasi tutti i Fratelli si trovavano in quella stanza
con Wrath - senza alcun dubbio avevano percepito il suo cattivo umore e
cercavano di arginare i danni facendo cerchio attorno al Re.
Lasciando scorrere lo sguardo sugli
imponenti corpi, fissò negli occhi V e con le mani gli disse: Ho bisogno di te.
Vishous annuì e allungò la propria
stecca a Butch. Schiacciò il mozzicone di sigaretta nel portacenere in
cristallo e si fece avanti.
Wrath mostrò le zanne. "John,
quanto è vero Dio, ti farò a pezzi se non -"
"Calmati, ragazzone,"
disse V. "Adesso traduco. Sarà meglio andare in biblioteca dove potremo
-"
"No, io voglio sapere adesso
dove cazzo si trova la mia shellan!"
tuonò Wrath.
John cominciò a muovere le mani, e
poiché la maggior parte delle volte la gente traduceva la metà delle frasi in
sequenza, V attese fino a che il ragazzo non ebbe detto tutto.
Un paio di Fratelli mormorarono
sullo sfondo, scuotendo le teste.
"In biblioteca," ordinò V
al Re in un modo in cui John non si sarebbe mai permesso di fare. "Ne
discuteremo in biblioteca."
Decisamente era la frase sbagliata
da dire.
Wrath planò sul Fratello con una
velocità e precisione a cui nessuno era preparato: il minuto prima V era vicino
al Re, quello successivo si difendeva da un attacco che era tanto immotivato quanto...
beh, violento (gioco di parole per vicious,
che significa anche vizioso, come il nostro V).
E poi le cose presero una brutta
piega.
Nel momento in cui Wrath si rese
conto di essere a un passo dal perdere completamente il controllo, lasciò
andare V e si scatenò con la forza di una palla da demolizione nella sala da
biliardo. Il primo oggetto in cui incappò fu il tavolo da biliardo vicino a cui
Butch si stava rilassando - e per il poliziotto ci fu a malapena il tempo di
togliere il portacenere appoggiato sulla sponda laterale. Wrath afferrò il
tavolo per i bordi e lo sollevò come fosse un tavolino pieghevole, l'imponente mobile
in mogano rivestito di ardesia volò così in alto da distruggere il lampadario
sospeso al di sopra, il peso enorme si schiantò sul pavimento in marmo quando
cadde a terra.
Senza un attimo di respiro, il
tornado forza 5 denominato il Re travolse la vittima successiva... il pesante
divano in pelle da cui Rhage si era appena alzato.
Quando si dice sofa-cottero.
Era diretto contro John e volava a
un metro e mezzo da terra, i braccioli continuavano ad alternarsi mentre
ruotava su se stesso, coi cuscini che volavano in tutte le direzioni. John non
ne fece una questione personale - specialmente quando l'altro divano decise di fare
quattro salti col suo compagno diretto al mobile bar, distruggendo tutte le
bottiglie sui ripiani in alto, il liquore schizzò sulle pareti, sul pavimento,
sul fuoco che scoppiettava nel focolare.
Wrath non aveva ancora terminato.
Il Re prese un tavolino, lo roteò
sopra la testa e lo lanciò in direzione del televisore. Mancò lo schermo al
plasma, ma riuscì a distruggere uno specchio antico - anche se il Sony non durò.
Il tavolino da caffè che era stato tra i due divani espletò quel compito,
mettendo a tacere per sempre le immagini di due tizi di Boston e un vecchio del
Southie (zona a sud di Boston, ma denominata così) con in mano una mazza da
baseball per DirectTV (nota emittente a pagamento via satellite).
I Fratelli lasciarono sfogare
Wrath. Non che avessero paura di essere feriti. Diamine, Rhage entrò e afferrò
il primo divano prima che portasse via un bel pezzo della modanatura dell'arco
della porta. Non erano degli stupidi.
Wrath - Beth x Tuttalanotte =
Esagerata bestia psicotica ossessiva.
Meglio farlo sfogare facendogli distruggere ciò che lo circondava. Ma, cavolo, era dura da vedere -
John balzò di lato quando un intero
fusto di birra volò verso la sua testa. Fortunatamente, V fu in grado di
afferrarlo prima che colpisse il pavimento a mosaico nell'ingresso - che
sarebbe stato un accidenti di guaio da sistemare.
"Dobbiamo contenerlo,"
mormorò qualcuno.
"Amen," rispose qualcun altro.
"Se continua in questo modo, distruggerà tutto e farà un casino che nemmeno
Fritz saprà come ripulire."
"Me ne occupo io."
Tutti si voltarono a fissare
Lassiter. L'angelo caduto dal comportamento sbagliato e col peggior senso del gusto
in termini estetici riguardo qualsiasi cosa apparve dal nulla - e sembrava
serio, per una volta.
"Che cazzo è quello?"
domandò V mentre l'angelo portava alla propria bocca una sottile penna d'oro.
Beh, non era una Bic eccentrica.
Con un soffio veloce, Lassiter lanciò un dardo - e quando colpì la spalla di
Wrath, l'impatto fu come se il Re fosse stato colpito da un proiettile al
petto.
Cadde a terra con forza, il corpo
s'irrigidì e andò giù come una quercia.
"Cosa cazzo hai fatto!" V
lasciò perdere Wrath e andò dall'angelo. Ma Lassiter lo affrontò.
"Stava per distruggere se
stesso, la casa, o uno di voi stronzi! E non facciamone un dramma. Farà
soltanto un sonnellino -"
Si sentì Wrath ronfare.
Muovendosi con cautela, la
Confraternita si avvicinò come se a terra ci fosse un grizzly e John li
accompagnò. Quando il cerchio si chiuse attorno alla Bella Addormentata, ci
furono un mucchio di imprecazioni tra i denti.
"Se l'avessi ucciso -"
Lassiter mise da parte la sua
cerbottana d'oro. "Ti sembra morto?"
No. Al momento il povero bastardo
sembrava in pace con se stesso e col mondo, il colorito intenso, il corpo
talmente rilassato che le scarpe penzolavano ai lati.
"Beata... Vergine...
Scriba..."
Tutti guardarono verso la porta. C'era
Fritz, con una sacca di Louis Vuitton in una mano e in viso aveva l'espressione
di uno che ha appena assistito a un incidente d'auto.
John chiuse gli occhi.
Sperava con tutto se stesso che
Beth fosse entrata in quella casa, che avesse chiuso la porta come aveva
promesso di fare, e che si fosse sdraiata per riposare durante il giorno.
Uno della loro coppia era già fuori
combattimento. Non c'era bisogno che lo fosse anche un altro.
Fantastico!
RispondiEliminaVero, Bab? Wrath è una potenza, ma Fritz... povero!!!
RispondiEliminama come si fa ad andare avanti così è veramente bello è troppo aspetto con ansia IL SEGUITO grazie ciao christiana amica di ogni mercoledì
RispondiElimina"quando si dice sofa-cottero" sono morta dal ridere...
RispondiEliminagrazie mammina per tutto il lavoro che fai *-* ti adooooro!
<3
Baci a tutte!
RispondiEliminaAdorato mercoledì. .....grazie Chri;-)
RispondiEliminaMeravigliosa puntata grazie Chris sei fantastica - bacioni Adele
RispondiEliminaStupenda! Scusate ma io sono dalla parte di Beth, questa volta il reuccio se la merita una lezione. Mavi
RispondiEliminasai per caso quando uscirà per la collana rizzoli sei fantastica povero friz
RispondiEliminaSpero x Natale o x gennaio
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