The King
13
"Dimmi che si sta
riprendendo."
Quando Assail parlò fissava il
panorama attraverso il parabrezza della Rover, la mano destra stretta attorno
all'elsa di un pugnale. Si trovavano nella periferia boscosa della provincia di
Caldwell, nessun bagliore dato dalle illuminazioni domestiche penetrava attraverso
le file di alberi ai lati della strada, nessun veicolo che percorreva in un
senso o nell'altro la provinciale ghiacciata a doppia corsia.
Benloise si era ripreso in fretta,
solo per "svenire" di nuovo. Che poteva essere una simulazione.
"Non ancora," mormorò
Ehric. "Ma è vivo."
Non per molto.
"E nudo," aggiunse il
guerriero.
Assail si voltò proprio mentre suo
cugino abbassava il coltello da caccia. Nudo, ovviamente. Il completo su misura
di Benloise era stato fatto a pezzi, il bel tessuto blu ridotto a brandelli, la
camicia in seta al di sotto impossibile da usare persino come straccio per la
pulizia domestica. Anche tutta la gioielleria era stata rimossa, dall'orologio
di diamanti Chopard all'anello d'oro con sigillo, dal bracciale a maglie alla
croce appesa alla spessa catena d'oro che portava al collo.
Il bottino era tenuto in un porta
bevande insieme al cellulare a cui era stata rimossa la batteria per
interrompere il segnale GPS e non consentirne la localizzazione. Gli indumenti
erano stati lasciati da qualche parte.
Forse era davvero svenuto.
Difficile immaginare che un uomo potesse starsene lì senza lottare dopo quello
che gli stava succedendo.
"Quanto dobbiamo
allontanarci?" chiese Assail.
"Credo che qui sia
sufficiente," disse Ehric.
Il fratello del maschio frenò,
scalò la marcia e spense il motore. Assail scese immediatamente dall'auto e si
guardò intorno per assicurarsi che fossero soli. Nessuna luce proveniente da
qualche abitazione. Nessun rumore relativo al traffico. Nessuno da nessuna
parte.
"Spegni i fari."
Il nevischio si affievolì e la luna
fece capolino attraverso le nuvole, la luce che filtrò tra i pini era più che
sufficiente.
Assail rinfoderò il pugnale e
scrocchiò le nocche. "Tiratelo fuori di lì."
Ehric maneggiò quel peso morto con
ammirevole disinvoltura, dato che Benloise era svestito e flaccido, come un
bagaglio senza maniglie.
Il grossista di stupefacenti
riprese i sensi proprio nell'istante in cui fu appoggiato contro il profilo
ghiacciato della Rover, e il sobbalzo che annunciò il suo risveglio gli si
ripercosse in tutti gli arti, le braccia e le gambe si muovevano a scatti come
quelle di una marionetta.
I cugini tennero l'uomo contro il
SUV - e il grande Ricardo Benloise non sembrò più potente, proprio per nulla. In
quei completi eleganti aveva sempre avuto un aspetto imponente, ma senza
l'ausilio di quelle giacche e quei pantaloni creati appositamente, era solo un
insieme di cavità rattrappite, la gabbia toracica che si delineava coi profili
netti, la morbida pancia che si protendeva al di fuori del bacino, le ginocchia
più larghe delle cosce e dei polpacci.
"Non perdiamo tempo,"
disse Assail in tono basso. "Dimmi dov'è lei."
Nessuna risposta. Il corpo di
Benloise poteva essere debole, ma la sua mente e gli occhi erano acuti come
sempre. Anche se si trovava in uno svantaggio letale, la sua volontà era
inflessibile.
Ma non sarebbe durato a lungo.
Assail gli diede un manrovescio.
"Dov'è lei!"
La testa di Benloise scattò al lato
opposto quando si sentì il rumore dello schiaffo, il sangue schizzò la giacca
di Ehric.
"Dov'è lei!" Assail
percosse di nuovo il grossista, le sue nocche colpirono così forte da fargli
ritornare un dolore pungente alla mano. "Dov'è lei!"
I cugini sollevarono il loro
prigioniero quando quello iniziò ad afflosciarsi.
Assail strinse la gola dell'uomo e
sollevò il corpo di Benloise fino a che i suoi piedi penzolarono a quindici
centimetri dalla neve. "Ti ucciderò. Qui. Adesso. Se non mi dici dov'è
lei."
Benloise lasciò vagare lo sguardo
ma incrociò gli occhi di Assail. Eppure non disse assolutamente nulla.
Assail strinse la presa contro la
gola dell'uomo. "Marisol. Dimmi
dove l'hai portata."
La bocca di Benloise si spalancò
alla ricerca di ossigeno, le sue braccia sottili provarono a liberarsi da
quella presa, le gambe scalciarono così che i tacchi sbatterono contro l'ala
posteriore della Rover.
"Marisol. Dov'è lei."
Quegli occhi non lasciarono mai
quelli di Assail - al punto che, in diverse circostanze, avrebbe provato
rispetto per la tenacia dell'uomo. Ora invece si sentiva carico come un
parafulmine a causa della frustrazione.
"Dov'è lei!"
Con la mano libera, Assail si
allungò in mezzo alle gambe dell'uomo e strinse forte i testicoli, ruotandoli.
L'urlo che uscì dalla gola di
Benloise fu zittito dalla presa di Assail. E aveva voglia di fare molto di più,
ma non poteva uccidere quel bastardo. Non ancora. Ordinò alla sua mano di
liberare le vie respiratorie e ci volle un momento prima che le dita obbedissero
al comando.
Benloise tossì e annaspò, del
sangue uscì dalla ferita al labbro e gli cadde sul petto nudo.
"Dov'è lei!"
Neanche una parola in risposta. Il
bastardo non voleva arrendersi. In ogni caso, non in questo modo - e quando il
palmo di Assail iniziò a desiderare di brandire il pugnale, il vampiro non si
fidava di se stesso nel maneggiare una lama affilata accanto a quell'uomo.
Sventrare quel figlio di puttana
non era il suo fine ultimo.
Assail si avvicinò. "Voglio
che tu presti particolare attenzione adesso. Ci sei?"
La testa di Benloise ciondolò, ma i
suoi occhi restarono aperti - così Assail andò sul retro del SUV. Aprì il
cofano, tirò fuori l'uomo legato e imbavagliato che avevano rapito prima di
entrare nella galleria.
Il fratello non aveva reagito per
niente. Ehric si era infiltrato in casa seguendo Eduardo e gli aveva sparato
una siringa di eroina in una spessa vena del collo. Anche lui adesso era nudo e
la condizione di gran lunga più in forma del suo corpo suggeriva che era sia
più giovane che più vanitoso - e aveva un'abbronzatura spray sui muscoli abbastanza sviluppati.
Assail lo gettò ai piedi di
Benloise.
Non si aspettava che la sorpresa lo
facesse vacillare. Ma ciò che stava per accadere lo avrebbe fatto.
Mentre il maggiore dei Benloise
osservava, Assail voltò l'uomo privo di coscienza sulla schiena, gli tolse il
bavaglio e tirò fuori una seconda siringa. All'interno del fragile involucro
c'era un liquido chiaro, era il Naloxone, l'antidoto comunemente usato nei
pronto soccorso per contrastare le overdose da oppiacei - e quando lui inserì
l'ago nella vena del braccio di Eduardo, non passò molto tempo che la luce
tornò a rischiarare la mente dell'uomo.
Eduardo si svegliò di botto, il
torace si sollevò dalla neve con un sobbalzo.
Assail strinse la mandibola
dell'uomo in una stretta ferrea. "Di' ciao a tuo fratello - siamo
educati."
Con gli occhi spalancati, Eduardo
cominciò subito a parlare in spagnolo lo mise a tacere rivolgendogli il pugnale
dritto in faccia.
"Tuo fratello ha un posto dove
porta le persone per ucciderle. Dove si trova?"
"Non so di cosa stai -"
Assail strattonò l'uomo e strinse i
capelli alla sommità della sua testa - Eduardo usava parecchio prodotto per
tenerli pettinati, era una schifezza untuosa, ma Assail riuscì comunque a
ottenere una presa passabile. Mettendo la lama sotto al mento dell'uomo, si
assicurò di parlare lentamente e in maniera chiara.
"Dove porta la gente? So che
c'è un posto, sicuro e riservato. Non a casa sua. Non in centro."
Il maggiore dei fratelli Benloise
cominciò a vomitare parole nella sua lingua madre a Eduardo, erano parole gravi
e punteggiate da respiri rabbiosi. In risposta, gli occhi di Eduardo si
spalancarono ancora di più e non aveva bisogno di conoscere lo Spagnolo per
afferrare il senso generale del discorso: Non dire neanche una parola o ti
uccido con le mie stesse mani.
Assail s'intromise tra i due e si
abbassò occhi negli occhi con Eduardo. "Ora ti faccio male."
Scegli un punto, uno qualunque.
Assail decise di cominciare dalle
spalle. Con uno scatto, spinse la lama in profondità nella carne al di sotto
della clavicola - una dolorosa ferita, ma non fatale.
Quando le sue orecchie iniziarono a
fischiare per l'urlo dell'uomo, fermò la mano stretta sull'elsa del pugnale nel
corpo dell'uomo.
"Dove si trova?" Quando
non ricevette una risposta immediata, Assail ruotò il coltello. "Dove li
porta?"
Continuò a ruotare la lama e ci
furono altre urla.
Che fecero parlare di nuovo
Ricardo, la sua voce era tagliente e rinforzava il messaggio precedente.
L'agonia sarebbe stata lenta e avrebbe avuto la meglio - Assail si sarebbe
assicurato che andasse così.
Allontanandosi e lasciando al
povero Eddie un istante per riposarsi e recuperare, il vampiro fissò
l'impugnatura della lama che saliva a scendeva sulla schiena dell'uomo per via
della respirazione affaticata.
Oh, come erano caduti i potenti!
Eduardo era sempre elegantemente vestito da controllore finanziario. Eppure
eccolo qui, i capelli uno schifo, gli occhi iniettati di sangue, la neve sporca
lungo tutto il suo corpo nudo.
Assail lo guardò con la stessa
compassione che uno elargiva alla carcassa di un animale sul ciglio della
strada. "Non ascoltarlo. Se lo farai, ti ucciderò lentamente. L'unico modo
che hai per salvarti la pelle è dirmi quel che voglio sapere."
Ricardo abbaiò qualcosa in tono
tagliente.
"Non ascoltarlo." Assail
tenne lo sguardo fisso negli occhi di Eduardo. "Parla. Salva la tua
vita."
Eduardo continuò a cercare di
guardare suo fratello, ma Assail cambiò posizione a ogni tentativo fissando
quello sguardo terrorizzato fino a che Eduardo gemette, gli occhi celati nel
volto stropicciato.
Assail gli diede una ulteriore
possibilità, fino a che perse la pazienza. Mise la mano sul pugnale nella
schiena dell'uomo e annunciò, "Ora ti faccio male di nuovo -"
"È a nord!" urlò Eduardo.
"Sulla Northway! A nord! Il lato meridionale della Iroquois Mountain! L'unica
strada che conduce alla proprietà si separa dalla base. Prosegui per mezzo
miglio e la vedrai!"
In piedi contro il SUV, la rabbia
di Ricardo esplose, la furia era evidente in ogni sillaba anche se certe frasi
si perdevano durante la traduzione.
Assail respirò profondamente
attraverso il naso. Non c'era alcun odore d'imbroglio da parte di Eduardo.
Sangue fresco, naturalmente, e il profumo acre e pungente del terrore. C'era
anche una vergogna piuttosto toccante che ricordò ad Assail le verdure fresche
fuori dal frigorifero.
L'uomo aveva detto la verità per
come la conosceva.
"Mettete Ricardo sul sedile
posteriore," disse Assail in modo burbero - "Aspettate," esclamò
mentre i cugini obbedivano. "Voltatelo."
Assail si spostò alle spalle di
Eduardo e sollevò il torso rilassato dell'uomo. Fissando negli occhi Ricardo,
disse cupamente, "Tu prendi qualcosa a me, io la tolgo a te."
Con uno scatto liberò la lama della
spalla dell'uomo e la passò lungo la gola di Eduardo con un taglio netto.
Ricardo provò a distogliere lo
sguardo, ruotando il torso stretto tra i due gemelli.
"Questo è soltanto l'inizio,
Ricardo." Assail allontanò con uno spintone l'uomo soffocato dal suo
stesso sangue come spazzatura. "Abbiamo appena cominciato."
Si avvicinò a Benloise.
"Tuttavia credevo fosse importante per te avere un ultimo ricordo della
debolezza di tuo fratello. Pensaci solo un istante, se fosse stato forte quanto
te, avrebbe potuto morire con onore. Ahimè, non era il suo destino."
Assail prese posto nel sedile
anteriore del passeggero. Prese la sua fiala di cocaina.
Mentre tirava due cucchiai di
polvere bianca per ogni narice, i cugini misero Ricardo sul sedile posteriore e
il rumore del nastro adesivo che veniva strappato dimostrava che i suoi parenti
si stavano prendendo cura di ogni particolare.
Assail allungò una mano e accese la
luce interna nell'abitacolo, aprì una mappa dello stato di New York segnata con
tre A rosse - e non aveva la minima idea di dove guardare.
Ehric si sedette al volante e mise
il suo iPhone davanti al viso di Assail. "È un viaggio che dura cinque
ore."
La testa di Assail cominciò a
ronzare. Anche con Benloise in loro custodia, era terrorizzato da ciò che
poteva essere stato fatto a Marisol. Cinque ore erano tantissimo tempo. Un
fottutissimo tempo lungo viste le precedenti ventiquattro ore in cui era stata
catturata.
Dannazione, perché Benloise doveva
essere così stratega?
"Allora dobbiamo metterci in
viaggio," disse Assail a denti stretti.
Che dire.....grazie! Sei così brava nelle traduzione da far paura!
RispondiEliminaMa grazie... anche se non so chi sei! :D
RispondiEliminaSei fantasticaaaaaaa! <3
RispondiEliminanon vedo l'ora che arrivi mercoledì prossimo, non sai niente quando sarà pubblicato spero veramente che mondolibro ci faccia una sorpresa per natale quanto la rizzoli ci farà aspettare di più fortunatamente ci sei tu.
RispondiEliminaGrazie mille per la traduzione, comunque che io sappia esce a settembre
RispondiEliminaDubito che sia settembre anche per la Mondolibri.
RispondiEliminaMa dite che tra gennaio e febbraio 2015 uscirà in italiano in tutte le librerie?
RispondiEliminaChris, ti ho già detto grazie? Mille volte grazie per il lavoro che fai.
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