The King
23
"Parla,
guaritore," ordinò Wrath, chino sul corpo immobile della sua shellan.
"Parla!"
Beata
Vergine Scriba, sembrava morta.
Subito
dopo il collasso di Anha, l'aveva riportata nella loro camera da letto, i
Fratelli l'avevano accompagnato, gli aristocratici e i loro inutili giochi
sociali erano stati lasciati indietro. Fu lui ad adagiare la sua amata sul
grande letto mentre veniva convocato il guaritore, e fu sempre lui ad
allentarle i corsetto. I Fratelli si erano allontanati non appena il medico di
fiducia era arrivato con i suoi attrezzi, e poi erano rimasti soltanto loro
tre, il fuoco scoppiettante, e l'urlo che rimbalzava contro le pareti della sua
anima.
"Guaritore,
cosa dici?"
Il
maschio guardò oltre la sua spalla dalla sua posizione inginocchiata di fianco
a Anha. Con la caratteristica tunica nera che classificava la sua professione
adagiata sul pavimento, sembrava un uccello gigante pronto a spiccare il volo.
"È
in grave pericolo, mio signore." Quando Wrath indietreggiò, il guaritore si
alzò in piedi. "Credo che sia gravida."
Una
folata gelida lo colpì dalla testa ai piedi, spazzando via ogni sensazione dal
suo corpo. "Lei è..."
"Aspetta
un bambino. Sì. Posso dirlo avendole toccato il ventre. È teso e dilatato, e avete
detto che di recente è entrata nel suo bisogno."
"Sì,"
sussurrò Wrath. "Quindi è a causa della -"
"Questo
non è un sintomo della gravidanza e non sta sanguinando. No, credo che questo
malore sia imputabile a qualcosa di diverso. Prego, mio signore, andiamo verso
il fuoco, così possiamo parlare senza disturbare la vostra compagna."
Wrath
si lasciò condurre verso le fiamme. "Ha la febbre, allora?"
"Mio
signore..." Il guaritore si schiarì la gola, come se da quella risposta ne
andasse della propria vita e non quella della Regina. "Perdonatemi, mio
signore..."
"Non
dirmi che non hai una spiegazione," sibilò Wrath.
"Preferireste
che mentissi? Il battito del suo cuore è lento, il colorito pallido, il respiro
corto e irregolare. Può darsi che stia soccombendo a qualche difficoltà interna
che non riesco a individuare. Non lo so."
Wrath
guardò la sua compagna. Non era mai stato una persona che si lasciava
annientare dalla paura. Ora il terrore si era impossessato di lui come una
presenza maligna, insediandosi sotto la pelle.
"Mio
signore, vi suggerisco di nutrirla. Ora e per tutto il tempo che potrà bere
alla vostra vena. Forse il carico di energia che ne verrà potrà risolvere tutto...
di sicuro, se c'è una qualsiasi speranza per lei, quella siete voi. E se si
destasse, le darei da bere solo acqua fresca, niente birra. Nulla che possa
causare un ulteriore calo dei suoi parametri fisici -"
"Esci."
"Mio
signore, lei è -"
"Lasciaci
soli - ora!"
Wrath
era consapevole che il maschio stava incespicando mentre correva verso la porta.
E faceva bene a scappare - una furia assassina aveva inondato il petto del suo
Re e poteva essere diretta contro qualsiasi forma vivente a portata di mano.
Quando
la porta fu nuovamente chiusa, Wrath si avvicinò al talamo nuziale. "Amore
mio," esclamò con disperazione. "Anha, amore mio, svegliati, non
senti la mia voce?"
Cadde
in ginocchio.
Wrath
si avvicinò camminando carponi alla testa di Anha. Le accarezzò i capelli e
lasciò scivolare le dita lungo il braccio, prestando attenzione a non
appesantirne il tocco.
Regolando
la propria respirazione, provò a forzare con la mente quella di lei, inducendola
in respiri profondi. Voleva tornare alla notte precedente, quando si erano
svegliati insieme e aveva visto la vita brillare nei suoi occhi. Per la verità,
la sua mente rammentava con esattezza ogni cosa di quell'istante, di quell'ora,
di quella notte; il profumo del pasto che avevano consumato, le conversazioni
riguardanti il futuro e le udienze che avevano dovuto tenere a corte.
Sentiva
come se la nitidezza dei ricordi fosse una porta da poter attraversare e in tal
modo prenderla per mano, sentire il suo profumo, percepire la leggerezza nel
cuore che accompagnava la salute e il benessere... e riportarla al presente.
Naturalmente,
era solo fantasia.
Sfoderando
il pugnale cerimoniale, sollevò la lama lucida e scintillante. Quando la manica
appesantita da intarsi d'oro e pietre preziose divenne d'impaccio, fece a pezzi
il sontuoso mantello e se lo gettò alle spalle. Mentre atterrava con un suono
soffocato e tutte le gemme meticolosamente incastonate graffiavano le assi di
quercia, lui si tagliò il polso con la lama.
Quanto
avrebbe desiderato fosse la sua gola.
"Anha,
ti prego, puoi sollevarti per me? Alza la testa, amore mio."
Sorreggendola
col braccio libero, le avvicinò alle labbra la fonte del suo sangue.
"Anha, nutriti di me... nutriti di me..."
Le
labbra si aprirono, ma non a causa della sua dolce accettazione. Era solo
l'angolazione della testa.
"Anha,
bevi... torna da me."
Mentre
le gocce rosse cadevano nella bocca di lei, Wrath pregò che in qualche modo le
scivolassero in gola e poi fin dentro le vene, rivitalizzandola con la loro
purezza.
Questo
non era il loro destino, pensò Wrath. Sarebbero dovuti rimanere insieme per
secoli, non divisi dopo appena un anno dal loro primo incontro. No, non era il
loro destino.
"Bevi,
amore mio..."
Continuò
a tenere il polso contro la sua bocca fino a che il sangue minacciò di
traboccarle dalle labbra. "Anha?"
Abbassò
la testa appoggiandola sul dorso della sua mano gelida e pregò affinché
avvenisse un miracolo. Più a lungo restava in quella posizione, più si univa a
lei in quello stato che era ad appena un soffio dalla morte.
Se
fosse spirata, l'avrebbe seguita, In un modo o in un altro...
Beata
Vergine Scriba, quello non era il loro destino.
* * *
Wrath si risvegliò emergendo dal sonno
come una boa che affiora dalle profondità del mare galleggiando su una
superficie agitata.
Naturalmente, nella sua cecità era
al buio più completo - e come sempre, allungò il braccio verso il lato opposto
del letto -
Crash!
Wrath sollevò la testa e aggrottò
la fronte. Tastando con la mano incontrò qualcosa che assomigliava a dei libri,
un sottobicchiere, un posacenere.
Il fuoco nel camino era acceso.
Non era nella sua stanza. E Beth
non era con lui.
Voltandosi di scatto, si alzò in
piedi, il cuore batteva irregolare nel petto, l'aritmia gli causava le
vertigini. "Beth?"
Grazie ai ricordi più profondi
stipati nel suo cervello, capì che si trovava nella biblioteca della magione
della Confraternita, e suoi pensieri, come vermi in un terreno umido,
brulicavano e si contorcevano su loro stessi, senza condurre a niente.
"Beth...?"
Un uggiolio distante.
"George?"
Un uggiolio più forte.
Wrath si massaggiò il viso. Si
domandò dove fossero i suoi occhiali a mascherina. Pensò che, sì, si trovava
sul divano della biblioteca, quello di fronte al camino.
"Oh... che cazzo..."
gemette, provando a mettersi in posizione eretta.
Stare in piedi era davvero una bellezza!
Con la testa che girava e lo stomaco contratto come un pugno, dovette aggrapparsi
al bracciolo del divano per evitare di schiantarsi a terra.
Barcollando nel vuoto, invece di
raggiungere le porte ci sbatté contro, colpendo col petto i pesanti pannelli di
legno.
Facendo scivolare le mani alla
ricerca delle maniglie, aprì le serrature e -
George si fiondò nella stanza
correndo in cerchio, e dagli starnuti si capiva che stava sorridendo.
"Ehi, ehi..."
Wrath era intenzionato a tornare al
divano, perché non voleva che le paia di occhi funzionanti della casa lo vedessero
in quelle condizioni - ma il suo corpo aveva altri piani. E quando si ritrovò
seduto sul sedere, George colse l'opportunità per saltargli addosso stile
scendiletto.
"Ehi, ragazzone, già, siamo
qui tutti e due..." Accarezzando l'ampio petto del retriever, Wrath affondò
il naso in quella pelliccia e si lasciò invadere dal buon profumo di cane pulito
come una dose di aromaterapia. "Dov'è la mamma? Sai dove si trova?"
Che domanda idiota. Lei non era lì,
ed era tutta colpa sua, dannazione.
"Merda, George."
La spessa coda batteva contro le
sue costole, il muso fiutava e orecchie
sventolavano dappertutto. Ed era bello,
era la normalità - ma non era neanche lontanamente sufficiente.
"Mi chiedo che ore
siano."
Dannazione... aveva sbroccato di brutto
con John e V, vero? E non era neanche la metà. Aveva un vago ricordo di aver
distrutto la sala da biliardo, lanciando per aria qualsiasi cosa, prendendo a
pugni chiunque rientrasse nel suo raggio d'azione - e poi c'era stato il
sonnellino. Era sicuro che qualcuno l'avesse drogato e non se la sentiva di
biasimare chiunque lo avesse fatto.
Un pisolino
indotto-da-tranquillanti e non sapeva quanto sarebbero durati gli effetti.
E non aveva voluto ferire nessuno
dei Fratelli e del personale. Oppure distruggere la casa.
"Merda."
Ormai sembrava un'estensione del
suo vocabolario.
Cavolo, avrebbe dovuto permettere a
Vishous di condurlo in biblioteca e farsi dirsi cosa stava accadendo.
Ma almeno
c'erano solo due posti in cui la sua compagna sarebbe andata. Uno era il Porto Sicuro di Marissa, e l'altro
era la vecchia casa di Darius. E senza alcun dubbio era quello che John stava
provando a dirgli.
Cazzo, pensò. Lui e Beth non erano
così. Non era proprio concepibile che andasse a finire in quel modo tra di
loro.
In realtà, aveva sempre sentito che
le cose con lei erano volute dal destino; dal momento in cui era entrata nella
sua vita fino al senso di completezza che gli aveva trasmesso, tutto era sempre
sembrato predestinato.
Certo, avevano litigato, e di brutto anche. Lui era un
coglione impulsivo e lei non accettava nessuna delle sue cazzate.
Assolutamente.
Ma mai arrivare alla separazione...
mai e poi mai.
"Andiamo, amico. Ci serve un
po' di privacy."
George saltò giù e finalmente
consentì a Wrath di alzarsi da terra. Dopo aver richiuso le porte, si avventurò
nel gioco trova-il-telefono. Quando si dice evirazione. Con le mani in avanti,
il torso piegato, i piedi strisciati per terra, Wrath si scontrò con qualsiasi
cosa e tastava con le mani per capire se si trattava di un divanetto, una
poltrona o un tavolino...
La scrivania sembrò essere l'ultima
maledetta cosa in cui s'imbatté, e scoprì la posizione del telefono quando, con
una manata, fece cadere il ricevitore dalla forcella.
Portandolo all'orecchio,
continuò a esplorare con la punta delle dita fino a trovare la tastiera e
dovette riagganciare prima di digitare il numero telefonico.
Nella mente si figurò la tastiera
completa dell'asterisco e il cancelletto in basso, digitò la sequenza di sette
numeri e attese.
"Porto Sicuro, buon
pomeriggio."
Wrath chiuse gli occhi. Sperava
fosse quasi sera per poi poterla andare a cercare. "Salve, Beth è da
voi?"
"No, mi spiace, non c'è. Posso
riferire un messaggio?" E mentre lui chiudeva gli occhi, la femmina disse,
"Pronto? C'è qualcuno in linea?"
"Nessun messaggio."
"Posso riferire chi l'ha
cercata se dovesse arrivare più tardi?"
Si chiese velocemente come avrebbe reagito
la centralinista se le avesse detto chi era. "La troverò altrove. Grazie."
Riagganciando, sentì il testone di
George spingere contro la sua gamba. Era tipico del cane - voler essere
d'aiuto.
Wrath tenne il dito premuto sulla
forcella. Non era sicuro di essere pronto per un'altra chiamata. E se Beth non
avesse risposto? Non aveva alcuna cazzo d'idea su dove altro si potesse
trovare. E il pensiero che sarebbe potuto andare da Vishous o da John per avere
quel tipo d'informazione era vergognosamente intollerabile.
Mentre digitava una nuova sequenza
di numeri, pensò a se stesso...
Non posso credere che stia
succedendo a noi. Non può succedere... a noi.
grazie christiana è meraviglioso non ho altro da dire ormai attendo con ansia ogni mercoledì, ma vorrei veramente sapere quando uscirà il libro per la rizzoli ,non puoi veramente sapere qualcosa sei la mia unica risorsa ciao scusa alla prossima tvb.
RispondiEliminaCiao, cara, anche se non conosco il tuo nome, ti ringrazio per i complimenti. L'uscita per la Rizzoli... Beh, suppongo che per Natale dovrebbe proprio arrivare. Lascia che ti facciamo un gran regalo per il tuo albero! :)
Eliminagrazie
RispondiEliminagrazie christiana mi chiamo rita e ti scrivo dall'inizio delle tue traduzioni mi fai compagnia a mercoledì tvb.
RispondiEliminaCiao CHRIS ....come sempre sei bravissima....grazie...come va?...spero che qualche tuo desiderio segreto si avveri....baciotti da me
RispondiEliminaCiao, bimba! Tutto bene. Desiderio segreto??? A parte lalayasha, c'è qualcuno che il 21 novembre vuol venire a conoscermi a Ravenna?
EliminaHo già letto the King ma non riesco a non smettere di leggere te !!! Ciao bella signora - Adele
RispondiEliminaBella che sei, Adele. La nostra famiglia non si dividerà MAI. Sono felicissima di questo avvenimento!
EliminaUn'altro tassello nel puzle. Povero Wrath, quanto sta soffrendo. E soffro anch'io perchè da oggi al prossimo mercoledi passa troppo tempo e io non posso aspettarecosì tanto tempo per saperne di piu' sui miei vampiri preferiti
RispondiElimina