mercoledì 3 aprile 2013

Traduzione Capitolo 1 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last


1

Giorni odierni
"Ecco, quella è una fottutissima auto del cazzo."
Jonsey guardò l'idiota che si era accovacciato di fianco a lui alla fermata dell'autobus. Erano parcheggiati sotto la pensilina di plexiglass da tre ore. Almeno. Benché commenti come quello le facessero sembrare giorni.
E stava per commettere un omicidio per legittima difesa.
"Tu, un ragazzo bianco, lo sai?" osservò Jonsey.
"Che hai deeetto?"
D'accordo, erano tre anni d'attesa. "Caucasico, bello. Nel senso che hai bisogno di una fottuta crema solare d'estate. Nel senso non come me -"
"Come credi, amico, dai un occhio a quell'auto -"
"Nel senso perché devi parlare come se venissi dal ghetto? Sembri uno scemo, già."
A quel punto, voleva solo che notte terminasse. Faceva freddo e nevicava e doveva domandarsi a chi aveva fatto incazzare per restare bloccato con Vanilla Ice proprio lì.
In realtà stava pensando di tirarsi fuori completamente da tutta questa stronzata.
Stava tenendo una buona condotta a Caldwell; era uscito di prigione da due mesi per quegli omicidi che aveva commesso come minorenne; l'ultima cosa che gli interessava era esporsi con uno stronzo bianco convinto di sembrare un autentico urbano attraverso il vocabolario.
Oh, e poi c'era il vicinato di Richie Rich dov'erano adesso. Tutto quello che sapeva e che c'era un'ordinanza che non ti consentiva di stare per strada dopo le ventidue.
Perché diamine aveva acconsentito a tutto questo?
"Per. Favore. Guardi. Quella. Bella. Automobile."
Solo per zittire il ragazzo, Jonsey voltò la testa e si sporse dal riparo. Nel momento in cui il vento gli fece entrare la neve negli occhi, bestemmiò. Dannata New York dell'America settentrionale in inverno. Abbastanza fredda da trasformare le tue palle in cubetti di ghiaccio -
Beh... salve.
Attraverso il parcheggio, seduto proprio di fronte a un negozio di detersivi, nessun murales, una farmacia aperte ventiquattrore su ventiquattro, c'era, infatti, un dannato fichissimo bolide.
L'Hummer era completamente nero, nessuna cromatura - né alle ruote, attorno ai finestrini, neanche alla calandra. Ed era enorme - vista tutta quella finitura, senza dubbio aveva un grosso motore.
Quell'auto era quel tipo che si vedeva per le strade da dove veniva lui, il veicolo di un grosso spacciatore. Eccetto il fatto che erano lontani dai bassifondi, per cui era di sicuro un morto di fame che cercava di sembrare uno cazzuto.
Vanilla-man tirò su il suo zaino vigorosamente."Vado a controllare."
"L'autobus sta per arrivare." Jonsey controllò il suo orologio e esternò una pia illusione. "Cinque, forse dieci minuti."
"Andiamo -"
"Addio, stronzo -"
"Hai paura o qualche altra stronzata?" Il figlio di puttana alzò le mani e cominciò a scimmiottare Paranormal Activity. "Che pauuuura -"
Jonsey tirò fuori la pistola e gli piazzò la canna proprio davanti alla sua faccia da idiota. "Non ho problemi a ucciderti subito. L'ho già fatto. Ora vaffanculo e fatti un favore. Chiudi quella cazzo di bocca."
Mentre Jonsey fissava il ragazzo negli occhi, non gliene importava molto del risultato. Sparare al bastardo. Non sparargli. Vabbè.
"Okay, okay, okay." Mister Chiacchierone si fece indietro e lasciò la fermata dell'autobus.
Grazie a Dio.
Jonsey mise a posto il revolver, incrociò le braccia e fissò lo sguardo nella direzione in cui l'autobus stava per arrivare - come se potesse aiutare.
Dannato stupido idiota.
Guardò di nuovo l'orologio. Cavolo, ne aveva abbastanza di quella merda. Se fosse passato per primo un autobus che portava in centro, l'avrebbe preso e fanculo tutto.
Quando aveva preso lo zaino che gli avevano detto di prendere, dentro aveva sentito la sagoma rigida di vaso. Lo zaino lo capiva. Se avesse dovuto portare la roba da fuori città nel ghetto, allora okay. Ma il vaso? A cosa diavolo serviva?
A meno che non fosse polvere pura.
Il fatto che C-Rider in persona l'avesse scelto per questo lavoro, era dannatamente figo. Fino a che non aveva incontrato White Boy - e allora l'idea che fosse speciale aveva perso un po' di gusto.
Le istruzioni dell'uomo del capo erano state precise: entrare in contatto col tizio della fermata alla Quarta Strada. Prendere l'ultimo autobus per la periferia e aspettare. Passare alla linea di campagna quando il servizio riprendeva intorno all'alba. Scendere alla fermata del Warren County. Scarpinare per un miglio fino a una fattoria.
C-Rider li avrebbe incontrati lì insieme a un gruppo di altri tizi per affari. E dopo? Jonsey avrebbe fatto parte di un nuovo gruppo per controllare la scena di Caldie.
Gli piaceva quella merda. E totale rispetto a C-Rider - quel bastardo era figo: sul gradino più alto del ghetto; tosto.
Ma il resto di loro era come Vanilla -
Il rombo di un motore gli fece capire una cosa, che l'Autorità del traffico di Caldwell si era finalmente fatta vedere così si alzò in piedi -
"No, cazzo," mormorò.
L'Hummer nero era proprio di fronte alla fermata dell'autobus e, quando il finestrino si abbassò, White Boy era assolutamente fuori di testa dietro il volante - e non perché Cipress Hill stava di fatto strombazzando.
"Salta su! Andiamo! Salta su!"
"Che cazzo fai, eh?"
Jonsey balbettò anche mentre aggirava il SUV e si sedeva sul sedile del passeggero.
Fottuta merda - il bastardo non era un idiota totale, non portando a termine una cosa del genere.
Il ragazzo spinse l'acceleratore a tavoletta, il motore rombò e i denti delle gomme si aggrapparono al manto di neve e li lanciò in avanti a cinquanta miglia all'ora.
Jonsey si tenne a qualunque cosa riuscisse a trovare mentre superavano sparati un semaforo rosso, tagliavano il bordo della strada attraversando il parcheggio di un supermercato di Hannaford. Mentre correvano come i dannati, la musica coprì il suono intermittente delle cinture di sicurezza che non avevano indossato.
Jonsey cominciò a sogghignare.
"Cazzo sì, bastardo! Tu pazzo idiota, tu dannato stronzo di neve...!"

*   *   *


"Credo che sia Justin Bieber."
Fermo di fronte alle confezioni ben allineate di patatine Lay, Qhuinn guardò l'impianto di altoparlanti incassati tra i pannelli del soffitto. "Sì. Ho ragione, e odio saperlo."
Affianco a lui, John Matthew disse muovendo le mani, Come lo sai?
"Questo stronzetto è dovunque." Per confermare la sua tesi, andò all'espositore delle cartoline mostranti il piccolo, vanitoso individuo dei quindici minuti di gloria.
"Lo giuro, il ragazzino è la prova che l'Anticristo sta arrivando."
Forse è già qui.
"Spiegherebbe Miley Cyrus."
Giusta osservazione.
Mentre John tornava a scegliere i suoi stuzzichini, Qhuinn ricontrollò il negozio. Le quattro del mattino e il CVS era ben rifornito e completamente vuoto - eccetto loro due e il ragazzo alla cassa centrale, che stava leggendo il National Enquirer sgranocchiando una barretta  Snickers.
Niente lessers.  Niente Banda di Bastardi.
Niente a cui sparare.
A meno che non contasse l'espositore di Bieber.
Cosa prendi? chiese John con le mani.
Qhuinn scrollò le spalle e continuò a guardarsi attorno. Come ahstrux nohstrum di John, era sua responsabilità assicurarsi    tornasse alla magione della Confraternita tutto intero ogni notte e lo faceva ormai da oltre un anno...
Dio, quanto gli mancava Blay.
Scuotendo la testa, proseguì a casaccio. Quando tirò il braccio indietro, si accorse che si era impigliato tra le patatine al gusto di panna acida e cipolla.
Fissando il logo della Lay con la singola patatina, tutto quello a cui riusciva a pensare era a quando lui e Blay si divertivano a casa dei suoi genitori, giocando con l'Xbox, bevendo birra, sognando le loro più grandi e più belle vite che avrebbero vissuto dopo la transizione.
Sfortunatamente di più grande e più bello c'erano solo la taglia e la forza dei loro corpi. Anche se forse era solo il suo punto di vista. John dopo tutto era felicemente sposato. E Blay stava con...
Merda, non riusciva a dire il nome di suo cugino neanche nella sua testa.
"Sei a posto, J ?" chiese duramente.
John Matthew afferrò il solito vecchio pacco di Doritos e annuì. Prendiamo da bere.
Mentre s'inoltravano nel negozio, Qhuinn desiderò che fossero nei bassifondi, a combattere nei vicoli contro i loro due nemici. Troppo tempo libero passato in quei negozi di periferia, che significava troppo tempo passato in casa a -
Staccò di nuovo la spina.
Vabbè. Inoltre lui odiava avere qualsiasi contatto con la glymera - e quella merda era reciproca. Sfortunatamente i membri dell'aristocrazia stavano cominciando a rientrare a Caldwell e questo significava che Wrath sarebbe stato sommerso da chiamate riguardanti avvistamenti di omicidi.
Come se i non morti di Omega non avessero di meglio da fare che braccare spogli alberi da frutta e piscine congelate.
Inoltre il re non era nella posizione di poter dire ai civili di andarsene a fanculo. Non da quando Xcor e la sua Banda di Bastardi gli avevano piazzato un proiettile nella gola reale.
Traditori. Maledetti. In qualche modo Vishous stava per provare senza alcuna ombra di dubbio da dove provenisse il fucile con cui era stato colpito, a quel punto una manciata di loro li avrebbe sventrati, messo le loro teste sui pali e dato fuoco ai cadaveri.
Inoltre si stava per scoprire chi con esattezza nel Consiglio stava cospirando col nuovo nemico.
Sì, gli approfittanti è il nome del gioco adesso - così una notte alla settimana, tutti sarebbero finiti lì nel vicinato dove era cresciuto, a bussare alle porte e a controllare sotto i letti.
In case come musei che gli facevano venire i brividi più dei sottopassi oscuri di periferia.
Un tocco sul suo braccio gli fece girare la testa. "Sì?"
Stavo per chiederti la stessa cosa.
"Eh?"
Ti sei fermato qui. E stavi fissando... beh, lo sai.
Qhuinn aggrottò le sopracciglia e diede un'occhiata ai prodotti sull'espositore. Allora perse ogni filo logico - in aggiunta alla maggior parte del sangue dalla testa. "Oh, sì... ah..."
Merda, qualcuno aveva alzato la temperatura al massimo? "Um."
Biberon. Latte in polvere. Bavette, salviette umidificate e cotton fioc.
Ciucciotti. Bottiglie. Qualche tipo di aggeggio -
Oddio, una tiralatte.
Qhuinn virò di centoottanta gradi così veloce che si trovò faccia a faccia con una pila di pannolini Pampers alta sei piedi, rimpallato nella terra della NUK e finalmente rispedito fuori dallo spazio aereo dell'infante grazie a un rimbalzo. Che diavolo di merda era mai quella.
Bambino. Bambino. Bambino -
Oh, bene. Ce l'aveva fatta ad arrivare alla cassa.
Ficcando la mano nella sua giacca da motociclista, Qhuinn tirò fuori il portafogli e si girò dietro per prendere gli stuzzichini di John. "Dammi la tua roba."
Poiché il ragazzo stava per discutere sillabando le parole col labiale perché aveva le mani occupate, Qhuinn afferrò la Mountain Dew e le Doritos che stavano impedendo la comunicazione.
"Ecco qui. Così mentre lui fa il conto, puoi urlarmi contro nel modo giusto."
E sai cosa, le mani di John passarono attraverso le varie posizioni del linguaggio americano dei segni tutte le diverse combinazioni per dire Ci penso io.
"È sordo?" chiese il ragazzo alla casa con un sussurro. Come se qualcuno che usava il linguaggio dei segni fosse una specie di mostro.
"No. Cieco."
"Oh."
Mentre l'uomo continuava a fissare, Qhuinn avrebbe voluto colpirlo. "Pensi di darci una mano o cosa?"
"Oh...sì. Ehi, hai un tatuaggio sul viso." Mister Vedo Tutto si mosse piano, come se i codici a barre su quelle confezioni stessero creando una qualche resistenza al vento sotto il suo lettore laser. "Lo sapevi?"
Sul serio. "Non lo sapevo."
"Sei cieco anche tu?"
Questo tizio non aveva nessun filtro tra la testa e la bocca. Nessuno.
"Sì, lo sono."
Qhuinn tirò fuori una banconota da venti dollari e non aspettò il resto - l'omicidio era un tantino troooppo allettante.
Annuendo a John, che stava già prendendo le misure per il sudario del ragazzo, Qhuinn si avviò per uscire.
"Il tuo resto?" gridò l'uomo.
"Sono pure sordo, non posso sentirti."
Il tizio urlò più forte, "Lo tengo io allora, va bene?"
"Va bene," gridò Qhuinn da sopra la spalla.
Quell'idiota era al livello cinque di stupidità. In salita.
Passando attraverso la sbarra di sicurezza, Qhuinn pensò che fosse un miracolo che umani come quello riuscissero a superare un giorno e una notte. E il bastardo si era organizzato indossando i pantaloni e manovrando un registratore di cassa.
I miracoli non avrebbero mai cessato di esistere.
Mentre spingeva la porta per uscire, il freddo gli sbatté addosso, il vento gli entrò tra i capelli, i fiocchi di neve nel naso -
Qhuinn si fermò.
"Cosa... dov'è il mio Hummer?"
Nella sua visione periferica, le mani di John cominciarono a volare chiedendosi la stessa cosa. Poi il ragazzo guardò giù la neve fresca appena caduta... e i profondi solchi delle quattro gomme che facevano un grosso cerchio dirette fuori dal parcheggio.
"Dannatissima schifosa merda!" ringhiò Qhuinn.
E lui pensava che Mister Vedo Tutto fosse quello stupido?

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