mercoledì 3 luglio 2013

Traduzione Capitolo 14 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last

14

Quando si dice una partenza ritardata.
Mentre Qhuinn si smaterializzava dalla magione, non riusciva a credere che fossero le dieci di sera e loro stessero per iniziare. Inoltre, la Confraternita se n'era stata rintanata nello studio di Wrath per una vita e quando lui e John erano finalmente stati ammessi, l'annuncio di V che la prova contro la Banda dei Bastardi era praticamente inviolabile li aveva portati a un'altra mezz'ora di insulti verso Xcor e i suoi sottoposti.
C'erano un sacco di modi creativi per usare la parola cazzo, in aggiunta a degli incredibili suggerimenti per posti dove infilare oggetti inanimati.
Per esempio, non avrebbe mai pensato di farlo con un rastrello da giardino. Divertente. Davvero.
E Blay si era perso tutto.
Riprendendo forma nell'area boschiva sudoccidentale del complesso, Qhuinn si costrinse a non interferire riguardo ciò che aveva trattenuto il ragazzo - anche se il succo del discorso era che il guerriero se n'era andato nella sua stanza e non ne era più uscito. E, considerato che la maggior parte degli incidenti avvengono in casa, c'era una buona probabilità che non avesse subito alcuna lesione da caduta.
A meno che Saxton non si fosse messo a giocare a togliergli da sotto i piedi il tappetino della loro stanza da bagno.
Con l'istinto di prendersi a schiaffi, scandagliò il paesaggio innevato mentre John, Rhage e Z gli apparivano di fianco. Le coordinate per quel posto le avevano trovate nei telefoni di quei ladri d'auto della notte precedente, l'apparente proprietà abbandonata era all'incirca a dieci o quindici miglia dal posto dove li aveva acchiappati col suo Hummer.
"Che diavolo è questo?"
Quando qualcuno parlo, lui lanciò un'occhiata oltre la sua spalla. Che diavolo era corretto. Dietro di loro apparve un edificio a forma di scatola, alto come il campanile di una chiesa e senza fronzoli come un cassonetto per i rifiuti organici.
"È un hangar per aerei," annunciò Zsadist avviandosi in quella direzione. "Deve esserlo."
Qhuinn lo seguì come ultimo del gruppo nel caso qualcuno decidesse di presentarsi con un Ciao-come-state.
Blay fece la sua apparizione attraverso l'aria sottile completamente vestito in pelle e pesantemente armato come tutti loro. In risposta i piedi di Qhuinn rallentarono per fermarsi nella neve, soprattutto perché non voleva scivolare sul ghiaccio e fare la figura dello stronzo.
Dio, era uno schifoso figlio di puttana, pensò mentre Blay iniziava a farsi avanti. Guai in Paradiso?
Benché non ci fosse contatto visivo tra loro, Qhuinn si sentì obbligato a dire qualcosa. "Cos'è..."
Non terminò la domanda con "successo". Perché preoccuparsi? Il ragazzo lo superò come se lui non ci fosse.
"Sto da Dio," mormorò Qhuinn ricominciando ad arrancare sul fondo ghiacciato. "Va tutto alla grande, grazie per avermelo chiesto - oh, qualche problema con Saxton? Davvero? Che ne dici di fare due passi e andare a bere qualcosa così possiamo parlarne? Sì? Perfetto. Sarò la tua mentina del dopo cena -"
Stroncò il monologo fantastico nella sua testa quando il vento cambiò portando al suo naso una zaffata di odore dolciastro e nauseabondo.
Tutti tirarono fuori le armi e mirarono all'hangar.
"Siamo sopra vento," disse Rhage con calma. "Il che significa che dev'esserci un bel casino là dentro."
Loro cinque si avvicinarono alla struttura con cautela, dispiegandosi a ventaglio, cercando nel bagliore bluastro circostante riflesso dal chiarore della luna qualunque cosa si muovesse.
L'hangar aveva due entrate, una era doppia e sufficientemente grande da far passare un'apertura alare, e l'altra si supponeva fosse per la gente, e al confronto pareva della misura della casa di Barbie. E Rhage aveva ragione. Malgrado le raffiche ghiacciate li colpissero alla schiena, l'odore era abbastanza forte da far pizzicare il naso, e non nel modo giusto.
Cavolo, il freddo di solito attutiva anche la puzza.
Comunicando con le mani, si divisero in due gruppi, lui e John andarono al lato della mastodontica porta doppia, e Rhage, Blay e Z si diressero a quella più piccola.
Rhage si dispose per occuparsi dell'indispensabile mentre gli altri si preparavano allo scontro. Se c'era un'intera squadra di football formata da lesser lì dentro, aveva senso mandare il Fratello per primo, perché aveva il tipo di rinforzo alle spalle che nessuno di loro si sognava. La sua Bestia adorava quegli assassini, e non in senso relazionale.
Tornando al discorso delle mentine.
Hollywood alzò la mano sulla testa. Tre... due... uno...
Il Fratello entrò in totale silenzio, spinse la porta e scivolò all'interno. Poi fu la volta di Z - e Blay li seguì.
Qhuinn sentì il cuore battere di puro terrore mentre il maschio si avviava verso l'ignoto con solo due calibro quaranta a proteggerlo. Dio, l'idea che Blay potesse morire quella sera, proprio di fronte a lui, per quell'incarico ordinario, gli fece desiderare di mettere uno stop a tutta la cazzata del difendere la razza e trasformare il guerriero in un bibliotecario. Un modello per le mani. Un parrucchiere -
Il fischio acuto che arrivò non più di sessanta secondi dopo fu un dono di Dio. E il tutto libero di Z era il segnale per lui e John di cambiare posizione, trascinarsi lateralmente verso la porta che ora era aperta e entrarci dentro -
Okay. Cavolo.
Quando si dice perdita d'olio. E si beccava anche una fottuta "A" per la puzza.
I primi tre ad entrare accesero le torce e i raggi di luce tagliarono l'oscurità nello spazio cavernoso, illuminando quello che pareva esser solo un velo di ghiaccio nero. Tranne il fatto che non era nero e che quella merda non era ghiacciata. Era sangue umano congelato - a occhio e croce più di mille litri.
Mischiato con un bel po' di roba dell'Omega.
"Credo che i tizi che ti hanno rubato il bolide fossero diretti a una cazzo di festa," disse Rhage.
"L'hai detto," mormorò Z.
Mentre i fasci di luce colpivano un vecchio e decrepito aeroplano sul retro - e non c'era assolutamente nient'altro - Z scosse la testa.
"Controlliamo l'area circostante. Non c'è un cazzo qui."

*          *         *

Poiché il cottage non era molto diverso dall'esterno, solo una tipica baracca per la caccia  in mezzo ai boschi, Mr. C era tentato di oltrepassare quella schifezza.
La scrupolosità comunque ha i suoi lati positivi , e la posizione di quella capanna, circa un miglio o due in quella distesa di terra, suggeriva che potesse essere stata usata come quartier generale a un certo punto.
Tutto sommato, sarebbe stato più intelligente dare uno sguardo alla proprietà prima di usare quell'hangar per la più grande iniziazione nella storia della Lessening Society. Ma le priorità erano quel che erano. Primo: doveva mettersi al comando. Secondo: doveva giustificare la promozione. E terzo: doveva avere a che fare con tutti quei nuovi lesser.
Il che significava che aveva bisogno di risorse. Quanto prima.
Seguendo quella schifosa e incasinata cerimonia dell'Omega e il nauseante periodo delle ore successive, Mr. C aveva disposto le nuove reclute sul pullman della scuola che aveva rubato la settimana prima a un commerciante di furgoni usati.
Tra lo sfinimento e il disagio fisico in cui versavano, erano stati dei bravi ragazzi, camminando in fila e sedendosi due a due come se fossero su una specie di fottuta Arca di Noè.
Da lì, li aveva guidati lui - perché non si fidava di dare quella risorsa a nessun altro - verso la Scuola per Ragazze Brownswick.
La scuola preparatoria non più in uso era in periferia su trentacinque acri di terreno ignorato, trascurato e dilapidato, si vociferava che fosse infestato dai fantasmi e questo aveva tenuto lontana la gente del posto.
Per ora, la Lessening Society era formata da abusivi, ma il cartello In Vendita all'angolo della strada significava che la situazione si sarebbe sistemata presto. Non appena avessero racimolato tutto il contante.
Coi suoi ragazzi a terminare i lavori di recupero della scuola e gli assassini  attuali in centro a pescare la Confraternita, lui se ne stava per i fatti suoi, a catalogare i beni che erano rimasti alla Society - incluso quel tratto della foresta più vuota a nord della città.
Sebbene stesse iniziando a credere che stava perdendo il suo tempo.
Camminando verso il basso portico del cottage, passò la luce della torcia che aveva accesso nella finestra più vicina. Delle cucine a legna. Un tavolo irregolare con due sedie. Tre brande senza materassi né lenzuola. Una cambusa.
Facendo il giro attorno, trovò un generatore elettrico senza carburante, e un serbatoio di petrolio arrugginito che indicava che quel posto doveva avere anche un impianto di riscaldamento.
Ritornando di fronte, provò a tirare il chiavistello e scoprì che era chiuso.
Vabbè. Non c'era granché là.
Tirò fuori la mappa del suo bomber, l'aprì e vide dove di trovava. Spuntando il piccolo quadrato, prese la bussola, aggiustò la sua direzione e cominciò a camminare verso nord ovest.
Secondo questa mappa - che aveva trovato a casa dell'ex Forelesser - quel pezzo di proprietà faceva parte di un totale di cinquecento acri e queste capanne erano sparse in giro a intervalli regolari.
Dedusse che quel posto una volta era stato un'area da campeggio con più proprietari, una specie di moderna riserva di caccia che era andata perduta a causa degli oneri fiscali verso lo stato di New York, successivamente acquistata dalla Society negli anni ottanta.
Almeno questo c'era scritto a mano nelle note a margine, sebbene solo Dio sapeva se la Society possedesse ancora il certificato di proprietà. Considerato lo stato economico dell'organizzazione, il buon vecchio stato di New York poteva benissimo avere un credito fiscale della taglia di un gorilla su quella superficie, oppure essersi rimpadronito di quella merda.
Si fermò e controllò di nuovo la bussola. Cavolo, essendo un ragazzo di città odiava andarsene nei boschi di notte, arrancare nella neve, spuntare tutta quella merda come se fosse una guardia forestale.
Ma doveva vedere coi suoi occhi con cosa doveva avere a che fare, e lo poteva fare solo in un modo.
Almeno aveva organizzato un flusso d'entrata.
In altre ventiquattro ore, quando quegli altri suoi ragazzi si sarebbero messi in piedi, avrebbe ricominciato a riempire le casse. Che poi era il primo passo verso il recupero.
Secondo passo?
Dominio del mondo.


13 commenti:

  1. CIAO, grazie per il lavoro che fai!!!! sei bravissima- ciao. DAniela

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  2. Veramente era una mia omonima ma grazie lo stesso per il tesoro ��
    Naturalmente grazie a te per questo nuovo capitolo anche se da quando mi hai detto quanti sono....����
    Ciao
    Daniela

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    1. Uh... c'è + di una Daniela! Ma quanto vi amo??? Grazie anche a te, Daniela e... vabbè, + roba no??? ;)

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  3. Allora guarda io mi firmo Dany così mi riconosci!
    Diciamo che è più roba ma è anche più sofferenza.... Mi metto l'anima in pace e aspetto mercoledì, anche se è ancora tanto lontano!!
    Ciao Christiana e buona settimana.

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    1. A te, Dany e... quanto + fa male, tanto + sarà piacevole! Wow, a furia di leggerla la 'Zietta'!!!!

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  4. Solo grazieeeeeeeeeee! Baci adele

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  5. Ciao io sono patty volevo sapere quanti capitoli ci sono in lover at last.un grazie enorme e siete forti

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    1. Ciao Patty! Vuoi proprio saperlo??? Non stramazzarmi a terra però! Sono 82 + epilogo!

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  6. Speriamo che Patty sia più forte di me perchè quando ho saputo che erano 82 capitoli ho avuto uno choc!
    Dai però che domani è mercoledì: e vai!!!
    Ciao
    Dany

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    1. Giusto Dany, e infatti eccoci qui col capitolo 15. Perdonatemi, ma non ho capito perché la seconda parte va con una diversa formattazione, quando io non ne ho messa nessuna!

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  7. Grazie mille per tutto il tuo lavoro!!Leggo più scorrevolmente in italiano e mi godo di più il libro!:) chiara

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