mercoledì 1 maggio 2013

Traduzione Capitolo 6 di Lover at Last di J.R.Ward




Lover at Last

6


"Oh mio Dio, sto per venire - sto per venire -"
Più a sud, al centro di Caldwell, nel parcheggio dietro all'Iron Mask, Trez Latimer era felice di apprendere la notizia dell'ultima ora - e non ne era sorpreso. Ma nessun altro nella tripla contea aveva bisogno d'esserne aggiornato.
Mentre si dava da fare entrando e uscendo da quella disponibilissima partecipante sotto il suo corpo, la zittì baciandola con foga, la sua lingua entrò in quella bocca calda e tutti quei commenti superflui furono interrotti.
La macchina in cui stavano era minuscola e aveva lo stesso odore del profumo della donna: dolce, speziato e da quattro soldi - merda, la prossima volta avrebbe scelto una volontaria con un SUV o, meglio ancora, con una Mercedes S550 che aveva lo spazio giusto tra i sedili posteriori.
Chiaramente quel prodotto della Nissan non era stato costruito per ospitare due che scopavano nella posizione settantacinque fino a far perdere la testa a un'assistente odontoiatrica mezza nuda. O era una paralegale?
Non lo ricordava.
E aveva questioni più immediate di cui occuparsi. Con un brusco spostamento, interruppe il bacio perché quanto più si avvicinava all'orgasmo, tanto più le zanne si allungavano dalla mascella superiore - e non voleva graffiarla per sbaglio.
Il sapore del sangue fresco l'avrebbe lanciato dritto dritto verso un altro tipo di limite, e non era sicuro che nutrirsi da lei fosse una buona idea.
Meglio cancellarla.
Era una pessima idea. E non solo perché lei era umana. Qualcuno li stava guardando.
Alzando la testa, guardò fuori dal finestrino posteriore. Come Ombra la sua vista era tre o quattro volte più acuta di quella dei semplici vampiri e riusciva a penetrare facilmente l'oscurità.
Sì, qualcuno si era preso una poltrona in prima fila per lo spettacolo dalla porta del personale sulla sinistra.
Era il momento di concludere.
Subito prese il controllo, allungando la mano tra il loro corpi, trovò il sesso della donna e cominciò a stuzzicarla mentre la penetrava, facendola venire così violentemente che lei sbatté la testa contro lo sportello.
Niente orgasmo per lui.
Pazienza! Qualcuno stava vagabondando lì attorno trasformando una divertente sveltina in qualcos'altro, ciò significava che doveva interrompere quello schifo. Anche se non era venuto.
Trez aveva un ampio numero di nemici grazie a varie associazioni. E poi c'erano delle... complicazioni tutte sue.
"Oh.Mio.Dio -"
In un respiro esplosivo, con tutto quel contorcersi e quelle pulsazioni che strinsero l'uccello duro di Trez, l'assistente odontoiatrica - paralegale - tecnico veterinario, ebbe un orgasmo senza precedenti. Tuttavia, lui si era già ripreso da quella scemenza e avrebbe potuto tranquillamente uscire dall'auto, braccare il guardone e puntargli una pistola contro -
Era una donna. Sì, chiunque fosse, faceva decisamente parte del genere femminile -
Trez aggrottò la fronte quando capì di chi si trattava.
Merda.
Beh, almeno non era un lesser. Un symphath. Uno spacciatore di cui doveva occuparsi. Un protettore antagonista con una propria opinione. Un vampiro che aveva oltrepassato il limite. iAm, suo fratello -
Ma nooo. Era solo una donna inoffensiva, ed era un peccato che non potesse tornare al suo stato di grazia precedente. Gli aveva rovinato l'umore.
L'assistente odontoiatrica/ paralegale/ tecnico veterinario/ parrucchiera stava ansimando come un pompiere che cerca di sollevare un pianoforte. "È stato... fantastico... assolutamente..."
Trez uscì dalla donna e rimise l'uccello nei pantaloni. Era molto probabile che le sue palle avrebbero lampeggiato come luci al neon in mezz'ora, ma se ne sarebbe occupato al loro brillare.
"Sei incredibile. Sei il più incredibile -"
Trez bloccò la pioggia di sciocchezze che stava per sentire. "Anche tu, bimba."
La baciò come se le importasse di lei - e in un certo senso era così. Le donne umane che usava era importanti nel senso che erano esseri viventi degni di rispetto e gentilezza per il semplice fatto che gli battevano i cuori.
Per brevi momenti, gli permettevano di usare i loro corpi, e qualche volta le vene, e lui apprezzava questi doni, che erano sempre dati spontaneamente e in qualche circostanza più di una volta.
E quest'ultimo era il problema che doveva supervisionare.
Alzandosi la zip dei calzoni, Trez spostò il suo grosso corpo facendo attenzione a non ferire la sua compagna di dieci minuti o a distruggerle il cranio contro il tetto dell'auto.
La bimba non sembrava volersi muovere, in ogni caso. Se ne stava sdraiata come un cuscino lanciato contro i sedili, le cosce spalancate, il sesso ancora pronto, i seni ancora scoperti come due meloni cantalupi incollati alla gabbia toracica che sconfiggevano la forza di gravità.
Devono essere inguainati, pensò.
"Ci vestiamo?" suggerì tirando le due metà del bustino coi lacci insieme.
"Sei così fantastico..."
Lei era come gelatina - beh, fatta eccezione per le tette più dure di una roccia - tutta malleabile e accondiscendente, ma completamente inutile mentre lui la rimetteva insieme facendola sedere e lisciandole le extension.
"È stato divertente, bimba," mormorò Trez, e lo pensava davvero.
"Posso vederti ancora?"
"Forse." Le sorrise a labbra strette per non mostrarle le zanne. "Sono sempre in giro."
Lei fece le fusa come un gatto e proseguì recitando il suo numero di cellulare che Trez non si preoccupò di memorizzare.
La triste verità riguardo le donne come quella, è che te le tiravano dietro. In questa città con  diversi milioni di persone, dovevano esserci un paio di centinaia di migliaia di donne sulla ventina o poco più con culi sodi e gambe lunghe che volevano solo spassarsela. Infatti, erano tutte diverse versioni della stessa persona, il che spiegava perché avesse bisogno di tenerle al fresco.
Con così tanto in comune, una partita di merce nuova era richiesta per mantenere vivo il suo interesse. Un minuto dopo, Trez era fuori dall'auto e non si preoccupò di cancellare la memoria della donna. Come Ombra, conosceva diversi trucchetti da usare, ma aveva smesso di preoccuparsene anni prima. Non ne valeva la pena - e occasionalmente ci faceva un ripasso.
Diede una veloce occhiata all'orologio.
Dannazione, era in ritardo per andare da iAm - e lui doveva chiaramente occuparsi del problema alla porta posteriore prima di chiudere i battenti.
Andò di fronte alla donna che alzò il mento e si mise una mano sul fianco. Questa particolare versione di pronta e compiacente aveva delle extension bionde nei capelli e preferiva i pantaloncini sexy al posto delle gonne - sembrava così ridicola al freddo, col suo morbido parka rosa stile Patagonia e le gambe nude al vento.
Sembrava proprio uno di quei dolcetti coperti di marshmallow, uno Sno Ball, ma su due stuzzicadenti.
"Hai da fare?" chiese lei. Stava cercando ovviamente di mantenere la calma, ma dal modo in cui i suoi tacchi a spillo battevano a terra, era su di giri - e non nel modo giusto.
"Ehi, bimba." Le chiamava tutte così. "Ti sei divertita stanotte?"
"No."
"Beh, che peccato. Ascolta, ci vediamo in giro -"
La donna commise l'errore colossale di aggrapparsi al suo braccio mentre si allontanava, le unghie strinsero la camicia di seta e gli affondarono nella pelle.
Trez voltò la testa di scatto con gli occhi che lanciavano fiamme. Ma almeno riuscì a evitare di mostrarle le zanne.
"Che diavolo pensi di fare?" disse lei avvicinandosi.
"Trez!" urlò qualcuno.
All'improvviso, la voce del capo della sicurezza arrivò al suo cervello. Una buona cosa. Le Ombre erano una specie pacifica per natura - si assicuravano che non venissero aggrediti.
Xhex si avvicinò di corsa, come se sapesse che il tasso d'incidenza di omicidi non era l'un percento fuori dal regno del possibile, gli liberò il braccio dalla presa, sentendo le cinque unghiate roventi di dolore.
Tenendo a bada la furia, Trez fissò quel viso. "Va' a casa ora."
"Mi devi una spiegazione -"
Lui scosse il capo. "Non sono il tuo ragazzo, bimba."
"Cavolo se è vero, lui sa come comportarsi con  una donna!"
"Quindi torna a casa da lui," disse Trez incupendosi.
"Che cosa fai? Scopi una ragazza diversa ogni notte della settimana?"
"Sì. E qualche volta raddoppio la domenica." Merda, a questa avrebbe dovuto ripulire la memoria. Quando era stato con lei? Due notti prima? Tre? Ormai era troppo tardi.
"Tornatene dal tuo uomo."
"Mi fai schifo! Tu, figlio di puttana,   succhiacazzi -"
Mentre Xhex s'inseriva tra loro due e iniziava a parlare con voce bassa all'isterica, Trez era più che felice di avere rinforzi... perché sai cosa? La pollastrella nella Nissan in quel preciso momento gli stava lanciando un'ultima occhiata dal parcheggio.
Abbassando il finestrino, la donna sorrise come se, in un litigio tra fidanzati, lei fosse l'amante. "Ci vediamo presto, tesoro."
Si preparò per la scena madre a comando. Dopo aver interpretato la bimba col parka rosa, col fidanzato, col disordine affettivo, scoppiò in un pianto a dirotto come se fosse davanti a una tomba.
Eeee naturalmente in quel momento si presentò iAm.
Trez chiuse gli occhi registrando la presenza del fratello.
Grande. Dannatamente meraviglioso.

4 commenti:

  1. Ciao cristiana sono sempre Adele sto recuperando i capitoli passati che non avevo letto e neanche visto - sono troppo imbranata - cmq complimenti brava e grazie - piano piano li sto leggendo tutti , troppo belli

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  2. Complimenti, stavo leggendo il libro in spagnolo... Direttamente in italiano me lo godo di più

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