Lover at Last
4
L'Eletta
Layla aveva vissuto la sua intera esistenza senza alcun compromesso fisico col
suo corpo. Nata nel Santuario della Vergine Scriba e addestrata in quella
sublime e sovrannaturale serenità, non aveva mai conosciuto la fame, la brama o
il dolore. Né il caldo né il freddo, nemmeno contusioni, traumi o contrazioni.
Il suo corpo era stato, come tutte le cose create nel sacro luogo della madre
della specie, un perfetto esemplare funzionante ai più alti livelli -
"Oh,
Dio," Layla deglutì rumorosamente, saltò giù dal letto e arrivò
barcollante in bagno.
I
suoi piedi nudi scivolarono sul marmo mentre si lasciava cadere in ginocchio,
sollevò la tavoletta del water e si piegò per trovarsi faccia a faccia con lo
scarico della tazza.
"Fallo...
solo questo... " ansimò mentre la nausea crescente le contaminava il corpo
fino alla punta dei piedi che si arricciarono aggrappandosi al pavimento.
"Per
favore... per amore della Vergine Scriba... "
Se
fosse riuscita a liberarsi lo stomaco, sicuramente la tortura si sarebbe
attenuata -
Spinse
due dita, l'indice e il medio, nella
gola così forte da soffocare. Ma era quello il massimo. Non c'era coordinazione
nel suo diaframma, nessuna liberazione da carne andata a male dal suo
stomaco... non che ne avesse mangiato - o qualcosa del genere - quand'era stata
l'ultima volta? Giorni.
Forse
era quello il problema.
Stringendosi
le braccia intorno alla vita, Layla poggiò la fronte sudata sul bordo duro e
freddo della tazza a provò a respirare piano - questo perché la sensazione
dell'aria che saliva e scendeva nella gola peggiorava il suo bisogno di
vomitare.
Pochi
giorni prima, durante il suo bisogno, il suo corpo aveva preso il controllo,
l'urgenza di accoppiarsi era stata talmente forte da cancellare ogni pensiero
ed emozione. Quel predominio era passato in fretta, comunque, e altrettanto
avevano fatto i malanni e i dolori grazie all'inarrestabile accoppiamento,
mentre la sua pelle e le ossa rimettevano ancora una volta il cervello in
panchina.
L'equilibrio
si stava rovesciando di nuovo.
Lasciandosi
andare, Layla poggiò con cautela le spalle contro la benedetta frescura del
muro di marmo.
Considerando
quanto si sentiva male, la sola cosa che riusciva a dedurre era che stava
perdendo la gravidanza. Non aveva mai visto nessuna al Santuario sentirsi allo
stesso modo - quel malanno era normale sulla Terra?
Chiudendo
gli occhi, Layla desiderò di poter parlare con qualcuno. Ma erano in pochi a
conoscere la sua condizione - La maggior parte degli abitanti della magione non
sapeva del suo bisogno o che qualcuno l'avesse servita. Il periodo fertile di
Autumn si era scatenato, in risposta la Confraternita si era allontanata e non
c'era via di scampo all'esposizione di quegli ormoni - come aveva ben imparato
di prima mano. Poco alla volta tutti erano tornati nelle loro stanze. E mentre
anche il suo bisogno svaniva, i residui ormonali che riempivano l'aria, vennero
attribuiti al bisogno di Autumn che terminava.
La
riservatezza delle sue due stanze non sarebbe comunque durata a lungo se la
gravidanza fosse andata avanti. Primo perché gli altri avrebbero avvertito il
suo stato, soprattutto dai maschi, che erano particolarmente acuti con quella
serie di cose.
E
secondo, dopo un po' di tempo, la pancia si sarebbe notata.
A
parte se... sentendosi tanto male, come poteva sopravvivere il bambino?
Mentre
avvertiva una vaga sensazione di rigidità nel basso addome, come se il suo
bacino fosse schiacciato da una morsa invisibile, Layla provò a distrarre la
sua mente pensando a qualcosa che non fossero le sue sensazioni fisiche.
Degli
occhi del colore di un cielo notturno le si pararono dinanzi.
Occhi
penetranti, occhi che la fissavano da un viso insanguinato e distorto... e
bellissimo perfino nella sua bruttezza.
Okay.
Questo non era un miglioramento.
Xcor,
capo della Banda dei Bastardi. Un traditore del re, un maschio impavido che era nemico della Confraternita e dei
rispettabili vampiri in ogni luogo. Il feroce guerriero nato da una madre
nobile che non lo aveva voluto a causa del suo viso e un padre sconosciuto che
non aveva rivendicato la sua paternità.
Un
carico indesiderato passato dalla casa all'orfanotrofio fino a che era entrato
nel campo d'addestramento del Carnefice nel Vecchio Continente. Un combattente
senza rimorsi addestrato lì per grandi cose; poi, nell'età matura, era
diventato un signore della morte che batteva le terre con una banda di
combattenti scelti designati prima allo stesso Carnefice, in seguito a Xcor - e
nessun altro.
Le
informazioni nella biblioteca del Santuario terminavano là perché nessuna
Eletta le aveva aggiornate. Il resto comunque, poteva aggiungerlo da sé: la
Confraternita credeva che l'attentato alla vita di Wrath nell'autunno
precedente fosse opera di Xcor, e lei aveva anche sentito che c'erano dei
ribelli nella glymera che
collaboravano con lui.
Xcor.
Un brutale maschio, traditore senza coscienza, senza lealtà, nessun principio
tranne servire se stesso.
Tuttavia
quando lo aveva guardato negli occhi, quando lei era stata al suo cospetto,
quando lo aveva nutrito senza sapere che
fosse il nuovo nemico... Layla si era sentita una vera femmina per la
prima volta nella sua vita.
Perché
non l'aveva guardata con ostilità, ma con -
"Basta
ora," si disse ad alta voce. "Smettila subito."
Come
se fosse una bambina che cercava d'intrufolarsi nella credenza o roba del
genere.
Forzandosi
ad alzarsi in piedi, Layla si avvolse nella veste e si decise a lasciare la
stanza e di dirigersi in cucina. Era necessario un cambio di scenario tanto
quanto il cibo - fosse solo per dare al suo stomaco turbolento qualcosa da
espellere.
Uscendo,
non controllò i suoi capelli o il viso nello specchio. Non si agitò inutilmente
per come indossava la veste. Non sprecò neanche un momento a preoccuparsi su
quali sandali, uguali gli uni agli altri, indossare.
Aveva
sprecato troppo tempo in passato sui dettagli del suo apparire. Sarebbe stato
molto meglio se avesse servito studiando o esercitandosi per una vocazione. Ma
non era permesso senza una prescrizione consentita dell'attività per un'Eletta.
Mentre
si avviava in corridoio, Layla fece un profondo respiro, si raddrizzò e si
diresse verso lo studio del re -
Più
avanti, Blaylock, figlio di Rocke, irruppe nella Galleria delle Statue con le
sopracciglia basse e il corpo coperto di pelle dalle spalle alla suole dei suoi
tremendi stivali. Mentre avanzava, controllava le sue armi una a una,
estraendole dalle fondine e rimettendole al loro posto.
Layla
si bloccò.
Quando
finalmente il maschio la vide, fece lo stesso con uno sguardo distante.
Coi
capelli rosso scuro e gli occhi di un magnifico blu zaffiro, questo civile era
un combattente della Confraternita, ma non era un bruto. Non importava quante
notti passasse sul campo a combattere, lui restava composto e con buone
maniere, un gentiluomo intelligente di bel portamento ed educazione.
Non
fu una sorpresa quindi che, anche se andava di fretta, s'inchinasse lievemente
in un saluto formale prima di riprendere il passo svelto scendendo lo scalone
principale.
Mentre
Blay si avviava all'ingresso, la voce di Qhuinn le riempì la mente.
Sono innamorato di qualcuno...
Layla
si esercitò nella nuova abitudine di bestemmiare tra i denti. Che triste
relazione c'era tra i due combattenti e la sua gravidanza non aiutava di certo.
Ma
il dado era stato lanciato.
E
ora tutti dovevano vivere con le conseguenze.
* * *
Mentre
Blay scendeva le scale, si sentì come se qualcuno lo inseguisse, il che era
impossibile, una cosa da pazzi. Non c'era nessuno alle sue spalle a
minacciarlo, nessun seduttore con la maschera di Jason o qualche bastardo
malato con un brutto maglione natalizio e i coltelli al posto delle dita, o un
clown assassino...
Solo
un'Eletta probabilmente incinta che aveva trascorso ben dodici ore a scoparsi
il suo ex migliore amico.
Nessun
problema.
Almeno
non avrebbe dovuto esserci nessun problema. Il guaio era che, ogni che vedeva
quella femmina, sentiva come un cazzotto nelle viscere. Che era un'altra
dimostrazione di follia. Lei non aveva fatto nulla di sbagliato. Nemmeno
Qhuinn.
Anche
se, Dio, se lei fosse stata incinta...
Blay
ricacciò tutti quei pensieri infelici nell'oscurità mentre attraversava
l'ingresso di corsa. Non aveva tempo per quelle chiacchiere pseudo
psicologiche, nemmeno se avesse voluto farlo. Quando Vishous ti chiamava nella
tua notte di rotazione e ti diceva che dovevi essere pronto in cinque minuti,
era perché le cose non andavano bene.
Nessun
dettaglio era stato dato durante la telefonata e non ne aveva chiesto. Blay si
era preso solo un momento per mandare un messaggio a Saxton, poi si era
vestito, armato e pronto per qualunque cosa.
In
un certo senso era una buona cosa. Trascorrere la notte a leggere nella sua
stanza l'aveva reso inquieto e, benché non volesse che nessuno fosse nei guai,
almeno così faceva un po' di movimento. Uscendo dall'atrio...
Si
trovò faccia a faccia con il carro attrezzi della Confraternita.
Quell'affare sembrava davvero un mezzo per umani, deliberatamente dipinto col logo AAA rosso e il nome Soccorso Murphy. Un finto numero di telefono e un finto slogan che diceva: "Siamo Sempre Qui Per TE".
Quell'affare sembrava davvero un mezzo per umani, deliberatamente dipinto col logo AAA rosso e il nome Soccorso Murphy. Un finto numero di telefono e un finto slogan che diceva: "Siamo Sempre Qui Per TE".
Stronzate.
A meno che, naturalmente, il "te"
fosse un membro della Confraternita.
Blay
si sedé sul sedile del passeggero e trovò Tohr al volante, non V. "Non
viene Vishous?"
"Siamo
solo io e te, ragazzo - sta ancora lavorando sull' esame balistico di quel
proiettile."
Il
Fratello accelerò, il motore diesel ruggì come una bestia e i fanali fecero un
ampio cerchio dalla fontana nel cortile fino al parcheggio con le auto tutte
allineate.
Blay
controllò i veicoli rimasti e ne mancava solo uno, Tohr disse, "Sono
Qhuinn e John."
Blay
chiuse gli occhi per un istante. "Cos'è successo?"
"Non
ne so molto. John ha chiamato V per assistenza." Il Fratello guardò
davanti. "E io e te eravamo gli unici liberi."
Blay
si aggrappò alla maniglia dello sportello per aprirlo e smaterializzarsi.
"Dove sono..."
"Calma,
ragazzo. Conosci le regole. Nessuno di noi esce da solo, per cui ho bisogno che
il tuo culo stia sul quel sedile per non violare il mio stesso dannato
protocollo."
Blay
diede un pugno nello sportello talmente forte che il dolore pungente alla mano
ebbe la capacità di schiarirgli un po' la mente. Dannata Banda dei Bastardi che
rompeva le palle a tutti loro, e il fatto che la regola avesse un senso lo fece
incazzare ancora di più. Xcor e i suoi ragazzi avevano dimostrato di essere
sfuggenti, aggressivi e completamente senza morale - non proprio il nemico che
vorresti incontrare quando sei tutto solo soletto.
Ma
andiamo!
Blay
prese il telefono per inviare un messaggio a John - ma si fermò perché non
voleva che i ragazzi si distraessero per dargli dei dettagli. "Non c'è
nessuno che può arrivare da loro più in fretta?"
"V
ha chiamato gli altri, ma stanno combattendo in centro e nessuno può
mollare."
"Dannazione."
"Andrò
più veloce che posso, figliolo."
Blay
annuì per non sembrare maleducato. "Dove sono e quanto sono
distanti?"
"Tra
i quindici e i venti minuti. Appena fuori in periferia."
Merda.
Mentre
guardava la neve cadere fuori dal finestrino, Blay disse a se stesso che se
John aveva mandato un messaggio, erano vivi e, grazie a Dio, aveva richiesto un
carro attrezzi, non un'ambulanza. Per quel che ne sapeva, avevano una gomma a
terra o un parabrezza rotto, e farsi venire una crisi isterica non avrebbe
ridotto la distanza, diminuito il dramma, se ce ne fosse stato uno, oppure
poter cambiare il risultato.
"Mi
spiace di esser stato un'idiota," sussurrò Blay mentre il Fratello
sfrecciava sulla superstrada.
"Non
devi scusarti per esser preoccupato per i tuoi ragazzi."
Cavolo,
Tohr era davvero figo.
Siccome
era notte fonda, non c'era traffico sulla Northway, solo un paio di auto che
ondeggiavano come pipistrelli. Il carro attrezzi non andò a manetta tutto il
tempo. Dopo circa otto miglia, uscirono a nord della periferia di Caldwell, in
un'area suburbana nota per le ville, non per le fattorie. Dove viaggiavano
Mercedes e non Mazda.
"Che
diavolo stanno facendo qui?" chiese Blay.
"Ricerche
su quei verbali."
"Sui
lessers?"
"Sì."
Blay
scosse la testa mentre si avviavano verso muri di pietra alti e spessi come dei
difensori di football, e cancelli di fine filigrana in ferro battuto che erano
chiusi all'esterno.
All'improvviso
prese un profondo respiro e si rilassò. I civili che stavano facendo ritorno in
città erano terrorizzati e vedevano i segni dell' attività dei lessers in ogni cosa li circondasse - il
che non voleva dire che stessero saltando fuori in quell'istante da dietro una
statua nel giardino oppure che si nascondessero nel seminterrato.
Non
era un evento mortale. Era uno meccanico.
Blay
si passò le mani sul viso a chiuse la merda fuori premendo il suo bottone
interno. Almeno fino a che non fossero arrivati all'altro lato del codice
postale e trovare l'incidente.
Era
solo un dannato problema meccanico.
Blay
balzò fuori prima che Tohr cominciasse ad accostare e si materializzò proprio
vicino all'Hummer.
"Oh
Cristo, no," si lamentò quando vide le forme di due soli brillanti nel
parabrezza - il tipo di cosa che puoi vedere solo quando due teste sbattono
contro il vetro.
Inciampando
nella neve, Blay andò al posto di guida, l'odore dolciastro e pungente della
benzina gli tagliò il naso mentre il fumo dal motore gli fece battere le
palpebre -
Un
fischio acuto arrivò da sinistra. Voltandosi Blay cercò con lo sguardo nel
panorama innevato e trovò due forme mastodontiche a circa sei metri di distanza
alla base di un albero vicino alla taglia di quello su cui l' Hummer si era
schiantato.
Zigzagando
attraverso i mucchi di neve, Blay arrivò atterrando sulle ginocchia. Qhuinn era
sdraiato a terra, le sue gambe lunghe e pesanti distese e la parte superiore
del corpo in grembo a John.
Il
maschio lo stava fissando coi suoi occhi spaiati senza muoversi e senza
parlare.
"È
paralizzato?" chiese Blay guardando John.
"Non
mi pare di esserlo," rispose seccamente Qhuinn.
Credo sia un trauma cranico disse John con le mani.
"Io
non -"
È volato giù dal tetto dell'Hummer e ha
colpito quest'albero -
"Ho
quasi mancato l'albero -"
E l'ho tenuto giù da allora.
"Cosa
che mi fa incazzare -"
"Come
andiamo, ragazzi?" disse Tohr avvicinandosi, con gli stivali che rompevano
il manto ghiacciato. "Qualcuno è ferito?"
Qhuinn
si liberò dalla presa di John e si mise in verticale. "No - stavamo
soltanto -"
A
quel punto l'equilibrio del ragazzo divenne traballante, il suo corpo sbandò
così tanto che Tohr dovette acchiapparlo prima che cadesse.
"Tu
vai ad aspettarci nel furgone," disse il Fratello cupamente.
"Fanc...-"
Tohr
diede uno strattone al ragazzo fino a trovarsi faccia a faccia con lui.
"Scusami,
figliolo. Cosa hai detto? Perché so che non volevi mandarmi a fanculo,
vero?"
Okay.
Bene. Blay sapeva di prima mano che c'erano poche cose viventi su cui Qhuinn
avrebbe ceduto; un Fratello che il ragazzo rispettava, che era più che pronto a
terminare il lavoro che quell'albero di pino aveva cominciato, era sicuramente
una di queste.
Qhuinn
diede un'occhiata al suo SUV distrutto.
"Mi
spiace. Una brutta nottata. E sono stato stordito solo per qualche secondo. Sto
bene."
Nel
modo tipico di Qhuinn, il bastardo si liberò dalla presa e andò all'ammasso
fumante di metallo guidabile in precedenza come se avesse cancellato le sue
ferite grazie alla forza di volontà.
Lasciando
chiunque nella sua polvere.
Blay
si alzò e si costrinse a guardare John. "Cos'è successo?"
Ringraziò
Dio per il linguaggio dei segni; gli diede qualcosa da guardare e
fortunatamente John riempì il racconto di dettagli. Quando fu detto tutto, Blay
riuscì solo a fissare il suo amico. Ma andiamo, non era come se qualcuno
potesse mettere quella merda insieme.
Non
riguardo qualcuno che a loro piaceva, in ogni caso.
Tohrment
cominciò a ridere.
"Ha
fatto un hyslop, è questo che stai
dicendo?"
"Non
sono sicuro di sapere cosa sia" disse Blay.
Tohr
scrollò le spalle e seguì le tracce di Qhuinn attraverso la neve, muovendo il
suo braccio in direzione del rottame. "Ecco qua. Questa è la definizione
di hyslop - accelerata dal tuo
ragazzo che ha lasciato le chiavi inserite."
Non
è il mio ragazzo, disse Blay a se stesso. Non lo è mai stato. Non lo sarà mai.
E
il fatto che ciò lo ferisse più di ogni tipo di trauma, era qualcosa da tenere
per sé.
Una
volta al lato e lontano dai fanali, Blay si raddrizzò a guardare mentre Qhuinn
si accucciò alla porta del conducente bestemmiando a bassa voce. "Un
casino. Un vero casino."
Tohr
fece lo stesso al lato passeggero. "Oh guarda, fanno un paio."
"Credo
che siano morti."
"Davvero.
Da cosa l'hai capito? Dal fatto che non si stanno muovendo o che questo ragazzo
non ha più i lineamenti facciali?"
Qhuinn
si alzò e guardò oltre il telaio.
"Dobbiamo
girarla e trainarla."
"E
io che pensavo stessimo per prepararci dei marshmallows," disse Tohr.
"John? Blay? Venite qui."
Tutti
e quattro si allinearono spalla a spalla tra le gomme e s'infossarono negli
stivali, bloccando le loro posizioni nella neve. Quattro paia di mani presero i
pannelli; quattro corpi si tesero pronti a partire; quattro paia di spalle si
strinsero.
Una
sola voce contò, quella di Tohr. "Al mio tre. Uno. Due. Tre -"
L'Hummer
aveva già avuto una pessima serata e questa cosa che fosse giusta o sbagliata
lo fece gemere così rumorosamente che un gufo attraversò la strada e un paio di
cervi presero il volo sugli zoccoli tra gli alberi.
E
ancora, non era solo il SUV a bestemmiare. Tutti stavano imitando George Carlin
sotto a quel peso morto mentre cercavano di far leva sulla presa della forza di
gravità su tutto quell'acciaio.
Le
leggi della fisica erano oppressive, e mentre il corpo di Blay andava sotto
sforzo, tutti i muscoli s'indurirono conto le sue ossa, voltò la testa e cambiò
la presa -
Era
proprio fianco a fianco con Qhuinn.
Gli
occhi di Qhuinn erano concentrati di fronte a sé, le labbra arricciate sulle
zanne, l'espressione feroce come risultato del totale sforzo anatomico.
Era
somigliantissima a quando stava per venire.
Santa
inadeguatezza.
Ed
era decisamente male che il fatto non facesse cambiare forma al suo pensiero.
Il
guaio era che Blay aveva esperienza diretta su ciò che un orgasmo provocava al
ragazzo - sebbene non fosse lui uno del cast di migliaia di quelli che erano
stati un recipiente. Oh no. Mai quello. Dio, il ragazzo da 'scopata libera' che
aveva ficcato il cazzo in qualunque cosa che respirasse - e forse anche in
oggetti inanimati - non si sarebbe mai fatto Blay.
Sì,
perché quel sottile gusto sessuale che aveva portato Qhuinn a scoparsi ogni
cosa in Caldwell nell'età tra i venti e i ventotto anni, aveva escluso Blay da
quei fottuti giochi.
"Sta...
cominciando a muoversi..." disse Tohr stringendo i denti. "Mettiamoci
sotto."
Blay
e Qhuinn entrarono in azione lasciando le loro prese, accucciandosi e mettendo
le spalle contro il bordo del tettuccio.
Faccia
a faccia, i loro occhi s'incontrarono mentre i respiri esplosero dalle bocche
di entrambi, le cosce entrarono in azione, i corpi opposti in una guerra contro
tutto quel duro, freddo peso - che scivolava leggermente grazie alla neve.
La
loro potenza aggiunta fu il punto di svolta - letteralmente. Un asse formato su
gomme opposte e un carico di quasi quattro tonnellate di Hummer si spostò su
loro diventando sempre più leggero.
Perché
diavolo Qhuinn lo stava guardando in quel modo?
Quegli
occhi, quel paio blu e verde, era fisso su Blay - e non si muoveva.
Forse
era solo la concentrazione - come se mettesse a fuoco un 'immagine a cinque
centimetri dalla sua faccia e Blay si trovasse per caso proprio lì di fronte.
Doveva
essere...
"Piano,
ragazzi!" gridò Tohr. "O la capovolgeremo al contrario!"
Blay
smise di sgobbare e ci fu un momento di sospensione, solo un secondo nel quale
accadde l'impossibile, dove quel SUV di quattro tonnellate rimase in bilico
perfetto su due ruote, dove ciò che era stato straziante divenne... esilarante.
E
Qhuinn continuava a fissarlo.
Mentre
l'Hummer si poggiava con un balzo su quattro ruote, Blay s'acciglio, voltando
le spalle. Quando lanciò un'occhiata indietro, gli occhi di Qhuinn erano ancora
allo stesso posto.
Blay
si allungò e sibilò, "Che c'è?"
Prima
che arrivasse una qualsiasi risposta, Tohr esaminò la porta del SUV e l'aprì.
L'odore del sangue fresco fluttuò nella brezza. "Cavolo, anche se non è
intero, sono sicuro che lo rivuoi indietro. Ma pulire qui sarà un cazzo di
problema."
Qhuinn
non rispose, sembrava aver dimenticato lo spot con Mayhem della Allstate che il
suo SUV stava vivendo. Stava semplicemente fermo, fissando Blay.
Forse
al figlio di puttana era venuto un colpo nell'alzarsi in piedi?
"Che
problema hai?" ripeté Blay.
"Porto
il carro attrezzi qui," disse Tohr avviandosi al veicolo. "Lasciate
stare i corpi dove sono - potrete sistemarli andando a casa."
Nel
frattempo Blay poteva sentire John fermarsi e fissarli - qualcosa a cui Qhuinn
non pareva interessarsi, naturalmente.
Con
una maledizione, Blay risolse il problema correndo verso il carro attrezzi e mettendosi
di fianco mentre Tohr andava verso il cofano dell' Hummer. Blay prese
l'argano, aprì la pinza e liberò il
cavo.
Sentiva
di sapere ciò che girava nella mente di Qhuinn, e se aveva ragione, il ragazzo
avrebbe fatto meglio a starsene zitto e a tornarsene direttamente a casa.
Blay
non voleva sentire.
Grazie Christiana, sei grande! Susanna
RispondiEliminaUn bacio grande Susanna, grazie a te!
RispondiEliminagrazieeee ma lo metti tutto?? un bacioo
RispondiEliminaancora non so di preciso, non vorrei incorrere nelle ire della Casa Editrice, cmq ne tradurrò ancora un po', e poi avevo pensato a degli 'inserti' speciali. Sai... le parti più succose! :D Vorrei ringraziarti x nome, ma sei un utente anonimo, quindi, grazie Anonimo!
Elimina