mercoledì 8 aprile 2015

Capitolo 1 di THE SHADOWS di J.R. Ward


Capitolo 1


NIGHT CLUB SHADOWS, CALDWELL, NEW YORK

Non ci fu alcun bussare. La porta dell'ufficio semplicemente si spalancò come colpita da del C4. O da una Chevy. Oppure da un...

Trez "Latimer" distolse gli occhi dalle scartoffie sulla sua scrivania. Era "Big Rob" la bomba?

Quando il vice del suo servizio di sicurezza cominciò a balbettare e a sparare le mani in tutte le direzioni, Trez lasciò scivolare lo sguardo oltre la sua spalla verso lo specchio unidirezionale sei metri per tre dietro la sua plancia di comando stile Capitano Kirk. Di sotto, il suo nuovo club traboccava di umani che si dimenavano nell'open space del magazzino riconvertito, ognuno di quei poveri schifosi bastardi rappresentava un profitto di un paio di centoni, dipendeva dai loro vizi e da quanto avevano voglia di farsi.

Era la serata di apertura dello shAdoWs, e lui si aspettava dei casini.

Solo non del tipo che trasformava un esperto buttafuori in una mocciosa dodicenne.

"Che cazzo sta succedendo?" chiese alzandosi e aggirando la scrivania.

"Io... tu... io... il tizio... lui..."

Ritrova in fretta il vocabolario, pensò Trez. Oppure dovrò cacciarti dentro le parole, amico mio.

Infine, il gorilla sputò fuori, "Devi vederlo coi tuoi occhi."

Trez seguì Big Rob fuori e corse giù per le scale. Il suo ufficio aveva la chiusura automatica, non che avesse dei segreti nascosti lì dentro. Tuttavia, aveva un paio di bei divani in pelle e l'attrezzatura di video sorveglianza piazzabili su Ebay, inoltre non gli piaceva avere gente nei suoi spazi per principio.

"Silent Tom sta contenendo il problema," urlò Big Rob soverchiando il rumore mentre raggiungevano il piano più basso.

"Tipo una perdita di sostanze chimiche?"

"Non so cosa sia."

"About the Money", la canzone di T.I. pompava talmente forte dalle casse da formare una presenza fisica nell'aria, trasformandosi in una massa che Trez dovette sforzarsi di attraversare mentre si aprivano la strada oltre l'addetto alla sicurezza di guardia  all'ingresso della area privè.

Come nel suo altro club, la Maschera di Ferro, dovevano esserci delle piccole zone in cui nessuno potesse vedere nulla per i suoi clienti. Era abbastanza complesso gestire il giro di prostituzione a Caldwell, New York, senza che la gente mostrasse parti del corpo flaccide all'aperto.

"Qui dietro," esclamò Big Rob.

Silent Tom era un muro umano di fronte alla porta chiusa della terza stanza privata in fondo. Ma Trez non aveva bisogno di nessuna spiegazione per fare due più due: il suo naso eseguì perfettamente l'addizione.

La dolce puzza nauseante di un lesser permeava il corridoio, sovrastando il sudore e il sesso degli umani tutto intorno.

"Lasciami dare un'occhiata," esordì cupo.

Silent Tom si fece di lato. "Si muove ancora. Qualunque diavolo di cosa sia."

Già, probabilmente l'assassino lo era. Quei bastardi dovevano essere uccisi in un modo distinto oppure continuavano a vivere, anche se fatti a pezzi.

"Dobbiamo chiamare un'ambulanza," disse Big Rob. "Sono stato io. Non volevo..."

Trez sollevò una mano. "Hai fatto bene. E lascia perdere il 911."

Aprendo la porta, fece una smorfia all'intensificarsi della puzza, poi entrò nella stanza tre metri per tre. Le pareti e i pavimenti erano neri, il soffitto coperto di specchi, un faretto diffondeva una luce soffusa dall'alto. L'assassino era raggomitolato nell'angolo più lontano sotto la panca incorporata per lo spanking, si lamentava e perdeva un olio viscido che puzzava come una carcassa in decomposizione mista a biscotti di farina d'avena appena sfornati e borotalco per bambini Johnson & Johnson.

Rivoltante. E ancora una volta, gli faceva passare la voglia di fare una scappata da Mrs. Fields per i dolci, che lui non apprezzava... e di avere bambini, di cui non gli importava niente.

Trez controllò l'orologio. Mezzanotte. Xhex, a capo del servizio di sicurezza, si stavo godendo una rara serata libera col suo compagno, John Matthews... e Trez aveva dovuto costringere la femmina a prendersi una pausa, perché era l'unica volta durante quella settimana che il suo hellren non era di turno con la Confraternita del Pugnale Nero.

Avrebbe dovuto occuparsi di quel problema da solo.

Trez tornò in corridoio. "Okay, cos'è successo?"

Con discrezione, Big Rob tirò fuori una manciata di sacchetti di cellophane pieni di polvere e un rotolo di banconote. "Lo abbiamo trovato a spacciare questa. È diventato arrogante. L'ho picchiato e lui ha risposto al colpo... era un cazzo di demonio, e quando ha tirato fuori il coltello, ho capito di essere nei guai. Ho fatto ciò che dovevo fare."

Trez imprecò quando riconobbe il simbolo riprodotto sulle bustine di eroina. Non era roba degli umani... ed era la seconda volta che lo vedeva.


Era l'Antico Idioma dei vampiri... e quella merda era di nuovo tra le mani di un lesser? Questa volta come spacciatore?

Prese la droga e se la mise in tasca. Lasciò che il suo buttafuori si tenesse il contante "Sei stato fortunato a non essere ucciso."

"Parlerò alla polizia. È tutto inciso su nastro."

Trez scosse la testa. "Non coinvolgeremo il Dipartimento di Polizia di Caldwell."

"Ma non possiamo semplicemente lasciarlo qui." Big Rob lanciò un'occhiata al suo partner silenzioso. "Sta per morire."

Gli ci volle un attimo a soggiogare la mente degli umani. Di entrambi. In quanto Ombra, Trez era come qualsiasi altro vampiro, in grado di penetrare in un cervelletto e di risistemare pensieri e ricordi, come fossero poltrone e divani in un soggiorno.

O magari di rimuoverli del tutto dalla casa.

Il corpo di Big Rob si rilassò all'istante e lui annuì. "Oh, certo. Possiamo attendere qui. Nessun problema, capo... e non preoccuparti, non vuoi che nessuno entri qui dentro? Sarà fatto."

Trez gli diede una pacca sulla schiena. "Posso sempre contare su di te."

Dirigendosi di nuovo verso il suo ufficio, continuò a inveire. Era andato dai Fratelli mesi prima, quando aveva trovato per la prima volta un assassino con quella merda addosso. E avrebbe voluto approfondire il rapporto con i guerrieri. Ma la vita si era messa in mezzo, cose come la s’Hisbe gli davano la caccia, e Selena e lui…

Il solo pensare all'Eletta gli fece chiudere gli occhi e inciampare sulle scale.

Poi, però, si sbarazzò di quel tormento. Perché si trattava di lasciar andare o di collassare in un buco nero. La buona notizia? Aveva trascorso un sacco di tempo negli ultimi nove mesi, cercando di tenere la sua mente, le sue emozioni, la sua anima, lontano da Selena.

Per cui era abituato a quel genere di prova di forza.

Purtroppo, lei rimaneva una preoccupazione costante, come una febbriciattola che lo perseguitava, indipendentemente da quanto dormisse e mangiasse nel modo corretto.

E alcune notti, era molto più che una preoccupazione... che poi era il motivo per cui qualche volta aveva dovuto andarsene dalla magione della Confraternita e tornare a dormire nel suo appartamento al Commodore.

Dopotutto, i maschi che avevano sviluppato un legame potevano essere pericolosi, il fatto che non fosse con lei - e non lo sarebbe stato - non significava assolutamente niente per quella parte di lui. Specialmente quando lei nutriva i guerrieri che non potevano, per un qualunque motivo, cibarsi dalla vena delle loro compagne.

Era assolutamente folle.

Lei era una virtuosa serva della Vergine Scriba, lui era uno riabilitato dalla dipendenza da sesso, con una sentenza di prigione a vita che pendeva sulla sua testa, eppure secondo il suo cazzo e le sue palle, questa era la ricetta del vero amore.

Sì. C'era della virtuosa scienza dei numeri ad attenderlo.

Dio, era quasi sollevato di avere un assassino che gocciolava dappertutto in una delle sue stanze del sesso. Almeno questo gli dava una bomba da disarmare... il che era meglio che starsene a fissare quell'anonima folla di sconosciuti, che nutrivano le loro dipendenze grazie alle donne e agli alcolici di cui lui li riforniva.

Mentre attendeva l’inevitabile ritorno a casa.

Alla s’Hisbe.

3 commenti:

  1. dai forza avanti così grazie come sempre tvb christiana quello che mi preoccupa è sapere che sarà una lunga attesa ciao

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  2. Sei una grande!!! Grazie mille non vedo l'ora di continuare a leggere spero che sarai veloce non resistoo >.< continua cosi! <3

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