mercoledì 9 aprile 2014

Capitolo 1 di THE KING di J.R. Ward

The King

Capitolo 1


Manhattan, distretto di Meatpacking, Presente

"Dammi la tua bocca," ordinò Wrath.

Beth voltò la testa e si allungò tra le braccia del suo compagno. "La vuoi? Prenditela."

Il ringhio che uscì dal quel torace massiccio era un promemoria che il suo uomo non era, di fatto, un uomo. Era l'ultimo vampiro di razza pura del pianeta - e quando si trattava di lei e di sesso, si trasformava in una palla da demolizione pur di arrivare a prenderla.

E non nel modo in cui quella cretina di Miley Cyrus si sparava quelle pose sexy - e presumeva che Beth fosse disponibile, naturalmente. Anche se, sul serio, quando una donna aveva l'opportunità di avere a disposizione due metri e cinque centimetri di culo sodo rivestito di pelle nera, che guarda caso ha degli occhi verde chiaro che brillano come la luna e lunghi capelli neri che scendono sul sopracitato posteriore di cemento?

No non era una parola appartenente al suo vocabolario; era un concetto estraneo.

Il bacio che le diede era brutale e lei lo voleva in quel modo, la lingua di Wrath che affondava nella sua bocca mentre la spingeva all'indietro attraverso la soglia del loro nascondiglio segreto.

Slam!

Il più bel suono del mondo. Beh, d'accordo, il secondo più bel suono del mondo - il numero uno era quello che faceva il suo uomo quando veniva dentro di lei.

Al solo pensiero, il suo sesso si aprì ancora di più.

"Oh, cazzo," esclamò lui nella sua bocca mentre una delle mani scivolava tra le gambe di lei. "Lo volevo così - ... sei bagnata per me, leelan."

Non era una domanda. Perché conosceva la risposta, non è vero?

"Sento il tuo odore," gemé contro il suo orecchio mentre faceva scivolare le zanne lungo la gola. "La più bella cosa del mondo - a parte il tuo sapore."

Quel graffio nella voce, quel gonfiore compresso in grembo, quella dura lunghezza che premeva per entrare dentro lei - ebbe un orgasmo proprio lì in quell'istante.

"Scopami, ne abbiamo bisogno ancora," disse lui a denti stretti mentre lei si spingeva contro la sua mano, muovendo i fianchi. "Perché cazzo non veniamo qui ogni notte?"

Il pensiero di tutto il casino che li aspettava a Caldwell risucchiò parte dell'ardore dentro lei. Ma poi iniziò a massaggiarla con le dita, spingendo la cucitura dei jeans contro il suo punto più sensibile mentre con la lingua sondava la sua bocca come se stesse... um, sì.

Cavolo, e sai cosa? Tutto quello che riguardava il suo essere Re, l'attentato e la Banda dei Bastardi scivolò via.
Aveva ragione lui. Perché diamine non ritagliavano del tempo per quella fetta di Paradiso regolarmente?
Arrendendosi al sesso, infilò le mani tra la massa di capelli lunghi fino alla vita, quella morbidezza in contrasto con la durezza del suo volto, la forza di quel corpo incredibile, la sua volontà di ferro.

Non era mai stata una di quelle stronzette che sognavano il Principe Azzurro o un matrimonio da favola o qualcuna di quelle stronzate musicali della Disney. Ma anche per qualcuno che non aveva alcuna illusione e intenzione di apporre la propria firma su un certificato di matrimonio, in alcun modo si sarebbe immaginata con Wrath, figlio di Wrath, Re di una razza che fino ad allora credeva fosse niente più di un mito di Halloween.

Eppure eccola qui, innamorata persa di un vero assassino che usava il lessico di un camionista, una discendenza reale lunga quanto il suo braccio, e con un'arroganza tale da fare sembrare Kanye West come uno scarto d'autostima.

Okay, non era proprio tanto egocentrico - anche se, sì, probabilmente avrebbe fatto fuori Taylor Swift in un attimo, ma non perché il rap e l'hip-hop erano i suoi generi musicali preferiti e nemmeno perché era stato uno hater.

Infine, il suo hellren era un tipo da a-modo-mio-o-niente, e il trono su cui era seduto indicava che quel difetto di personalità era accolto stando inginocchiati con deferenza come legge in terra.

Quando si dice una tempesta perfetta. La buona notizia? Lei era la sola eccezione, l'unica persona che riuscisse a farlo ragionare quando s'incazzava sul serio. Era come per tutti i Fratelli e le loro compagne: i membri della Confraternita del Pugnale Nero, il gruppo di palestrati guerrieri scelti della razza, non erano noti per essere tipi con cui era facile andare d'accordo.

Inoltre, mica uno voleva degli smidollati in prima linea in qualsiasi guerra, specialmente quando i cattivi appartenevano alla Lessening Society.

E quei dannatissimi Bastardi.

"Non ce la faccio ad arrivare al letto," gemé Wrath. "Devo entrarti dentro ora."

"Allora prendimi sul pavimento." Gli succhiò il labbro inferiore. "Sai come si fa, non è vero?"

Ancora altri ringhi e ci fu un grande spostamento dell'asse terrestre mentre veniva sollevata in fretta e sistemata sul legno lucido. Il loft che Wrath usava da scapolo aveva il soffitto a cattedrale, un arredamento da magazzino vuoto, e le pareti dipinte di nero satinato come la canna di un Uzi.

Niente a che vedere con la magione della Confraternita in cui vivevano, ed era proprio quello il punto.

Per quanto meraviglioso fosse, tutte quelle lamine d'oro, i lampadari di cristallo e i mobili antichi potevano risultare un po' soffocanti -

Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip.

Con un altro piacevolissimo rumore, Beth perse un altro completo del suo guardaroba - e non era che Wrath non fosse orgoglioso di se stesso. Con le zanne luccicanti lunghe come pugnali e bianche come la neve appena caduta, trasformò la sua blusa di seta button-down in un piumino Swiffer, riducendola a pezzi sui suoi seni nudi mentre i bottoni volavano ovunque.

"Ecco di cosa stavo parlando."  Wrath si tolse gli occhiali a mascherina e sorrise, mostrando la sua attrezzatura dentale. "Niente tra noi..."

Incombendo su di lei, si attaccò a un capezzolo mentre le mani raggiungevano la cintura sui jeans neri. Tutto considerato, fu abbastanza educato nello sganciare la fibbia e aprire la cerniera, ma lei sapeva cosa stava per accadere...

Con un violento strattone, mise da parte i rimasugli di ciò che era stato un paio di Levi's di appena due settimane.

A lei non importava. E nemmeno a lui.

Oh, Dio, ne aveva bisogno.

"Hai ragione, è passato davvero troppo tempo," sibilò lei mentre la mano di Wrath andava alla propria patta, aprì i bottoni e liberò un'erezione che era ancora capace di toglierle il respiro.

"Mi spiace," sbottò stringendole la nuca e prendendola.

Mentre spalancava ancor di più le cosce per lui, Beth sapeva esattamente per cosa si stesse scusando. "Non scus - Gesù!"

Quella possessione bruciante era proprio quel che voleva - e lo stesso riguardava il ritmo martellante, le cosce massicce che sbattevano contro le sue, il suo culo nudo che strideva contro il pavimento mentre spingeva dentro di lei, le sue gambe che si aggrappavano ai suoi fianchi per farlo entrare più in profondità. Era una dominazione totale, il suo immenso corpo che pompava sempre più veloce e più intensamente.

Ma per quanto fosse bello, lei sapeva come spingersi al livello successivo. "Non hai ancora sete?" biascicò.

Completa. Immobilità. Molecolare.

Come se fosse stato colpito da un fascio raggelante. O forse un camion.

Quando alzò la testa, gli occhi erano così scintillanti che sapeva che se avesse guardato sul pavimento di fianco a lei avrebbe visto la propria ombra.

Artigliandolo alle spalle con le unghie, lei s'inarcò e voltò la testa di lato. "Ti va qualcosa da bere?"

Le labbra si arricciarono mostrando le zanne e sibilò come un cobra.

Il morso fu come una pugnalata, ma il dolore si dissolse trasformandosi in un dolce delirio che la portò in un'altra dimensione. Fluttuando e rimanendo ben salda a terra allo stesso tempo, lei ansimò passandogli le mani tra i capelli, avvicinandolo ancor di più a sé mentre succhiava dalla sua gola e affondava nel suo sesso.

Lei ebbe un orgasmo - e anche lui.

Ovviamente.

Dio, dopo un periodo di astinenza durato quanto? Almeno un mese - che era una cosa mai sentita per entrambi - lei realizzò quanto tutti e due ne avessero bisogno. Troppe interferenze dalle richieste da cui erano circondati. Troppo stress ad avvelenare le ore. Troppa schifezza intossicante da non poter fare qualcosa l'uno per l'altra.

Tipo, dopo che gli avevano sparato al collo, ne avevano parlato seriamente? Certo, c'era stata tutta la serie di Oh Mio Dio, sei vivo, ce l'hai fatta... ma lei continuava a sobbalzare ogni volta che un doggen stappava una bottiglia di vino in sala da pranzo o quando i Fratelli giocavano a biliardo per ore.

Chi sapeva che lo schiocco che faceva il pallino bianco quando veniva centrato aveva lo stesso identico suono di un colpo di pistola?

Lei no. Non fino a quando Xcor aveva deciso di piazzare un proiettile nella giugulare di Wrath.

Non proprio il tipo di educazione che cercava -

Senza alcuna ragione apparente, le lacrime le riempirono gli occhi e ruppero gli argini, ammassandosi tra le ciglia e scivolarono lungo le guance sebbene un'altra ondata di piacere le stesse investendo il corpo.

E allora l'immagine della ferita d'arma da fuoco di Wrath si manifestò nel suo campo visivo.

Sangue rosso sul giubbotto antiproiettile che indossava. Sangue rosso sulla canotta. Sangue rosso sulla pelle.

I tempi pericolosi erano arrivati, le brutture di una realtà di un non più ipotetico uomo nero nel suo armadio mentale, ma un urlo della sua anima.

Il rosso era il colore della morte per lei.

Wrath s'immobilizzò per la seconda volta e alzò la testa. "Leelan?"

Aprendo gli occhi, ebbe un improvviso attacco di panico all'idea di non poterlo vedere bene, che quel volto che cercava in ogni stanza, non importava da quanto tempo non lo vedesse, che quella conferma visiva della sua vita non le appartenesse più.

La sola cosa che doveva fare era battere le palpebre.
Ancora, ancora e ancora... ed era di nuovo con lei, chiaro come il sole.

E questo la fece piangere ancora di più. Perché il suo forte, adorato uomo era cieco - e sebbene ai suoi occhi questo non lo rendesse un handicappato, era stato imbrogliato dall'inizio, il che non era giusto.

"Oh, cazzo, ti ho fatto male -"

"No, no..." Gli prese il volto tra le mani. "Non fermarti."

"Sarei dovuto arrivare al letto -"

L'unico modo per far sì che si concentrasse nuovamente era inarcarsi sotto di lui, e così fece, ondulando e ruotando i fianchi in modo che il proprio sesso accarezzasse il suo. E Salve, ragazzone, la frizione venne registrata, il che gli annodò la lingua.

"Non fermarti," ripeté lei, provando a riavvicinarlo alla sua vena. "Mai..."

Ma Wrath mollò la presa, scostandole una ciocca di capelli dal viso. "Non pensare a quello."

"Non lo sto facendo."

"Invece sì."

Non c'era ragione per specificare cosa intendesse con "a quello": complotti sovversivi. Wrath alla sua scrivania intagliata, soffocato dalla sua posizione. Il futuro sconosciuto e non in modo piacevole.

"Non vado da nessuna parte, leelan. Non devi preoccuparti di nessuna dannata cosa. Mi capisci?"

Beth voleva credergli. Ne aveva bisogno. Ma temeva che quella promessa fosse troppo difficile da mantenere.

"Beth?"

"Fai l'amore con me." Era la sola verità che avrebbe accettato in quel momento che si sarebbe distrutta come una bolla di sapone. "Ti prego."

La baciò una volta. Due. E ricominciò a muoversi. "Sempre, leelan. Sempre."


*    *    *

La. Migliore. Di. Tutte. Le. Notti.

Quando Wrath uscì dal corpo della sua shellan un'ora più tardi, non riusciva a respirare, aveva la gola sanguinante e il suo cazzo d'acciaio aveva finalmente la consistenza di una tagliatella scotta.

E riguardo a quella dannata resistenza? Aveva cinque, forse dieci minuti prima che Mister Felicità tornasse a sorridere.

Il grande letto al centro dell'ampio loft era stato rinforzato da quando aveva sposato la sua Beth, e mentre si voltava sulla schiena, dovette ammettere che fare sesso lì sopra era decisamente meglio che farlo sul pavimento. Detto ciò, mentre recuperava ossigeno, le lenzuola erano non necessarie, infatti si sarebbe potuto cuocere un uovo sul suo petto dallo sforzo.

Le coperte erano un assolutamente no, cazzo. I cuscini erano caduti subito poiché il letto non aveva la testiera, ma era un vantaggio da poter sfruttar su ogni lato del telaio.

A volte gli piaceva mettere un piede a terra e affondare in profondità.

Beth si lasciò sfuggire un sospiro che fu più lungo e soddisfacente di un sonetto di Shakespeare - e parla del diavolo? Il petto di Wrath si gonfiò come una mongolfiera.

"Ti ho scopata per bene?" biascicò.

"Dio. Sì."

E giù sorrisi! La sua faccia sembrava proprio quella di Jim Carrey in The Mask, con Pepsodent a palla. E lei aveva ragione: il sesso era stato ben più che fantastico. Aveva continuato a scoparla fino a che non erano arrivati vicino al materasso. Poi, dal gentiluomo che era, l'aveva sollevata sul letto... e l'aveva presa altre tre volte. Quattro?

Avrebbe potuto continuare per tutta la notte -

Proprio come un'eclissi copre la luna alla vista, il rilassamento cosmico scomparve portandosi via tutto il calore.

Per lui non esisteva più un per tutta la notte. Non quando implicava rilassarsi con la sua femmina.

"Wrath?"

"Sono qui, leelan," mormorò lui.

Quando si voltò sul fianco, poté sentire che lo fissava, e anche se la sua vista era completamente morta e sepolta, riusciva a figurarsi nella mente i suoi lunghi e spessi capelli neri, gli occhi blu e lo stupendo viso.

"Non è vero."

"Sto bene."

Merda, che ora era? Più tardi di quanto credesse? Probabile. Quando ci dava dentro con Beth, poteva perderci dei fottutissimi giorni.

"Stai pensando a qualcosa," disse lei dolcemente.

"Porca puttana."

"Aiuterebbe parlarne? Wrath... puoi dirmi a cosa stai pensando?"

Ah, diamine, aveva ragione. Si era isolato parecchio ultimamente, ritirandosi in un posto nella sua mente dove il caos non poteva raggiungerlo - non era una brutta cosa, ma un viaggio in solitaria.

"Non sono pronto per tornare al lavoro."

"Non ti biasimo." Gli trovò la bocca e premette le labbra contro le sue. "Possiamo rimanere un altro po'?"

Un lieve allarme cominciò a suonare al suo polso.

"Maledizione." Mettendosi il braccio sul viso, scosse la testa. "Il tempo vola, vero?"

E le responsabilità lo stavano aspettando. Aveva petizioni da rivedere. Proclami da abbozzare. Ed e-mail nella sua casella di posta elettronica, quelle fottute e-mail che quelli della glymera si tiravano fuori dal culo ogni santa notte... sebbene fossero diminuite ultimamente - forse era un segno che quel mucchio di cereali zuccherati stavano parlando tra di loro. Non era una buona notizia.

Wrath imprecò di nuovo. "Non so come facesse mio padre. Notte dopo notte. Un anno dietro l'altro."

Tutto questo per essere ucciso brutalmente da giovane.

Almeno quando il vecchio Wrath era sul trono, le cose erano equilibrate: il popolo lo amava e lui amava loro. Niente complotti rivoltosi tramati nelle stanze sul retro. Il nemico veniva da fuori, non era dentro le mura.

"Mi spiace così tanto," disse Beth. "Sei sicuro che non ci siano cose che vuoi buttar fuori?"

Wrath si sedette, scostando i lunghi capelli indietro. Fissando di fronte a sé, senza vedere nulla, pensò di voler esser fuori a combattere.

Non era un'opzione. Infatti, l'unica possibilità trascritta sul suo carnet era ritornare a Caldie e incatenarsi nuovamente a quella scrivania. Il suo destino era stato stabilito molti e molti anni prima, quando sua madre era entrata nel suo bisogno e suo padre aveva svolto in maniera eccelsa il compito che un hellren doveva espletare... e sfidando ogni probabilità, l'erede era stato concepito, aveva visto la luce, ed era stato allevato abbastanza da poter vedere entrambi i genitori uccisi dai lesser proprio davanti ai suoi ancora funzionanti occhi da pretrans.

Cristallino, i ricordi erano così.

Il difetto visivo aveva cominciato a manifestarsi dopo il suo cambiamento. Ma quella debolezza era, come il trono, parte della sua eredità. La Vergine Scriba aveva prestabilito un piano per la razza, che aveva amplificato le caratteristiche più attraenti dei maschi e delle femmine e creato un sistema basato su quello delle caste della gerarchia sociale. Un buon piano, fino a quel punto.
Come al solito con la merda come Madre Natura, la legge delle conseguenze indesiderate aveva dato uno schiaffo in faccia a quella stronza - ed ecco come questo Re col suo "perfetto" lignaggio era venuto fuori cieco.

Frustrato, saltò fuori dal letto e naturalmente finì su uno dei cuscini invece che sul pavimento. Mentre il piede scivolò all'esterno e il suo equilibrio si trasformò in una giostra a tema carnevalesco, allungò le mani per pararsi dalla caduta, ma non sapeva in che direzione fosse posizionato -

Wrath cadde a terra, il dolore esplose nel suo fianco sinistro, ma non era quella la parte peggiore. Poteva sentire Beth che balzava dalle lenzuola disordinate per aiutarlo.

"No!" abbaiò lui, allontanandosi dalla sua portata. "Faccio da solo."

Quando la sua voce rimbalzò nell'open space del loft, avrebbe voluto fracassarsi il cranio contro la vetrata della finestra.

"Scusami," mormorò, tirando i capelli indietro.

"È tutto a posto."

"Non volevo staccarti la testa a morsi."

"Sei stato parecchio sotto pressione. Succede."

Cristo, volevano parlare di come c'era andato leggero col sesso?

Dio, quando si era ritrovato in quella merda del Re, aveva preso quella stronzata di decisione interna e si era impegnato a portare quella corona, a fare il bravo ragazzo, a seguire le orme di suo padre, bla, bla, bla.

Ma la sfortunata realtà era che questa era una maratona che sarebbe durata per tutto il corso della sua vita - ed era in carica da solo due anni. Tre. Per quanto a lungo fosse durato.

In ogni caso, che diavolo di anno era?

Merda, sapeva di essere sempre stato irascibile, ma essere bloccato in casa nel mezzo della notte dalla sua cecità con nulla da fare ad eccezione di richieste che non desiderava lo rendeva esplosivo.

No, aspetta, quello era lievemente più mite rispetto a come si sentiva in quel momento - e la questione di fondo era la sua personalità. Combattere era la sua prima e miglior vocazione, non governare da una sedia.

Il padre era stato un uomo di penna; il figlio di spada.

"Wrath?"

"Scusami, che c'è?"

"Ti ho chiesto se volevi qualcosa da mangiare prima di andare via."

Davanti agli occhi vide la magione, doggen ovunque, Fratelli che entravano e uscivano, shellan tutto intorno... e si sentì soffocare. Li amava tutti, ma dannazione, non c'era un briciolo di privacy.

"Grazie, ma mi farò portare qualcosa in ufficio."

Ci fu un lungo silenzio. "Va bene."

Wrath restò sul pavimento mentre lei si vestiva, il soffice movimento dei suoi jeans che risalivano su quelle lunghe e succulente gambe come una nenia funebre.

"Va bene se indosso la tua canotta?" chiese lei. "La mia casacca è distrutta."

"Sì, assolutamente."

La sua tristezza profumava come pioggia autunnale e gli fece percepire il freddo nell'aria.

Cavolo, pensare che c'è gente là fuori che vorrebbe essere Re, pensò alzandosi in piedi.

Una. Fottuta. Pazzia.

Se non fosse stato per l'eredità di suo padre, e di tutti i vampiri che lo avevano sinceramente e profondamente amato, avrebbe mandato tutto all'aria senza voltarsi indietro. Ma abbandonare tutto? Non poteva farlo.

Suo padre era stato un Re per i libri di storia, un maschio che non aveva solo comandato con autorità in virtù del trono su cui sedeva, ma aveva ispirato onesta devozione.

Wrath che perdeva la corona? Poteva anche pisciare sulla tomba di suo padre.

Quando la mano della sua shellan scivolò a prendere la sua, sobbalzò. "Ecco i tuoi vestiti," disse, mettendoglieli in mano. "E ho i tuoi occhiali."

Con uno spostamento veloce, Wrath tirò Beth a sé, contro il suo corpo nudo. Era una femmina alta, ma anche così gli arrivava a malapena ai pettorali, e mentre chiudeva gli occhi, l'avvolse nel suo abbraccio.


"Voglio che tu sappia una cosa," disse col volto tra i suoi capelli.

Quando lei s'immobilizzò, Wrath provò a tirar fuori qualcosa che valesse la pena d'essere ascoltato. Una serie di parole che avesse lo stesso codice di ciò che percepiva nel suo petto.

"Cosa," sussurrò lei.

"Sei tutto per me."

E comunque assolutamente non era abbastanza - eppure lei sospirò e si sciolse come se quello fosse tutto ciò che voleva sentire. E altro ancora.

Qualche volta ti capitava di essere fortunato.

E mentre continuava a tenerla tra le braccia, sapeva che avrebbe fatto bene a ricordarselo. Fino a quando avesse avuto questa femmina al suo fianco avrebbe potuto affrontare ogni cosa.

13 commenti:

  1. Grazie tantissime bellissima Chris!!! - incominciamo bene! Wrath in crisi introspettiva che si consola facendo l'amore con disperazione!!! Wow ...!!!! questo the King ci darà un casino di emozioni - Beth reggerà? speriamo ! - baci Adele

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  2. Wowwwwww grazie ♥♥♥♥ traduzione fantastica!!!! Problemi in paradiso tra Beth e Wrath speriamo bene ;((

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  3. Ricominciamo con il consueto appuntamento del mercoledì. .
    certo che Wrath a volte usa un linguaggio da camionista eh ?
    a me uno così farebbe passare tutta la passione ma si sa che il re è un po' rude.
    baci Gio'

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  4. Non poteva esserci inizio migliore! Credo che anche questa volta la zietta ce ne farà vedere delle belle.
    Grazie Chris come sempre e un abbraccio a tutte!
    Dany

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  5. Un grande abbraccio a voi x essere con me!

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  6. Bhe, come inizio non si può dire che non ci piaccia, vero consorelle? =))
    Peccato tutti i problemi che stanno piombando addosso al Re. Era da dire che gli pesassero "un tantino". Quanto a Beth, purina, è comprensibile che ogni schiocco la faccia saltare sulla sedia.
    Quei maledetti "aristocratici" (ci tengo a metterlo tra virgolette) .... Sono proprio i più infimi e infidi dell'universo. Forse anche peggiori del lesser.
    Quanto a Wrath... in effetti il linguaggio è quello che è. E mi permetto di estendere la cosa a tutti i fratelli. Forse tranne Phury. Certo, questo libro inizia con delle premesse ben nere, tra intrighi vari e combattimenti, ma sono del parere che vedremo un bel pò di cose e ci riserverà delle sorprese, che dite?
    Grazie Cris!!!!! =) Un bacione! Ross

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  7. Ciao Ross, io direi che The King e' iniziato col botto! E si hai ragione ne vedremo proprio delle belle! Mi aspetto molto anche dagli altri oltre che di W e B !!! - ciao baci. Adele

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  8. Consorelle come state???Cris grazie mille !!! Inizio voto 10....il linguaggio del Re è un po da camionista è vero ma è una sua caratteristica che io adoro non so il perché ma è cosi!!!! Baci Fefy

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  9. Ok, mi sono commossa... ma quanto mi mancavano i fratelli e le loro shellan!!! Parlo al plurale perché mi mancavano tutti, pure i doggen, i lesser, i bastardi.. qualsiasi personaggio XD
    Grazie per la tua traduzione, ho iniziato pure io a leggere il libro che mi è arrivato l'altro giorno e il tuo lavoro mi aiuta nelle parti che faccio fatica a comprendere... continua cosi! :)

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  10. Ragazze!!!! se questo è l'inizio non osa immaginare cosa ci riserverà l'intero libro...
    Grazie Chri...come sempre sei fantastica!
    Oggi è lunedì...dopodomani è mercoledì!!!!
    baci Titti

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  11. So di ripetermi, ma ... Chris sei GRANDE!!!

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  12. Io sono un amante della serie ormai da anni.. li ho cominciati per caso e da quel giorno non ho occhi per nessun altro libro!
    Da quando ho finito l ultimo libro mi sono messa a cercare in giro sul web e ho scoperto l arrivo di the king.. inizialmente lessi che doveva uscire qualche giorno dopo, il 1 aprile, ma non era l uscita italiana.. stavo impazzendo seriamente fino a 30 minuti fa, quando mi sono imbattuta nella recensione di love at last (mega fan di Q e B) e in seguito al tuo ultimo capitolo tradotto di the king.. di te so solo il nome, che ami la lettura e che hai un talento enorme nello scrivere.. ti prego di accettare i miei complimenti perché te li meriti tutti.. grazie infinite per averci dato la possibilità di leggere questo libro attraverso il tuo impegno..
    Sei mitica!
    Grà <3

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