martedì 23 luglio 2013

Traduzione Capitolo 17 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last

17

Xcor non se l'aspettava.
Mentre si materializzava coi suoi soldati nel posto prestabilito dove si sarebbero nutriti, credeva si sarebbe trattato di una proprietà dimessa o forse sulla via della perdizione, un posto comunque in uno stato tale che una femmina era costretta a vendere sia le vene che il sesso per rimanere a galla.

Niente di tutto questo.

Il circondario della villa rispecchiava tutti gli standard abituali della glymera, la grande casa che si stagliava in cima alla collina brillava di una luce calda, i terreni erano curati alla perfezione, il piccolo cottage per la servitù visibile dal cancello in perfette condizioni a scapito dell'ovvia età.

Era forse un parente minore su una grande linea di sangue?

"Chi è questa femmina?" chiese a Throe.
Il suo secondo in comando scrollò le spalle. "Non conosco personalmente la sua famiglia. Ma ho verificato che fosse una linea di sangue di valore."

Tutto intorno, i suoi guerrieri erano sulle spine, gli stivali da combattimento colpivano il manto nevoso sotto i loro piedi mentre si rimettevano in posizione, i respiri passavano attraverso le narici come se fossero cavalli da corsa ai cancelli di partenza.

"Mi domando se sappia chi l'ha assoldata," mormorò Xcor, non preoccupandosi granché se la femmina se lo chiedesse o meno.
"Vado?" chiese Throe.
"Sì, prima che gli altri perdano il controllo e irrompano in quel suo bel cottage."

Throe si materializzò davanti a una pittoresca porta principale a forma d'arco con una piccola lanterna sopra, qualcosa che uno si aspetterebbe di trovare in una casa di bambole. La mano destra del maschio non era comunque colpita dall'incanto. La luce si spense grazie alla volontà di Throe,  e il soldato bussò forte e veloce sull'uscio, era una pretesa, non una richiesta.

Qualche istante dopo, la porta si aprì. La luce del fuoco nel camino illuminò la notte, i raggi giallo oro così intensi che avrebbero potuto sciogliere il manto di neve-e proprio al centro di quella luce, si stagliava il profilo di una femmina scura e piena di curve.

Era nuda. E il profumo che arrivò loro oltre la brezza ghiacciata indicava che era davvero pronta.
Zypher ringhiò sommessamente.
"Aguzzate l'ingegno," comandò Xcor. "Nel caso in cui la vostra fame sia usata come un'arma contro di noi."

Throe parlò alla femmina e poi mise la mano nella tasca interna per tirar fuori i soldi. Lei accettò ciò che le veniva dato, poi allungò un braccio in alto contro lo stipite della porta, inarcando il corpo in modo che un seno venisse inondato la luce soffusa.

Throe lanciò un'occhiata oltre la spalla e annuì.
Gli altri non aspettarono ulteriori inviti. I soldati di Xcor si avvicinarono alla porta, i corpi maschili enormi ed erano talmente tanti, che la femmina fu immediatamente oscurata.

Con un'imprecazione, anche Xcor si avvicinò.
Zypher naturalmente andò per primo, baciandole la bocca e stringendole i seni, ma non era il solo. I tre cugini litigarono per la posizione, uno andò dietro e inarcò i fianchi, come se si stesse sfregando il membro contro il culo della femmina, gli altri due raggiunsero i capezzoli e il sesso, le mani che s'insinuavano mentre l'assediavano.

Throe parlò coprendo i gemiti. "Resterò fuori di guardia."
Xcor aprì la bocca per dargli un altro comando, poi realizzò che dirlo lo avrebbe fatto passare per uno che voleva evitare la scena e non era una cosa molto virile.
"Sì, vai," borbottò. "Io controllerò l'interno."

I suoi maschi presero la femmina, le mani che di solito stringevano i pugnali le tennero le braccia, le cosce, la vita, e insieme la portarono indietro verso quella prigione confortevole. Fu Xcor a chiudere la porta e ad assicurarsi che non ci fosse alcun dispositivo per rinchiuderli. Fu sempre lui a controllare l'interno del cottage.

I suoi bastardi portarono il loro pasto verso il camino, dove il pavimento era coperto da un grande tappeto di pelliccia, lui si chinò verso la finestra più vicina, sollevò la tenda e controllò il pannello di vetro. Vecchio e piombato, coi montanti in legno, niente acciaio.
Non era sicura. Bene.

"Qualcuno venga dentro me," gemette la femmina con la voce roca.
Xcor non si preoccupò di verificare se l'accontentassero o meno-sebbene i suoi continui gemiti suggerivano che l'avessero fatto. Invece andò in cerca di altre porte o posti dove era possibile tendere un'imboscata. Sembrava non essercene nessuno.

Il cottage non aveva il secondo piano, lo scheletro del tetto s'inarcava sopra le loro teste e c'era solo un piccolo bagno la cui porta era aperta, e la luce lasciata accesa mostrò la vasca da bagno con le zampe di leone e un lavabo vecchio stile.

La cucina a giorno non era altro che un bancone e qualche elettrodomestico.
Xcor guardò verso gli uomini. La femmina era sdraiata sulla schiena, le braccia a formare una T verso l'esterno, il collo esposto e le gambe spalancate. Zypher la stava scopando e spingeva con ritmo dentro di lei, facendole andare la testa avanti e indietro sul pelo bianco mentre lei accoglieva i colpi. Due dei cugini erano attaccati ai suoi polsi e l'ultimo aveva tirato fuori il membro e le stava scopando la bocca.

Certo, era rimasta qualche parte di lei che non fosse coperta da un vampiro maschio, e il suo piacere nell'essere usata era ovvio non solo a vista, ma anche all'orecchio. Attorno all'erezione che entrava e usciva dalle sue labbra piene, il respiro affaticato e i gemiti erotici riempirono l'aria tiepida  profumata di sesso.

Xcor andò verso il lavabo della cucina. Non c'era nulla negli scarichi, nessun resto di un pasto, nemmeno bicchieri mezzi vuoti. Tuttavia c'erano dei piatti nelle credenze, e quando aprì il frigorifero taglia europea, ci trovò delle bottiglie di vino bianco sdraiate sui ripiani.

Un'imprecazione maschile riportò il suo sguardo nella sala giochi. Zypher stava avendo un orgasmo, il corpo chino in avanti e la testa all'indietro-e nel mezzo della liberazione, uno dei cugini lo tolse di mezzo e prese il suo posto, tirando a sé i fianchi della femmina e sprofondando la sua eccitazione nel suo sesso umido e rosa.

Almeno Zypher pareva completamente soddisfatto di cambiare posizione; scoprì le zanne, si ficcò al di sotto del petto del suo compagno e morse il seno della femmina in modo da potersi nutrire vicino al capezzolo.
Quello nella bocca della femmina venne anche lui, e lei ingoiò il suo sperma, ciucciando la testa del membro del guerriero con delle succhiate disperate, poi lo lasciò andare e si leccò le labbra come se avesse ancora fame.

Presto qualcun altro si sentì obbligato a soddisfarla e un'altra erezione si spinse tra le sue labbra, il ritmo dei contraccolpi di ciò che stava succedendo tanto alla sua testa quanto tra le sue gambe la fece andare avanti e indietro in un modo che sembrava che stesse per venire.

Xcor ricontrollò la porta del bagno, ma il suo primo giudizio era esatto: non c'era alcun posto dove nascondersi.
Una volta terminato il suo compito, tornò all'angolo che offriva la miglior visuale per assistere al nutrimento. 

Quando le cose si fecero più intense, i suoi soldati abbandonarono quella parvenza di civiltà che avevano, colpendosi l'un l'altro come leoni su una preda appena abbattuta, le zanne lampeggianti, gli occhi feroci mentre cercavano un accesso. Tuttavia non persero completamente la testa. E si presero cura della femmina.
Subito dopo, qualcuno di loro si aprì una vena e l'avvicinò alle labbra di lei.

Xcor abbassò gli occhi sugli stivali e permise alla sua visione periferica di monitorare i dintorni.
C'era stato un tempo in cui si sarebbe eccitato a quella vista-non perché fosse particolarmente attratto dal sesso, era più come quando uno stomaco brontola per la fame alla vista del cibo.

E, di conseguenza, nel passato, quando aveva sentito il bisogno di prendere una femmina, l'aveva fatto. Di solito al buio, naturalmente, così che la cara ragazza non si sarebbe offesa oppure spaventata.

Poteva immaginare bene le sofferte espressioni maschili nei loro spasmi erotici, ma facevano poco per migliorare il suo aspetto.

Ora, invece? Si sentiva stranamente distaccato da tutto, come se stesse guardando una squadra di maschi spostare dei mobili pesanti, o forse rastrellare un prato.
Era colpa della sua Eletta, naturalmente.

Aver poggiato le labbra contro la sua pelle pura, averla guardata in quei luminosi occhi verdi, aver sentito il suo delicato profumo, non gliene poteva fregar di meno delle grandi capacità di quella femmina vicino al fuoco.

Oh, la sua Eletta... non poteva credere che esistesse una tale grazia, e più di tutto, non avrebbe mai presunto di poter essere toccato così in profondità da ciò che era antitetico a se stesso. Lei era il suo opposto, dolce e generosa, mentre lui era brutale e imperdonabile, bellissima contro la sua bruttezza, eterea contro il suo sudiciume.

Non c'era niente da fare.

Ecco, anche il ricordo dei momenti che aveva condiviso con lei, quando era completamente vestita e lui gravemente ferito, era abbastanza da rimescolargli l'addome, col membro che s'induriva senza alcuna buona ragione. Anche se non fossero stati nemici nella guerra per il trono, lei non gli avrebbe mai concesso di avvicinarsi come un maschio fa quando è affascinato da una femmina di valore.

Quella fresca notte d'autunno in cui si erano incontrati sotto quell'albero, lei stava effettuando un valido servizio nella sua mente. Non aveva nulla a che fare con lui.
Ma oh, ciò nonostante la voleva...

All'improvviso, la femmina davanti al fuoco s'inarcò sotto le spinte e l'orgasmo la invase, e Xcor si concentrò su lei. Come se avesse avvertito la sua eccitazione sessuale, il suo sguardo soddisfatto e appannato andò nella sua direzione, e un breve cenno di sorpresa le attraversò il viso-da quel po' che poteva vedere attraverso il massiccio braccio che la stava nutrendo.

Lo stupore le fece spalancare gli occhi. Evidentemente non aveva notato la sua presenza-ma adesso che lo aveva fatto, la paura, e non  la passione, l'aveva investita.
Non volendo interrompere l'azione, lui scosse la testa e le mostrò il palmo della mano lentamente per rassicurarla che non avrebbe dovuto sopportare il suo morso-o, peggio ancora, il suo sesso.

Pareva che il messaggio fosse arrivato, perché il timore lasciò il suo viso, e mentre uno dei suoi soldati gli presentò il suo membro per ricevere attenzione, lei allungò la mano e cominciò ad accarezzargli la grossa testa.

Xcor sorrise a se stesso in modo maligno. Non avrebbe preso questa puttana, e comunque il suo corpo, in tutta la sua stupida biologia, insisteva nel rispondere a quell'Eletta come se quella sacra femmina potesse mai guardare due volte nella sua direzione.

Peccato.

Controllando l'orologio, si accorse con sorpresa che il nutrimento andava avanti già da un'ora. Così sia. A condizione che i suoi uomini si attenessero alle due regole di base, era disposto a lasciarli continuare: dovevano rimanere sostanzialmente vestiti e con le armi addosso, ma senza sicura.

In quel modo, se la situazione fosse cambiata, avrebbero potuto difendersi in fretta.

Era più che disponibile a dar loro del tempo.


Dopo quest'intermezzo? La maggior parte di loro avrebbe ripreso la propria forza completa-e per come si stavano mettendo le cose con la Confraternita... sarebbero stati dove dovevano essere. 

8 commenti:

  1. GRAZIEEEEEEEE SEI FANTASTICA

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    1. Ahahhahhahhahhahhha, grazie a te, ho fatto le ore piccole, ma l'ho postata prestissimo stavolta!

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  2. Che jella! Sono stata senza connessione fino a poco fa e tu l'hai postato ieri!!!!!!
    Però ti va sempre la mia riconoscenza per il lavoro che fai!
    Buona giornata
    Dany

    P.S. Il prossimo capitolo e dei miei amati? Manca ancora tanto per leggere qualcosa "hot"?

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    1. Nel prossimo capitolo i nostri eroi in quel della landa desolata continuano a scappare... i capitoli incriminati sono il 27 e il 28, ma ci si arriva x gradi, saranno mooooolto interessanti, fidatevi!!!

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  3. Grazie christiana x aver fatto le ore piccole - infatti ho potuto leggere un giorno prima e a me Xcot piace x la sua storia tragica e l'amore impossibile x Layla - bello questo capitolo e si sta facendo tutto molto interessante ciao alla prossima sett Adele

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  4. Scusa volere dire Xcor Adele

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  5. A riscusa ma scrivere con l'iPhone così in piccolo mi scappa sempre qualche battuta errata sulla piccola tastiera - ciao ancora e sempre stragrazie Adele

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    1. Ahahhahahhahhaha, Adele carissima, sapessi quello che scrive il Kindle quando digito!!! :D

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