mercoledì 24 aprile 2013

Traduzione Capitolo 5 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last

5

Mentre Qhuinn stava fermo nel vento forte a guardare Blay agganciare l'Hummer al carro attrezzi, la neve cadeva leggera sui suoi stivali, oscurando col suo silenzioso e soffice peso la superficie di quelle scarpe dalla punta d'acciaio.
Abbassando lo sguardo, pensò vagamente che se fosse rimasto dov'era abbastanza a lungo, sarebbe stato completamente coperto dalla neve, dalla testa ai piedi.
Che dannata cosa strana era venuta in mente al suo cervello.
Il ruggito del motore del carro attrezzi gli fece alzare la testa, i suoi occhi seguirono l'argano che trainava l'auto rovinata dal banco di neve.
Era Blay a muovere la leva, il maschio stava di lato, controllando con attenzione la velocità nell'estrarla in modo che non ci fosse troppo stress per i componenti meccanici di quella produzione automobilistica del Buon Samaritano.
Così attento. Così controllato.
Simulando casualità, Qhuinn si avvicinò a Tohr e finse di controllare i progressi nel traino, proprio come il Fratello stava facendo. No. Riguardava Blay, ovviamente.
Aveva sempre riguardato Blay.
Cercando di aggiungere al tutto un pizzico di nonchalance, incrociò le braccia sul petto - e dové abbassarle di nuovo a causa delle ferite alle spalle. "Lezione imparata," disse per fare conversazione.
Tohr gli mormorò qualcosa di rimando, ma che fosse dannato se fosse riuscito a sentirlo. E che fosse dannato anche se potesse vedere qualcosa che non fosse Blay. Neanche per un singolo battito di ciglia. Per un respiro. Per un palpito del cuore.
Fermo in mezzo al turbinio della neve, si meravigliò di come qualcuno di cui conoscevi tutto, che viveva a due passi da te, con cui avevi mangiato e dormito insieme... potesse diventare un estraneo.
Poi ancora, come al solito, c'era quella distanza emozionale causata dalla merda del tipo sotto - lo - stesso - tetto.
Il fatto era che Qhuinn sentiva il bisogno di spiegare certe cose. Sfortunatamente e diversamente da quella puttana di suo cugino, Saxton il succhiacazzi, non sapeva usare le parole e tutta quella roba complicata che aveva nel centro del suo petto peggiorava la sua tendenza al mutismo.
Dopo un ultimo digrigno, l'Hummer fu issato sul carro attrezzi e Blay cominciò a passare le catene attorno al telaio.
"Okay, voi tre riportate indietro questo rottame, " disse Tohr mentre riprese a fioccare.
Blay si bloccò e guardò il Fratello. "Noi andiamo in coppia. Per cui non devo lasciarti."
Come se fosse pronto a saltare.
"Hai visto che cos'abbiamo qui? Un grosso rottame da spostare con due uomini morti. Ti pare che si possa giocare al tira e molla?"
"Possono cavarsela," disse Blay a bassa voce. "Loro due sono forti."
"E con te lo sono ancora di più. Sto per smaterializzarmi per andare a casa."
Nell'attimo di silenzio che seguì, la linea dritta che correva su per il culo di Blay dalla base al cranio era l'equivalente di un dito medio. Non al Fratello, comunque.
Qhuinn sapeva esattamente per chi era.
Le cose si mossero in fretta da quel punto in poi, il SUV venne assicurato al mezzo, Tohr se ne andò e John si mise dietro il volante del carro attrezzi. Qhuinn andò alla porta del passeggero, l'aprì e attese di lato.
Come doveva fare un gentiluomo, suppose.
Blay si avvicinò attraverso la neve. La sua faccia era come il paesaggio: fredda, chiusa, inospitale.
"Dopo di te," mormorò tirando fuori il pacchetto di sigarette e l'elegante accendino d'oro.
Qhuinn chinò il capo in un cenno d'assenso, poi entrò dentro, scivolando sul sedile fino a che la sua spalla non sfiorò quella di John.
Blay entrò per ultimo, chiuse la portiera e aprì il finestrino mettendo la punta accesa della sua sigaretta all'esterno per tener fuori la puzza.
L'unico parlare che si sentì per cinque miglia furono i rumori del carro attrezzi.
Seduto tra quelli che erano stati i suoi due migliori amici, Qhuinn fissò lo sguardo sul parabrezza e contò i secondi che passano tra i movimenti intermittenti del tergicristalli... tre, due... uno... su e giù. E... tre, due... uno... su e giù.
Cadeva comunque abbastanza neve da giustificar quello sforzo -
"Mi dispiace," disse d'impulso.
Silenzio. A eccezione del ruggito del motore di fronte a loro e all'occasionale sferragliare della catena dietro quando prendevano un dosso.
Qhuinn lanciò un'occhiata, e sai cosa? Sembrava che Blay stesse masticando del metallo.
"Stai dicendo a me?" disse il ragazzo in modo burbero.
"Sì."
"Non hai nulla di cui scusarti." Blay spense la sigaretta nel portacenere del cruscotto e ne accese un'altra. "Potresti per favore smetterla di fissarmi?"
" Io volevo solo..." Qhuinn si passò una mano tra i capelli e diede uno strattone. "Io non... io... io non so cosa dire riguardo Layla -"
Blay voltò la testa di scatto.
"Cosa fai della tua vita non ha niente a che fare con me-"
"Non è vero," rispose Qhuinn con calma. "Io -"
"Cosa ti fa pensare che voglia sentire una sola parola che riguardi te e lei?"
"Pensavo solo che tu potessi aver bisogno di... non lo so, contestualizzare o qualcosa del genere."
Blay restò a fissarlo per un istante. "E perché, con esattezza, pensi che io vorrei 'contestualizzare'?"
"Perché... pensavo che tu potessi trovarlo... tipo, sconvolgente. O qualcosa del genere."
"E perché dovrebbe esserlo?"
Qhuinn non riusciva a credere che il ragazzo volesse che lo dicesse ad alta voce. Ancora meno di fronte a qualcuno, anche se quel qualcuno era John. "Beh, il perché lo sai."
Blay si avvicinò con le zanne in mostra." Solo per essere chiari, tuo cugino mi dà quello di cui ho bisogno. Tutto il giorno. Ogni giorno. Tu e io?" Blay mosse la mano con la sigaretta tra di loro avanti e indietro. "Lavoriamo insieme. Solo questo. Per cui voglio che tu faccia un favore a entrambi prima di pensare che io possa 'aver bisogno' di sapere qualcosa. Chiediti, 'Se io fossi quello che gira gli hamburger da McDonald's, andrei a dire questa cosa al fottuto ragazzo che frigge le patatine?' Se la risposta è no, allora chiudi quella dannata bocca."
Qhuinn si concentrò di nuovo sul parabrezza, considerando la possibilità di piazzarci dentro la faccia. "John, accosta."
Il guerriero gli lanciò un'occhiata, poi cominciò a scuotere la testa.
"John, accosta, dannazione. O lo farò io per te."
Qhuinn si rendeva conto a malapena che il suo torace stava andando su e giù e le mani erano strette a pugno.
"Cazzo, accosta!" ringhiò Qhuinn colpendo il cruscotto così forte che una bocchetta di ventilazione volò via.
Il carro attrezzi scivolò al lato della strada e i freni stridettero mentre la velocità diminuiva. Ma Qhuinn era già fuori di là. Smaterializzandosi, era fuggito dall'apertura del finestrino, insieme al fumo che Blay aveva esalato con frustrazione.
Quasi immediatamente, riprese forma al lato della strada, incapace di mantenere la forma molecolare a causa delle sue emozioni troppo intense. Mettendo uno stivale davanti all'altro, arrancò attraverso la neve, il suo bisogno di deambulare gli portava via ogni cosa, compreso il dolore pungente nelle nocche di entrambe le mani.
Qualcosa nel retro della sua testa registrò il tratto di strada, ma c'era troppo rumore nel suo cranio affinché notasse i dettagli.
Non aveva idea di dove stesse andando.
Cavolo, faceva freddo.


*   *   *


Seduto nel caro attrezzi, Blay era concentrato sulla punta illuminata della sua sigaretta, il piccolo bagliore color arancio andava avanti e indietro come la corda di una chitarra.
Pensava che la sua mano stesse tremando.
Il fischio che sentì di fianco era il modo di John per attirare la sua attenzione, ma lo ignorò. Cosa che gli costò uno schiaffo sul braccio.
È davvero un brutto tratto per lui, disse John muovendo le mani.
"Mi stai prendendo in giro, vero?" mormorò Blay. "Mi stai fottutamente prendendo in giro. Ha sempre voluto un rapporto convenzionale e ha messo incinta un' Eletta - direi che è il massimo che -"
No, qui, proprio qui. John indicò l'asfalto. Qui.
Blay si voltò verso il parabrezza solo perché era  stanco di discutere. Fuori, di fronte al carro attrezzi, i fari illuminavano ogni cosa, il paesaggio coperto di neve di un bianco accecante, la figura che camminava al lato della strada come un'ombra allungata.
Delle gocce di sangue rosso seguivano il percorso delle impronte.
Le mani di Qhuinn sanguinavano da quando era caduto nella corsa -
All'improvviso, Blay si accigliò. Si sedé più in alto.
Come tessere di un puzzle che trovano il loro posto, i dettagli casuali riguardo a dove si trovassero, dalla curva della strada, agli alberi, a muri di pietra di lato, completarono l'immagine.
"Oh, merda." Blay sbatté la testa contro l'appoggio. Chiudendo gli occhi avrebbe voluto trovare un'altra soluzione a tutto questo, qualunque altra piuttosto che uscire là fuori.
Non approdò a niente, un grande, enorme, nada.
Mentre spingeva lo sportello per aprirlo, il freddo entrò nell'abitacolo caldo del furgone. Non disse nulla a John. Non ne aveva motivo. Cose come uscire nella bufera dopo che qualcuno ha cercato di spiegarsi.
Prendendo una grossa boccata di fumo, camminò con passo pesante attraverso gli accumuli di neve. La strada era stata liberata prima, ma era successo parecchio prima.
Il che significava che probabilmente doveva muoversi in fretta.
Questa era la parte ricca della città, dove la tassa base era ampia quanto i prati perfetti, avresti fatto meglio a credere che un altro di quegli spazzaneve gialli grossi quanto una casa venisse prima dell'alba.
Non doveva fare una scenata di fronte agli umani. Specialmente con quei due che perdevano belli e morti nell'Hummer.
"Qhuinn," disse rudemente. "Qhuinn, fermati."
Non urlò. Non ne aveva l'energia. Questa... cosa, qualunque essa fosse tra loro, era diventata sfiancante molto tempo prima - e quest' ultima resa dei conti al lato della strada era solo l'ennesimo episodio per cui non aveva più la forza.
"Qhuinn. Davvero."
Almeno il ragazzo rallentò un po'. E, con un po' di fortuna era talmente incazzato da non aver messo insieme tutti i pezzi riguardo al posto.
Gesù Cristo, quali erano le possibilità, pensò Blay guardandosi attorno. Era proprio a mezzo miglio dove la Guardia d'Onore aveva svolto il proprio compito - e Qhuinn era quasi morto per le botte.
Dio, Blay ricordava quell'estenuante notte, un altro paio di fari colpì la figura scura, che sanguinava sul terreno questa volta.
Scuotendosi, lo chiamò ancora. "Qhuinn."
Il ragazzo si fermò, gli stivali piantati nella neve senza andare avanti. Comunque non si voltò.
Blay fece segno a John di spegnere i fari e, un secondo dopo tutto ciò che si vedeva  era il bagliore arancione delle luci dei freni del furgone.
Qhuinn mise le mani sui fianchi e guardò il cielo, la testa andò all'indietro, il respiro gli uscì fuori con una nuvola di condensa.
"Torna indietro e sali sul carro attrezzi." Blay tirò un'altra boccata di fumo e la esalò. "Dobbiamo muoverci -"
"So quanto Saxton significhi per te," disse Qhuinn in tono burbero. "Lo so, davvero."
Blay si forzò a dire: "Bene".
"Credo solo che... sentirlo dire così ad alta voce è ancora uno shock."
Blay aggrottò la fronte nella luce tenue. "Non capisco."
"Lo so. Ed è colpa mia. Tutto questo... è colpa mia." Lo sguardo di Qhuinn andò oltre la sua spalla, l'espressione sul viso cupa. "Solo non voglio che pensi che sono innamorato di lei. Tutto qui."
Blay cercò di farsi un altro tiro dalla sua Dunhill, ma non aveva abbastanza aria nei polmoni. "Scusami... non capisco perché..."
Beh, quella era fantastica risposta.
"Non sono innamorato di lei e lei non lo è di me. Non andiamo a letto insieme."
Blay rise duramente. "Stronzate."
"Sono dannatamente serio. L'ho soddisfatta nel suo bisogno perché voglio un bambino, anche lei, ed è iniziata e finisce lì."
Blay chiuse gli occhi mentre la ferita nel suo petto si aprì completamente ancora una volta. "Qhuinn, andiamo. Sei stato con lei tutto lo scorso anno. Vi ho visti - tutti vi hanno visti -"
"Ho preso la sua verginità quattro notti fa. Nessuno è stato con lei prima di allora, nemmeno io."
Oh, ecco un'immagine che aveva bisogno d'avere avanti agli occhi.
"Non sono innamorato di lei e lei non lo è di me. Non andiamo a letto insieme."
Blay non poté stare fermo più a lungo, per cui si avviò lasciando la neve sotto gli stivali. A quel punto, dal nulla, la voce della Signora della Chiesa dal Saturday Night Live gli venne in mente: Bene, non è speciaaaaaale?
"Non sto con nessuno," disse Qhuinn.
Blay rise.
"Come in una relazione? No, naturalmente. Ma non aspettarti che creda che trascorri il tuo tempo libero a fare centrini all'uncinetto e a mettere in ordine alfabetico le spezie sul ripiano  con quella femmina."
"Non ho fatto sesso per quasi un anno."
Quella frase lo bloccò.
Dio, dove cazzo era andata a finire tutta l'aria in quella parte dell'universo?
"Stronzate," replicò Blay. "Sei stato con Layla - quattro notti fa, l'hai detto tu."
Nel silenzio che seguì, l'orribile verità sollevò di nuovo la sua brutta testa di cazzo, il dolore gli rese impossibile nascondere ciò che con tanta attenzione aveva seppellito negli ultimi giorni.
"Sei stato davvero con lei," disse. "Ho visto il lampadario della biblioteca andare avanti e indietro sotto la tua stanza."
Era Qhuinn ora a chiudere gli occhi come se volesse dimenticare. "È stato solo per uno scopo."
"Ascolta..." Blay scosse la testa. "Davvero non mi è chiaro perché mi stai dicendo questo. Credo in quel che ti ho detto - non devi dare nessuna spiegazione su ciò che fai con la tua vita. Io e te... siamo cresciuti insieme, e questo è tutto. Sì, abbiamo condiviso un sacco di cose e ci siamo sempre stati l'uno per l'altro quando serviva. Ma nessuno di noi può rindossare gli abiti di allora e questa relazione tra noi è la stessa cosa. Noi... non andiamo più bene. E senti, non volevo farti incazzare nel furgone, ma credo di dover esser chiaro su questo. Tu ed io? Abbiamo un passato. Questo è tutto. Questo... è tutto ciò che avremo."
Qhuinn si voltò, col viso di nuovo in ombra.
Blay si sforzò a parlare ancora. "So che questa... cosa con Layla... è importante per te. O immagino che lo sia - come potrebbe non esserlo, se fosse incinta, Per me? Vi auguro davvero il meglio, a entrambi. Ma non mi devi nessuna spiegazione - e ancor di più, io non la pretendo. È passato il tempo delle cotte adolescenziali - ed era questo che sentivo per te. Anche allora era solo un'infatuazione, Qhuinn. Per cui, per favore, prenditi cura della tua femmina e non preoccuparti che mi tagli i polsi perché hai trovato qualcuno d' amare. Come ho fatto io."
"Te l'ho detto. Non  sono innamorato di lei."
Aspetta, pensò Blay tra sé e sé. Perché sta arrivando.
Era tipico di Qhuinn.
Il maschio era incredibile sul campo di battaglia. E leale al limite della psicosi. E intelligente. E seducente da morire. E un altro centinaio di migliaia  di altre cose che Blay non doveva dire a nessuno. Ma aveva un grande difetto e non era il colore dei suoi occhi.
Non poteva contenere le emozioni.
Nessuna.
Qhuinn aveva sempre rifuggito i sentimenti profondi - anche senza muoversi. Poteva starsene seduto di fronte a te e annuire e parlare, ma quando le emozioni diventavano troppo intense per lui, scivolava via.  Subito fuori. E se provavi a forzarlo a confrontarle?
Beh, non era possibile. Nessuno forzava Qhuinn a fare qualcosa.
E sì, sicuro, c' erano un sacco di buone ragioni per cui era in quel modo. La sua famiglia lo aveva trattato come se fosse una maledizione. La glymera lo aveva guardato dall'alto in basso. Per tutta la vita non aveva avuto radici. Ma qualunque fosse il fattore di stress, alla fine del giorno, il maschio sarebbe fuggito da tutto ciò che fosse troppo complicato o che pretendesse qualcosa da lui.
Probabilmente la sola cosa che poteva cambiarlo era un bambino.
Non era importante ciò che diceva in quel momento, non c'era dubbio che fosse innamorato di Layla, ma averla soddisfatta durante il bisogno e ora aspettare i risultati, lo stava facendo uscire fuori di testa dalla preoccupazione, allontanandolo da lei.
E perciò se ne stava al lato della strada blaterando cose senza senso.
"Vi auguro davvero il meglio," disse Blay col cuore martellante nel petto. "Sono sincero. Spero davvero che questa cosa tra voi due funzioni."
In quel silenzio, Blay si ritirò fuori dal fosso in cui era caduto di nuovo, usando gli artigli per raggiungere la superficie, allontanando il dolore e l'agonia bruciante al centro della sua anima.
"Ora possiamo tornare nel furgone e terminare il nostro lavoro?" disse in tono piatto.
Le mani di Qhuinn si alzarono a coprirgli il viso. Poi chinò la testa, mise le nocche insanguinate nelle tasche dei pantaloni e si avviò al carro attrezzi.
"Okay. Andiamo."

domenica 21 aprile 2013

Partecipa al casting per diventare una delle protagoniste dell'antologia urban fantasy ELEMENTS TALES delle HELAS MAUR


 Comunicato Stampa: Casting Elements Tales - Helas Maur



Elements Tales è un'antologia Urban Fantasy scritta da cinque autrici, ma prima di tutto cinque amiche, le Helas Maur che in elfico vuol dire "Sorelle di Sogno": Giulia Borgato, Anita Borriello, Diletta Brizzi, Paola Scamuzzi e Christiana V.
"Sorelle di Sogno" perché questo è un sogno che si realizza per tutte loro. Ed il sogno potrebbe realizzarsi anche per cinque fortunate ragazze che verranno scelte attraverso un Casting indetto dalle autrici stesse.
Il tema del concorso sono gli elementi. L’intento è quello di creare una copertina per l'antologia Elements Tales. Cinque gli elementi: spirito, acqua, fuoco, terra e aria. Cinque saranno le "vincitrici" che compariranno sulla copertina (cartacea, ebook e qualsiasi altra tipologia di riproduzione) del libro.

REQUISITI
Le partecipanti, oltre ad aver compiuto 18 anni entro il 31 marzo 2013, devono possedere uno dei seguenti requisiti, in base alle caratteristiche delle protagoniste dei cinque racconti:
- Aurora: capelli biondi
- Undine: capelli neri
- Melissa: capelli rossi
- Diana: capelli neri
- Roxanne: capelli biondi

Le partecipanti dovranno inoltre inviare alla mail helas.maur@gmail.com una fotografia a mezzo busto con i capelli raccolti e di profilo, una fotografia intera, e aver compilato in ogni sua parte:
- la liberatoria http://www.anitaborriello.it/liberatoria_elements_tales.pdf
- il regolamento http://www.anitaborriello.it/regolamento_casting.pdf
- la scheda con tutti i vostri dati http://www.anitaborriello.it/scheda.pdf

PREMI E SCADENZE
La scadenza prevista per poter partecipare è il 30 aprile 2013 compreso.
Le vincitrici saranno selezionate a insindacabile giudizio delle autrici e andranno a formare il gruppo di protagoniste dell'antologia. Entro maggio 2013 saranno resi noti i volti delle protagoniste compariranno nell’antologia e verranno informate tempestivamente via mail: loro nominativi compariranno sulla pagina facebook “Elements Tales ::: Helas Maur”( https://www.facebook.com/ElementsTalesHelasMaur) e sul blog dell’Antologia all’indirizzo http://helas-maur.blogspot.it/
Gli scatti fotografici per la copertina avverranno a Roma in data e luogo da definire e comunque entro il 13 maggio 2013. Le spese di vitto, alloggio e per i trasporti e/o spostamenti per raggiungere il luogo designato sono da considerarsi interamente a carico delle vincitrici.
Verranno messi a loro disposizione gratuitamente per gli scatti fotografici: abiti, acconciatrice e truccatrice.

mercoledì 17 aprile 2013

Traduzione Capitolo 4 di Lover at Last di J.R.Ward


Lover at Last

4

L'Eletta Layla aveva vissuto la sua intera esistenza senza alcun compromesso fisico col suo corpo. Nata nel Santuario della Vergine Scriba e addestrata in quella sublime e sovrannaturale serenità, non aveva mai conosciuto la fame, la brama o il dolore. Né il caldo né il freddo, nemmeno contusioni, traumi o contrazioni. Il suo corpo era stato, come tutte le cose create nel sacro luogo della madre della specie, un perfetto esemplare funzionante ai più alti livelli -
"Oh, Dio," Layla deglutì rumorosamente, saltò giù dal letto e arrivò barcollante in bagno.
I suoi piedi nudi scivolarono sul marmo mentre si lasciava cadere in ginocchio, sollevò la tavoletta del water e si piegò per trovarsi faccia a faccia con lo scarico della tazza.
"Fallo... solo questo... " ansimò mentre la nausea crescente le contaminava il corpo fino alla punta dei piedi che si arricciarono aggrappandosi al pavimento.
"Per favore... per amore della Vergine Scriba... "
Se fosse riuscita a liberarsi lo stomaco, sicuramente la tortura si sarebbe attenuata -
Spinse due dita, l'indice e il medio,  nella gola così forte da soffocare. Ma era quello il massimo. Non c'era coordinazione nel suo diaframma, nessuna liberazione da carne andata a male dal suo stomaco... non che ne avesse mangiato - o qualcosa del genere - quand'era stata l'ultima volta? Giorni.
Forse era quello il problema.
Stringendosi le braccia intorno alla vita, Layla poggiò la fronte sudata sul bordo duro e freddo della tazza a provò a respirare piano - questo perché la sensazione dell'aria che saliva e scendeva nella gola peggiorava il suo bisogno di vomitare.
Pochi giorni prima, durante il suo bisogno, il suo corpo aveva preso il controllo, l'urgenza di accoppiarsi era stata talmente forte da cancellare ogni pensiero ed emozione. Quel predominio era passato in fretta, comunque, e altrettanto avevano fatto i malanni e i dolori grazie all'inarrestabile accoppiamento, mentre la sua pelle e le ossa rimettevano ancora una volta il cervello in panchina.
L'equilibrio si stava rovesciando di nuovo.
Lasciandosi andare, Layla poggiò con cautela le spalle contro la benedetta frescura del muro di marmo.
Considerando quanto si sentiva male, la sola cosa che riusciva a dedurre era che stava perdendo la gravidanza. Non aveva mai visto nessuna al Santuario sentirsi allo stesso modo - quel malanno era normale sulla Terra?
Chiudendo gli occhi, Layla desiderò di poter parlare con qualcuno. Ma erano in pochi a conoscere la sua condizione - La maggior parte degli abitanti della magione non sapeva del suo bisogno o che qualcuno l'avesse servita. Il periodo fertile di Autumn si era scatenato, in risposta la Confraternita si era allontanata e non c'era via di scampo all'esposizione di quegli ormoni - come aveva ben imparato di prima mano. Poco alla volta tutti erano tornati nelle loro stanze. E mentre anche il suo bisogno svaniva, i residui ormonali che riempivano l'aria, vennero attribuiti al bisogno di Autumn che terminava.
La riservatezza delle sue due stanze non sarebbe comunque durata a lungo se la gravidanza fosse andata avanti. Primo perché gli altri avrebbero avvertito il suo stato, soprattutto dai maschi, che erano particolarmente acuti con quella serie di cose.
E secondo, dopo un po' di tempo, la pancia si sarebbe notata.
A parte se... sentendosi tanto male, come poteva sopravvivere il bambino?
Mentre avvertiva una vaga sensazione di rigidità nel basso addome, come se il suo bacino fosse schiacciato da una morsa invisibile, Layla provò a distrarre la sua mente pensando a qualcosa che non fossero le sue sensazioni fisiche.
Degli occhi del colore di un cielo notturno le si pararono dinanzi.
Occhi penetranti, occhi che la fissavano da un viso insanguinato e distorto... e bellissimo perfino nella sua bruttezza.
Okay. Questo non era un miglioramento.
Xcor, capo della Banda dei Bastardi. Un traditore del re, un maschio impavido  che era nemico della Confraternita e dei rispettabili vampiri in ogni luogo. Il feroce guerriero nato da una madre nobile che non lo aveva voluto a causa del suo viso e un padre sconosciuto che non aveva rivendicato la sua paternità.
Un carico indesiderato passato dalla casa all'orfanotrofio fino a che era entrato nel campo d'addestramento del Carnefice nel Vecchio Continente. Un combattente senza rimorsi addestrato lì per grandi cose; poi, nell'età matura, era diventato un signore della morte che batteva le terre con una banda di combattenti scelti designati prima allo stesso Carnefice, in seguito a Xcor - e nessun altro.
Le informazioni nella biblioteca del Santuario terminavano là perché nessuna Eletta le aveva aggiornate. Il resto comunque, poteva aggiungerlo da sé: la Confraternita credeva che l'attentato alla vita di Wrath nell'autunno precedente fosse opera di Xcor, e lei aveva anche sentito che c'erano dei ribelli nella glymera che collaboravano con lui.
Xcor. Un brutale maschio, traditore senza coscienza, senza lealtà, nessun principio tranne servire se stesso.
Tuttavia quando lo aveva guardato negli occhi, quando lei era stata al suo cospetto, quando lo aveva nutrito senza sapere che  fosse il nuovo nemico... Layla si era sentita una vera femmina per la prima volta nella sua vita.
Perché non l'aveva guardata con ostilità, ma con -
"Basta ora," si disse ad alta voce. "Smettila subito."
Come se fosse una bambina che cercava d'intrufolarsi nella credenza o roba del genere.
Forzandosi ad alzarsi in piedi, Layla si avvolse nella veste e si decise a lasciare la stanza e di dirigersi in cucina. Era necessario un cambio di scenario tanto quanto il cibo - fosse solo per dare al suo stomaco turbolento qualcosa da espellere.
Uscendo, non controllò i suoi capelli o il viso nello specchio. Non si agitò inutilmente per come indossava la veste. Non sprecò neanche un momento a preoccuparsi su quali sandali, uguali gli uni agli altri, indossare.
Aveva sprecato troppo tempo in passato sui dettagli del suo apparire. Sarebbe stato molto meglio se avesse servito studiando o esercitandosi per una vocazione. Ma non era permesso senza una prescrizione consentita dell'attività per un'Eletta.
Mentre si avviava in corridoio, Layla fece un profondo respiro, si raddrizzò e si diresse verso lo studio del re -
Più avanti, Blaylock, figlio di Rocke, irruppe nella Galleria delle Statue con le sopracciglia basse e il corpo coperto di pelle dalle spalle alla suole dei suoi tremendi stivali. Mentre avanzava, controllava le sue armi una a una, estraendole dalle fondine e rimettendole al loro posto.
Layla si bloccò.
Quando finalmente il maschio la vide, fece lo stesso con uno sguardo distante.
Coi capelli rosso scuro e gli occhi di un magnifico blu zaffiro, questo civile era un combattente della Confraternita, ma non era un bruto. Non importava quante notti passasse sul campo a combattere, lui restava composto e con buone maniere, un gentiluomo intelligente di bel portamento ed educazione.
Non fu una sorpresa quindi che, anche se andava di fretta, s'inchinasse lievemente in un saluto formale prima di riprendere il passo svelto scendendo lo scalone principale.
Mentre Blay si avviava all'ingresso, la voce di Qhuinn le riempì la mente.
Sono innamorato di qualcuno...
Layla si esercitò nella nuova abitudine di bestemmiare tra i denti. Che triste relazione c'era tra i due combattenti e la sua gravidanza non aiutava di certo.
Ma il dado era stato lanciato.
E ora tutti dovevano vivere con le conseguenze.

*  *  *

Mentre Blay scendeva le scale, si sentì come se qualcuno lo inseguisse, il che era impossibile, una cosa da pazzi. Non c'era nessuno alle sue spalle a minacciarlo, nessun seduttore con la maschera di Jason o qualche bastardo malato con un brutto maglione natalizio e i coltelli al posto delle dita, o un clown assassino...
Solo un'Eletta probabilmente incinta che aveva trascorso ben dodici ore a scoparsi il suo ex migliore amico.
Nessun problema.
Almeno non avrebbe dovuto esserci nessun problema. Il guaio era che, ogni che vedeva quella femmina, sentiva come un cazzotto nelle viscere. Che era un'altra dimostrazione di follia. Lei non aveva fatto nulla di sbagliato. Nemmeno Qhuinn.
Anche se, Dio, se lei fosse stata incinta...
Blay ricacciò tutti quei pensieri infelici nell'oscurità mentre attraversava l'ingresso di corsa. Non aveva tempo per quelle chiacchiere pseudo psicologiche, nemmeno se avesse voluto farlo. Quando Vishous ti chiamava nella tua notte di rotazione e ti diceva che dovevi essere pronto in cinque minuti, era perché le cose non andavano bene.
Nessun dettaglio era stato dato durante la telefonata e non ne aveva chiesto. Blay si era preso solo un momento per mandare un messaggio a Saxton, poi si era vestito, armato e pronto per qualunque cosa.
In un certo senso era una buona cosa. Trascorrere la notte a leggere nella sua stanza l'aveva reso inquieto e, benché non volesse che nessuno fosse nei guai, almeno così faceva un po' di movimento. Uscendo dall'atrio...
Si trovò faccia a faccia con il carro attrezzi della Confraternita.
Quell'affare sembrava davvero un mezzo per umani, deliberatamente dipinto col logo AAA rosso e il nome Soccorso Murphy. Un finto numero di telefono e un finto slogan che diceva: "Siamo Sempre Qui Per TE".
Stronzate. A meno che, naturalmente, il "te" fosse un membro della Confraternita.
Blay si sedé sul sedile del passeggero e trovò Tohr al volante, non V. "Non viene Vishous?"
"Siamo solo io e te, ragazzo - sta ancora lavorando sull' esame balistico di quel proiettile."
Il Fratello accelerò, il motore diesel ruggì come una bestia e i fanali fecero un ampio cerchio dalla fontana nel cortile fino al parcheggio con le auto tutte allineate.
Blay controllò i veicoli rimasti e ne mancava solo uno, Tohr disse, "Sono Qhuinn e John."
Blay chiuse gli occhi per un istante. "Cos'è successo?"
"Non ne so molto. John ha chiamato V per assistenza." Il Fratello guardò davanti. "E io e te eravamo gli unici liberi."
Blay si aggrappò alla maniglia dello sportello per aprirlo e smaterializzarsi. "Dove sono..."
"Calma, ragazzo. Conosci le regole. Nessuno di noi esce da solo, per cui ho bisogno che il tuo culo stia sul quel sedile per non violare il mio stesso dannato protocollo."
Blay diede un pugno nello sportello talmente forte che il dolore pungente alla mano ebbe la capacità di schiarirgli un po' la mente. Dannata Banda dei Bastardi che rompeva le palle a tutti loro, e il fatto che la regola avesse un senso lo fece incazzare ancora di più. Xcor e i suoi ragazzi avevano dimostrato di essere sfuggenti, aggressivi e completamente senza morale - non proprio il nemico che vorresti incontrare quando sei tutto solo soletto.
Ma andiamo!
Blay prese il telefono per inviare un messaggio a John - ma si fermò perché non voleva che i ragazzi si distraessero per dargli dei dettagli. "Non c'è nessuno che può arrivare da loro più in fretta?"
"V ha chiamato gli altri, ma stanno combattendo in centro e nessuno può mollare."
"Dannazione."
"Andrò più veloce che posso, figliolo."
Blay annuì per non sembrare maleducato. "Dove sono e quanto sono distanti?"
"Tra i quindici e i venti minuti. Appena fuori in periferia."
Merda.
Mentre guardava la neve cadere fuori dal finestrino, Blay disse a se stesso che se John aveva mandato un messaggio, erano vivi e, grazie a Dio, aveva richiesto un carro attrezzi, non un'ambulanza. Per quel che ne sapeva, avevano una gomma a terra o un parabrezza rotto, e farsi venire una crisi isterica non avrebbe ridotto la distanza, diminuito il dramma, se ce ne fosse stato uno, oppure poter cambiare il risultato.
"Mi spiace di esser stato un'idiota," sussurrò Blay mentre il Fratello sfrecciava sulla superstrada.
"Non devi scusarti per esser preoccupato per i tuoi ragazzi."
Cavolo, Tohr era davvero figo.
Siccome era notte fonda, non c'era traffico sulla Northway, solo un paio di auto che ondeggiavano come pipistrelli. Il carro attrezzi non andò a manetta tutto il tempo. Dopo circa otto miglia, uscirono a nord della periferia di Caldwell, in un'area suburbana nota per le ville, non per le fattorie. Dove viaggiavano Mercedes e non Mazda.
"Che diavolo stanno facendo qui?" chiese Blay.
"Ricerche su quei verbali."
"Sui lessers?"
"Sì."
Blay scosse la testa mentre si avviavano verso muri di pietra alti e spessi come dei difensori di football, e cancelli di fine filigrana in ferro battuto che erano chiusi all'esterno.
All'improvviso prese un profondo respiro e si rilassò. I civili che stavano facendo ritorno in città erano terrorizzati e vedevano i segni dell' attività dei lessers in ogni cosa li circondasse - il che non voleva dire che stessero saltando fuori in quell'istante da dietro una statua nel giardino oppure che si nascondessero nel seminterrato.
Non era un evento mortale. Era uno meccanico.
Blay si passò le mani sul viso a chiuse la merda fuori premendo il suo bottone interno. Almeno fino a che non fossero arrivati all'altro lato del codice postale e trovare l'incidente.
Era solo un dannato problema meccanico.
Blay balzò fuori prima che Tohr cominciasse ad accostare e si materializzò proprio vicino all'Hummer.
"Oh Cristo, no," si lamentò quando vide le forme di due soli brillanti nel parabrezza - il tipo di cosa che puoi vedere solo quando due teste sbattono contro il vetro.
Inciampando nella neve, Blay andò al posto di guida, l'odore dolciastro e pungente della benzina gli tagliò il naso mentre il fumo dal motore gli fece battere le palpebre -
Un fischio acuto arrivò da sinistra. Voltandosi Blay cercò con lo sguardo nel panorama innevato e trovò due forme mastodontiche a circa sei metri di distanza alla base di un albero vicino alla taglia di quello su cui l' Hummer si era schiantato.
Zigzagando attraverso i mucchi di neve, Blay arrivò atterrando sulle ginocchia. Qhuinn era sdraiato a terra, le sue gambe lunghe e pesanti distese e la parte superiore del corpo in grembo a John.
Il maschio lo stava fissando coi suoi occhi spaiati senza muoversi e senza parlare.
"È paralizzato?" chiese Blay guardando John.
"Non mi pare di esserlo," rispose seccamente Qhuinn.
Credo sia un trauma cranico disse John con le mani.
"Io non -"
È volato giù dal tetto dell'Hummer e ha colpito quest'albero -
"Ho quasi mancato l'albero -"
E l'ho tenuto giù da allora.
"Cosa che mi fa incazzare -"
"Come andiamo, ragazzi?" disse Tohr avvicinandosi, con gli stivali che rompevano il manto ghiacciato. "Qualcuno è ferito?"
Qhuinn si liberò dalla presa di John e si mise in verticale. "No - stavamo soltanto -"
A quel punto l'equilibrio del ragazzo divenne traballante, il suo corpo sbandò così tanto che Tohr dovette acchiapparlo prima che cadesse.
"Tu vai ad aspettarci nel furgone," disse il Fratello cupamente.
"Fanc...-"
Tohr diede uno strattone al ragazzo fino a trovarsi faccia a faccia con lui.
"Scusami, figliolo. Cosa hai detto? Perché so che non volevi mandarmi a fanculo, vero?"
Okay. Bene. Blay sapeva di prima mano che c'erano poche cose viventi su cui Qhuinn avrebbe ceduto; un Fratello che il ragazzo rispettava, che era più che pronto a terminare il lavoro che quell'albero di pino aveva cominciato, era sicuramente una di queste.
Qhuinn diede un'occhiata al suo SUV distrutto.
"Mi spiace. Una brutta nottata. E sono stato stordito solo per qualche secondo. Sto bene."
Nel modo tipico di Qhuinn, il bastardo si liberò dalla presa e andò all'ammasso fumante di metallo guidabile in precedenza come se avesse cancellato le sue ferite grazie alla forza di volontà.
Lasciando chiunque nella sua polvere.
Blay si alzò e si costrinse a guardare John. "Cos'è successo?"
Ringraziò Dio per il linguaggio dei segni; gli diede qualcosa da guardare e fortunatamente John riempì il racconto di dettagli. Quando fu detto tutto, Blay riuscì solo a fissare il suo amico. Ma andiamo, non era come se qualcuno potesse mettere quella merda insieme.
Non riguardo qualcuno che a loro piaceva, in ogni caso.
Tohrment cominciò a ridere.
"Ha fatto un hyslop, è questo che stai dicendo?"
"Non sono sicuro di sapere cosa sia" disse Blay.
Tohr scrollò le spalle e seguì le tracce di Qhuinn attraverso la neve, muovendo il suo braccio in direzione del rottame. "Ecco qua. Questa è la definizione di hyslop - accelerata dal tuo ragazzo che ha lasciato le chiavi inserite."
Non è il mio ragazzo, disse Blay a se stesso. Non lo è mai stato. Non lo sarà mai.
E il fatto che ciò lo ferisse più di ogni tipo di trauma, era qualcosa da tenere per sé.
Una volta al lato e lontano dai fanali, Blay si raddrizzò a guardare mentre Qhuinn si accucciò alla porta del conducente bestemmiando a bassa voce. "Un casino. Un vero casino."
Tohr fece lo stesso al lato passeggero. "Oh guarda, fanno un paio."
"Credo che siano morti."
"Davvero. Da cosa l'hai capito? Dal fatto che non si stanno muovendo o che questo ragazzo non ha più i lineamenti facciali?"
Qhuinn si alzò e guardò oltre il telaio.
"Dobbiamo girarla e trainarla."
"E io che pensavo stessimo per prepararci dei marshmallows," disse Tohr. "John? Blay? Venite qui."
Tutti e quattro si allinearono spalla a spalla tra le gomme e s'infossarono negli stivali, bloccando le loro posizioni nella neve. Quattro paia di mani presero i pannelli; quattro corpi si tesero pronti a partire; quattro paia di spalle si strinsero.
Una sola voce contò, quella di Tohr. "Al mio tre. Uno. Due. Tre -"
L'Hummer aveva già avuto una pessima serata e questa cosa che fosse giusta o sbagliata lo fece gemere così rumorosamente che un gufo attraversò la strada e un paio di cervi presero il volo sugli zoccoli tra gli alberi.
E ancora, non era solo il SUV a bestemmiare. Tutti stavano imitando George Carlin sotto a quel peso morto mentre cercavano di far leva sulla presa della forza di gravità su tutto quell'acciaio.
Le leggi della fisica erano oppressive, e mentre il corpo di Blay andava sotto sforzo, tutti i muscoli s'indurirono conto le sue ossa, voltò la testa e cambiò la presa -
Era proprio fianco a fianco con Qhuinn.
Gli occhi di Qhuinn erano concentrati di fronte a sé, le labbra arricciate sulle zanne, l'espressione feroce come risultato del totale sforzo anatomico.
Era somigliantissima a quando stava per venire.
Santa inadeguatezza.
Ed era decisamente male che il fatto non facesse cambiare forma al suo pensiero.
Il guaio era che Blay aveva esperienza diretta su ciò che un orgasmo provocava al ragazzo - sebbene non fosse lui uno del cast di migliaia di quelli che erano stati un recipiente. Oh no. Mai quello. Dio, il ragazzo da 'scopata libera' che aveva ficcato il cazzo in qualunque cosa che respirasse - e forse anche in oggetti inanimati - non si sarebbe mai fatto Blay.
Sì, perché quel sottile gusto sessuale che aveva portato Qhuinn a scoparsi ogni cosa in Caldwell nell'età tra i venti e i ventotto anni, aveva escluso Blay da quei fottuti giochi.
"Sta... cominciando a muoversi..." disse Tohr stringendo i denti. "Mettiamoci sotto."
Blay e Qhuinn entrarono in azione lasciando le loro prese, accucciandosi e mettendo le spalle contro il bordo del tettuccio.
Faccia a faccia, i loro occhi s'incontrarono mentre i respiri esplosero dalle bocche di entrambi, le cosce entrarono in azione, i corpi opposti in una guerra contro tutto quel duro, freddo peso - che scivolava leggermente grazie alla neve.
La loro potenza aggiunta fu il punto di svolta - letteralmente. Un asse formato su gomme opposte e un carico di quasi quattro tonnellate di Hummer si spostò su loro diventando sempre più leggero.
Perché diavolo Qhuinn lo stava guardando in quel modo?
Quegli occhi, quel paio blu e verde, era fisso su Blay - e non si muoveva.
Forse era solo la concentrazione - come se mettesse a fuoco un 'immagine a cinque centimetri dalla sua faccia e Blay si trovasse per caso proprio lì di fronte.
Doveva essere...
"Piano, ragazzi!" gridò Tohr. "O la capovolgeremo al contrario!"
Blay smise di sgobbare e ci fu un momento di sospensione, solo un secondo nel quale accadde l'impossibile, dove quel SUV di quattro tonnellate rimase in bilico perfetto su due ruote, dove ciò che era stato straziante divenne... esilarante.
E Qhuinn continuava a fissarlo.
Mentre l'Hummer si poggiava con un balzo su quattro ruote, Blay s'acciglio, voltando le spalle. Quando lanciò un'occhiata indietro, gli occhi di Qhuinn erano ancora allo stesso posto.
Blay si allungò e sibilò, "Che c'è?"
Prima che arrivasse una qualsiasi risposta, Tohr esaminò la porta del SUV e l'aprì. L'odore del sangue fresco fluttuò nella brezza. "Cavolo, anche se non è intero, sono sicuro che lo rivuoi indietro. Ma pulire qui sarà un cazzo di problema."
Qhuinn non rispose, sembrava aver dimenticato lo spot con Mayhem della Allstate che il suo SUV stava vivendo. Stava semplicemente fermo, fissando Blay.
Forse al figlio di puttana era venuto un colpo nell'alzarsi in piedi?
"Che problema hai?" ripeté Blay.
"Porto il carro attrezzi qui," disse Tohr avviandosi al veicolo. "Lasciate stare i corpi dove sono - potrete sistemarli andando a casa."
Nel frattempo Blay poteva sentire John fermarsi e fissarli - qualcosa a cui Qhuinn non pareva interessarsi, naturalmente.
Con una maledizione, Blay risolse il problema correndo verso il carro attrezzi e mettendosi di fianco mentre Tohr andava verso il cofano dell' Hummer. Blay prese l'argano,  aprì la pinza e liberò il cavo.
Sentiva di sapere ciò che girava nella mente di Qhuinn, e se aveva ragione, il ragazzo avrebbe fatto meglio a starsene zitto e a tornarsene direttamente a casa.
Blay non voleva sentire.