lunedì 29 aprile 2013
mercoledì 24 aprile 2013
Traduzione Capitolo 5 di Lover at Last di J.R.Ward
Lover at Last
5
Mentre
Qhuinn stava fermo nel vento forte a guardare Blay agganciare l'Hummer al carro
attrezzi, la neve cadeva leggera sui suoi stivali, oscurando col suo silenzioso
e soffice peso la superficie di quelle scarpe dalla punta d'acciaio.
Abbassando
lo sguardo, pensò vagamente che se fosse rimasto dov'era abbastanza a lungo,
sarebbe stato completamente coperto dalla neve, dalla testa ai piedi.
Che
dannata cosa strana era venuta in mente al suo cervello.
Il
ruggito del motore del carro attrezzi gli fece alzare la testa, i suoi occhi
seguirono l'argano che trainava l'auto rovinata dal banco di neve.
Era
Blay a muovere la leva, il maschio stava di lato, controllando con attenzione
la velocità nell'estrarla in modo che non ci fosse troppo stress per i
componenti meccanici di quella produzione automobilistica del Buon Samaritano.
Così
attento. Così controllato.
Simulando
casualità, Qhuinn si avvicinò a Tohr e finse di controllare i progressi nel
traino, proprio come il Fratello stava facendo. No. Riguardava Blay,
ovviamente.
Aveva
sempre riguardato Blay.
Cercando
di aggiungere al tutto un pizzico di nonchalance, incrociò le braccia sul petto
- e dové abbassarle di nuovo a causa delle ferite alle spalle. "Lezione
imparata," disse per fare conversazione.
Tohr
gli mormorò qualcosa di rimando, ma che fosse dannato se fosse riuscito a
sentirlo. E che fosse dannato anche se potesse vedere qualcosa che non fosse
Blay. Neanche per un singolo battito di ciglia. Per un respiro. Per un palpito
del cuore.
Fermo
in mezzo al turbinio della neve, si meravigliò di come qualcuno di cui
conoscevi tutto, che viveva a due passi da te, con cui avevi mangiato e dormito
insieme... potesse diventare un estraneo.
Poi
ancora, come al solito, c'era quella distanza emozionale causata dalla merda
del tipo sotto - lo - stesso - tetto.
Il
fatto era che Qhuinn sentiva il bisogno di spiegare certe cose. Sfortunatamente
e diversamente da quella puttana di suo cugino, Saxton il succhiacazzi, non
sapeva usare le parole e tutta quella roba complicata che aveva nel centro del
suo petto peggiorava la sua tendenza al mutismo.
Dopo
un ultimo digrigno, l'Hummer fu issato sul carro attrezzi e Blay cominciò a
passare le catene attorno al telaio.
"Okay,
voi tre riportate indietro questo rottame, " disse Tohr mentre riprese a
fioccare.
Blay
si bloccò e guardò il Fratello. "Noi andiamo in coppia. Per cui non devo
lasciarti."
Come
se fosse pronto a saltare.
"Hai
visto che cos'abbiamo qui? Un grosso rottame da spostare con due uomini morti.
Ti pare che si possa giocare al tira e molla?"
"Possono
cavarsela," disse Blay a bassa voce. "Loro due sono forti."
"E
con te lo sono ancora di più. Sto per smaterializzarmi per andare a casa."
Nell'attimo
di silenzio che seguì, la linea dritta che correva su per il culo di Blay dalla
base al cranio era l'equivalente di un dito medio. Non al Fratello, comunque.
Qhuinn
sapeva esattamente per chi era.
Le
cose si mossero in fretta da quel punto in poi, il SUV venne assicurato al
mezzo, Tohr se ne andò e John si mise dietro il volante del carro attrezzi.
Qhuinn andò alla porta del passeggero, l'aprì e attese di lato.
Come
doveva fare un gentiluomo, suppose.
Blay
si avvicinò attraverso la neve. La sua faccia era come il paesaggio: fredda,
chiusa, inospitale.
"Dopo
di te," mormorò tirando fuori il pacchetto di sigarette e l'elegante
accendino d'oro.
Qhuinn
chinò il capo in un cenno d'assenso, poi entrò dentro, scivolando sul sedile
fino a che la sua spalla non sfiorò quella di John.
Blay
entrò per ultimo, chiuse la portiera e aprì il finestrino mettendo la punta
accesa della sua sigaretta all'esterno per tener fuori la puzza.
L'unico
parlare che si sentì per cinque miglia furono i rumori del carro attrezzi.
Seduto
tra quelli che erano stati i suoi due migliori amici, Qhuinn fissò lo sguardo
sul parabrezza e contò i secondi che passano tra i movimenti intermittenti del
tergicristalli... tre, due... uno... su e giù. E... tre, due... uno... su e
giù.
Cadeva
comunque abbastanza neve da giustificar quello sforzo -
"Mi
dispiace," disse d'impulso.
Silenzio.
A eccezione del ruggito del motore di fronte a loro e all'occasionale
sferragliare della catena dietro quando prendevano un dosso.
Qhuinn
lanciò un'occhiata, e sai cosa? Sembrava che Blay stesse masticando del
metallo.
"Stai
dicendo a me?" disse il ragazzo in modo burbero.
"Sì."
"Non
hai nulla di cui scusarti." Blay spense la sigaretta nel portacenere del
cruscotto e ne accese un'altra. "Potresti per favore smetterla di fissarmi?"
"
Io volevo solo..." Qhuinn si passò una mano tra i capelli e diede uno
strattone. "Io non... io... io non so cosa dire riguardo Layla -"
Blay
voltò la testa di scatto.
"Cosa
fai della tua vita non ha niente a che fare con me-"
"Non
è vero," rispose Qhuinn con calma. "Io -"
"Cosa
ti fa pensare che voglia sentire una sola parola che riguardi te e lei?"
"Pensavo
solo che tu potessi aver bisogno di... non lo so, contestualizzare o qualcosa
del genere."
Blay
restò a fissarlo per un istante. "E perché, con esattezza, pensi che io
vorrei 'contestualizzare'?"
"Perché...
pensavo che tu potessi trovarlo... tipo, sconvolgente. O qualcosa del
genere."
"E
perché dovrebbe esserlo?"
Qhuinn
non riusciva a credere che il ragazzo volesse che lo dicesse ad alta voce.
Ancora meno di fronte a qualcuno, anche se quel qualcuno era John. "Beh,
il perché lo sai."
Blay
si avvicinò con le zanne in mostra." Solo per essere chiari, tuo cugino mi
dà quello di cui ho bisogno. Tutto il giorno. Ogni giorno. Tu e io?" Blay
mosse la mano con la sigaretta tra di loro avanti e indietro. "Lavoriamo
insieme. Solo questo. Per cui voglio che tu faccia un favore a entrambi prima
di pensare che io possa 'aver bisogno' di sapere qualcosa. Chiediti, 'Se io
fossi quello che gira gli hamburger da McDonald's, andrei a dire questa cosa al
fottuto ragazzo che frigge le patatine?' Se la risposta è no, allora chiudi
quella dannata bocca."
Qhuinn
si concentrò di nuovo sul parabrezza, considerando la possibilità di piazzarci
dentro la faccia. "John, accosta."
Il
guerriero gli lanciò un'occhiata, poi cominciò a scuotere la testa.
"John,
accosta, dannazione. O lo farò io per te."
Qhuinn
si rendeva conto a malapena che il suo torace stava andando su e giù e le mani
erano strette a pugno.
"Cazzo,
accosta!" ringhiò Qhuinn colpendo il cruscotto così forte che una
bocchetta di ventilazione volò via.
Il
carro attrezzi scivolò al lato della strada e i freni stridettero mentre la
velocità diminuiva. Ma Qhuinn era già fuori di là. Smaterializzandosi, era
fuggito dall'apertura del finestrino, insieme al fumo che Blay aveva esalato
con frustrazione.
Quasi
immediatamente, riprese forma al lato della strada, incapace di mantenere la
forma molecolare a causa delle sue emozioni troppo intense. Mettendo uno
stivale davanti all'altro, arrancò attraverso la neve, il suo bisogno di
deambulare gli portava via ogni cosa, compreso il dolore pungente nelle nocche
di entrambe le mani.
Qualcosa
nel retro della sua testa registrò il tratto di strada, ma c'era troppo rumore
nel suo cranio affinché notasse i dettagli.
Non
aveva idea di dove stesse andando.
Cavolo,
faceva freddo.
* * *
Seduto
nel caro attrezzi, Blay era concentrato sulla punta illuminata della sua
sigaretta, il piccolo bagliore color arancio andava avanti e indietro come la
corda di una chitarra.
Pensava
che la sua mano stesse tremando.
Il
fischio che sentì di fianco era il modo di John per attirare la sua attenzione,
ma lo ignorò. Cosa che gli costò uno schiaffo sul braccio.
È davvero un brutto tratto per lui, disse John muovendo le mani.
"Mi
stai prendendo in giro, vero?" mormorò Blay. "Mi stai fottutamente
prendendo in giro. Ha sempre voluto un rapporto convenzionale e ha messo
incinta un' Eletta - direi che è il massimo che -"
No, qui, proprio qui. John indicò l'asfalto. Qui.
Blay
si voltò verso il parabrezza solo perché era
stanco di discutere. Fuori, di fronte al carro attrezzi, i fari
illuminavano ogni cosa, il paesaggio coperto di neve di un bianco accecante, la
figura che camminava al lato della strada come un'ombra allungata.
Delle
gocce di sangue rosso seguivano il percorso delle impronte.
Le
mani di Qhuinn sanguinavano da quando era caduto nella corsa -
All'improvviso,
Blay si accigliò. Si sedé più in alto.
Come
tessere di un puzzle che trovano il loro posto, i dettagli casuali riguardo a
dove si trovassero, dalla curva della strada, agli alberi, a muri di pietra di
lato, completarono l'immagine.
"Oh,
merda." Blay sbatté la testa contro l'appoggio. Chiudendo gli occhi
avrebbe voluto trovare un'altra soluzione a tutto questo, qualunque altra
piuttosto che uscire là fuori.
Non
approdò a niente, un grande, enorme, nada.
Mentre
spingeva lo sportello per aprirlo, il freddo entrò nell'abitacolo caldo del
furgone. Non disse nulla a John. Non ne aveva motivo. Cose come uscire nella
bufera dopo che qualcuno ha cercato di spiegarsi.
Prendendo
una grossa boccata di fumo, camminò con passo pesante attraverso gli accumuli
di neve. La strada era stata liberata prima, ma era successo parecchio prima.
Il
che significava che probabilmente doveva muoversi in fretta.
Questa
era la parte ricca della città, dove la tassa base era ampia quanto i prati
perfetti, avresti fatto meglio a credere che un altro di quegli spazzaneve
gialli grossi quanto una casa venisse prima dell'alba.
Non
doveva fare una scenata di fronte agli umani. Specialmente con quei due che
perdevano belli e morti nell'Hummer.
"Qhuinn,"
disse rudemente. "Qhuinn, fermati."
Non
urlò. Non ne aveva l'energia. Questa... cosa, qualunque essa fosse tra loro,
era diventata sfiancante molto tempo prima - e quest' ultima resa dei conti al
lato della strada era solo l'ennesimo episodio per cui non aveva più la forza.
"Qhuinn.
Davvero."
Almeno
il ragazzo rallentò un po'. E, con un po' di fortuna era talmente incazzato da
non aver messo insieme tutti i pezzi riguardo al posto.
Gesù Cristo, quali erano le possibilità, pensò Blay guardandosi attorno. Era proprio a mezzo miglio
dove la Guardia d'Onore aveva svolto il proprio compito - e Qhuinn era quasi
morto per le botte.
Dio,
Blay ricordava quell'estenuante notte, un altro paio di fari colpì la figura
scura, che sanguinava sul terreno questa volta.
Scuotendosi,
lo chiamò ancora. "Qhuinn."
Il
ragazzo si fermò, gli stivali piantati nella neve senza andare avanti. Comunque
non si voltò.
Blay
fece segno a John di spegnere i fari e, un secondo dopo tutto ciò che si
vedeva era il bagliore arancione delle
luci dei freni del furgone.
Qhuinn
mise le mani sui fianchi e guardò il cielo, la testa andò all'indietro, il
respiro gli uscì fuori con una nuvola di condensa.
"Torna
indietro e sali sul carro attrezzi." Blay tirò un'altra boccata di fumo e
la esalò. "Dobbiamo muoverci -"
"So
quanto Saxton significhi per te," disse Qhuinn in tono burbero. "Lo
so, davvero."
Blay
si forzò a dire: "Bene".
"Credo
solo che... sentirlo dire così ad alta voce è ancora uno shock."
Blay
aggrottò la fronte nella luce tenue. "Non capisco."
"Lo
so. Ed è colpa mia. Tutto questo... è colpa mia." Lo sguardo di Qhuinn
andò oltre la sua spalla, l'espressione sul viso cupa. "Solo non voglio
che pensi che sono innamorato di lei. Tutto qui."
Blay
cercò di farsi un altro tiro dalla sua Dunhill, ma non aveva abbastanza aria
nei polmoni. "Scusami... non capisco perché..."
Beh,
quella era fantastica risposta.
"Non
sono innamorato di lei e lei non lo è di me. Non andiamo a letto insieme."
Blay
rise duramente. "Stronzate."
"Sono
dannatamente serio. L'ho soddisfatta nel suo bisogno perché voglio un bambino,
anche lei, ed è iniziata e finisce lì."
Blay
chiuse gli occhi mentre la ferita nel suo petto si aprì completamente ancora
una volta. "Qhuinn, andiamo. Sei stato con lei tutto lo scorso anno. Vi ho
visti - tutti vi hanno visti -"
"Ho
preso la sua verginità quattro notti fa. Nessuno è stato con lei prima di
allora, nemmeno io."
Oh,
ecco un'immagine che aveva bisogno d'avere avanti agli occhi.
"Non
sono innamorato di lei e lei non lo è di me. Non andiamo a letto insieme."
Blay
non poté stare fermo più a lungo, per cui si avviò lasciando la neve sotto gli
stivali. A quel punto, dal nulla, la voce della Signora della Chiesa dal Saturday
Night Live gli venne in mente: Bene, non
è speciaaaaaale?
"Non
sto con nessuno," disse Qhuinn.
Blay
rise.
"Come
in una relazione? No, naturalmente. Ma non aspettarti che creda che trascorri
il tuo tempo libero a fare centrini all'uncinetto e a mettere in ordine
alfabetico le spezie sul ripiano con
quella femmina."
"Non
ho fatto sesso per quasi un anno."
Quella
frase lo bloccò.
Dio,
dove cazzo era andata a finire tutta l'aria in quella parte dell'universo?
"Stronzate,"
replicò Blay. "Sei stato con Layla - quattro notti fa, l'hai detto
tu."
Nel
silenzio che seguì, l'orribile verità sollevò di nuovo la sua brutta testa di
cazzo, il dolore gli rese impossibile nascondere ciò che con tanta attenzione
aveva seppellito negli ultimi giorni.
"Sei
stato davvero con lei," disse. "Ho visto il lampadario della
biblioteca andare avanti e indietro sotto la tua stanza."
Era
Qhuinn ora a chiudere gli occhi come se volesse dimenticare. "È stato solo
per uno scopo."
"Ascolta..."
Blay scosse la testa. "Davvero non mi è chiaro perché mi stai dicendo
questo. Credo in quel che ti ho detto - non devi dare nessuna spiegazione su
ciò che fai con la tua vita. Io e te... siamo cresciuti insieme, e questo è
tutto. Sì, abbiamo condiviso un sacco di cose e ci siamo sempre stati l'uno per
l'altro quando serviva. Ma nessuno di noi può rindossare gli abiti di allora e
questa relazione tra noi è la stessa cosa. Noi... non andiamo più bene. E
senti, non volevo farti incazzare nel furgone, ma credo di dover esser chiaro
su questo. Tu ed io? Abbiamo un passato. Questo è tutto. Questo... è tutto ciò
che avremo."
Qhuinn
si voltò, col viso di nuovo in ombra.
Blay
si sforzò a parlare ancora. "So che questa... cosa con Layla... è
importante per te. O immagino che lo sia - come potrebbe non esserlo, se fosse
incinta, Per me? Vi auguro davvero il meglio, a entrambi. Ma non mi devi
nessuna spiegazione - e ancor di più, io non la pretendo. È passato il tempo
delle cotte adolescenziali - ed era questo che sentivo per te. Anche allora era
solo un'infatuazione, Qhuinn. Per cui, per favore, prenditi cura della tua
femmina e non preoccuparti che mi tagli i polsi perché hai trovato qualcuno d'
amare. Come ho fatto io."
"Te
l'ho detto. Non sono innamorato di
lei."
Aspetta, pensò Blay tra sé e sé. Perché
sta arrivando.
Era
tipico di Qhuinn.
Il
maschio era incredibile sul campo di battaglia. E leale al limite della
psicosi. E intelligente. E seducente da morire. E un altro centinaio di
migliaia di altre cose che Blay non
doveva dire a nessuno. Ma aveva un grande difetto e non era il colore dei suoi
occhi.
Non
poteva contenere le emozioni.
Nessuna.
Qhuinn
aveva sempre rifuggito i sentimenti profondi - anche senza muoversi. Poteva
starsene seduto di fronte a te e annuire e parlare, ma quando le emozioni
diventavano troppo intense per lui, scivolava via. Subito fuori. E se provavi a forzarlo a
confrontarle?
Beh,
non era possibile. Nessuno forzava Qhuinn a fare qualcosa.
E
sì, sicuro, c' erano un sacco di buone ragioni per cui era in quel modo. La sua
famiglia lo aveva trattato come se fosse una maledizione. La glymera lo aveva guardato dall'alto in
basso. Per tutta la vita non aveva avuto radici. Ma qualunque fosse il fattore
di stress, alla fine del giorno, il maschio sarebbe fuggito da tutto ciò che
fosse troppo complicato o che pretendesse qualcosa da lui.
Probabilmente
la sola cosa che poteva cambiarlo era un bambino.
Non
era importante ciò che diceva in quel momento, non c'era dubbio che fosse
innamorato di Layla, ma averla soddisfatta durante il bisogno e ora aspettare i
risultati, lo stava facendo uscire fuori di testa dalla preoccupazione,
allontanandolo da lei.
E
perciò se ne stava al lato della strada blaterando cose senza senso.
"Vi
auguro davvero il meglio," disse Blay col cuore martellante nel petto.
"Sono sincero. Spero davvero che questa cosa tra voi due funzioni."
In
quel silenzio, Blay si ritirò fuori dal fosso in cui era caduto di nuovo,
usando gli artigli per raggiungere la superficie, allontanando il dolore e
l'agonia bruciante al centro della sua anima.
"Ora
possiamo tornare nel furgone e terminare il nostro lavoro?" disse in tono
piatto.
Le
mani di Qhuinn si alzarono a coprirgli il viso. Poi chinò la testa, mise le
nocche insanguinate nelle tasche dei pantaloni e si avviò al carro attrezzi.
"Okay.
Andiamo."
domenica 21 aprile 2013
Partecipa al casting per diventare una delle protagoniste dell'antologia urban fantasy ELEMENTS TALES delle HELAS MAUR
Comunicato Stampa: Casting Elements Tales - Helas Maur
Elements Tales è un'antologia Urban Fantasy scritta da cinque autrici, ma prima di tutto cinque amiche, le Helas Maur che in elfico vuol dire "Sorelle di Sogno": Giulia Borgato, Anita Borriello, Diletta Brizzi, Paola Scamuzzi e Christiana V.
"Sorelle di Sogno" perché questo è un sogno che si realizza per tutte loro. Ed il sogno potrebbe realizzarsi anche per cinque fortunate ragazze che verranno scelte attraverso un Casting indetto dalle autrici stesse.
Il tema del concorso sono gli elementi. L’intento è quello di creare una copertina per l'antologia Elements Tales. Cinque gli elementi: spirito, acqua, fuoco, terra e aria. Cinque saranno le "vincitrici" che compariranno sulla copertina (cartacea, ebook e qualsiasi altra tipologia di riproduzione) del libro.
REQUISITI
Le partecipanti, oltre ad aver compiuto 18 anni entro il 31 marzo 2013, devono possedere uno dei seguenti requisiti, in base alle caratteristiche delle protagoniste dei cinque racconti:
- Aurora: capelli biondi
- Undine: capelli neri
- Melissa: capelli rossi
- Diana: capelli neri
- Roxanne: capelli biondi
Le partecipanti dovranno inoltre inviare alla mail helas.maur@gmail.com una fotografia a mezzo busto con i capelli raccolti e di profilo, una fotografia intera, e aver compilato in ogni sua parte:
- la liberatoria http://www.anitaborriello.it/liberatoria_elements_tales.pdf
- il regolamento http://www.anitaborriello.it/regolamento_casting.pdf
- la scheda con tutti i vostri dati http://www.anitaborriello.it/scheda.pdf
PREMI E SCADENZE
La scadenza prevista per poter partecipare è il 30 aprile 2013 compreso.
Le vincitrici saranno selezionate a insindacabile giudizio delle autrici e andranno a formare il gruppo di protagoniste dell'antologia. Entro maggio 2013 saranno resi noti i volti delle protagoniste compariranno nell’antologia e verranno informate tempestivamente via mail: loro nominativi compariranno sulla pagina facebook “Elements Tales ::: Helas Maur”( https://www.facebook.com/ElementsTalesHelasMaur) e sul blog dell’Antologia all’indirizzo http://helas-maur.blogspot.it/
Gli scatti fotografici per la copertina avverranno a Roma in data e luogo da definire e comunque entro il 13 maggio 2013. Le spese di vitto, alloggio e per i trasporti e/o spostamenti per raggiungere il luogo designato sono da considerarsi interamente a carico delle vincitrici.
Verranno messi a loro disposizione gratuitamente per gli scatti fotografici: abiti, acconciatrice e truccatrice.
sabato 20 aprile 2013
Nuovo progetto pronto per partire!
http://helas-maur.blogspot.it/ |
Helas Maur.
Cinque anime che hanno
deciso di condividere cinque sogni con voi.
Aspettateci, stiamo arrivando, e intanto partecipate!!!
mercoledì 17 aprile 2013
Traduzione Capitolo 4 di Lover at Last di J.R.Ward
Lover at Last
4
L'Eletta
Layla aveva vissuto la sua intera esistenza senza alcun compromesso fisico col
suo corpo. Nata nel Santuario della Vergine Scriba e addestrata in quella
sublime e sovrannaturale serenità, non aveva mai conosciuto la fame, la brama o
il dolore. Né il caldo né il freddo, nemmeno contusioni, traumi o contrazioni.
Il suo corpo era stato, come tutte le cose create nel sacro luogo della madre
della specie, un perfetto esemplare funzionante ai più alti livelli -
"Oh,
Dio," Layla deglutì rumorosamente, saltò giù dal letto e arrivò
barcollante in bagno.
I
suoi piedi nudi scivolarono sul marmo mentre si lasciava cadere in ginocchio,
sollevò la tavoletta del water e si piegò per trovarsi faccia a faccia con lo
scarico della tazza.
"Fallo...
solo questo... " ansimò mentre la nausea crescente le contaminava il corpo
fino alla punta dei piedi che si arricciarono aggrappandosi al pavimento.
"Per
favore... per amore della Vergine Scriba... "
Se
fosse riuscita a liberarsi lo stomaco, sicuramente la tortura si sarebbe
attenuata -
Spinse
due dita, l'indice e il medio, nella
gola così forte da soffocare. Ma era quello il massimo. Non c'era coordinazione
nel suo diaframma, nessuna liberazione da carne andata a male dal suo
stomaco... non che ne avesse mangiato - o qualcosa del genere - quand'era stata
l'ultima volta? Giorni.
Forse
era quello il problema.
Stringendosi
le braccia intorno alla vita, Layla poggiò la fronte sudata sul bordo duro e
freddo della tazza a provò a respirare piano - questo perché la sensazione
dell'aria che saliva e scendeva nella gola peggiorava il suo bisogno di
vomitare.
Pochi
giorni prima, durante il suo bisogno, il suo corpo aveva preso il controllo,
l'urgenza di accoppiarsi era stata talmente forte da cancellare ogni pensiero
ed emozione. Quel predominio era passato in fretta, comunque, e altrettanto
avevano fatto i malanni e i dolori grazie all'inarrestabile accoppiamento,
mentre la sua pelle e le ossa rimettevano ancora una volta il cervello in
panchina.
L'equilibrio
si stava rovesciando di nuovo.
Lasciandosi
andare, Layla poggiò con cautela le spalle contro la benedetta frescura del
muro di marmo.
Considerando
quanto si sentiva male, la sola cosa che riusciva a dedurre era che stava
perdendo la gravidanza. Non aveva mai visto nessuna al Santuario sentirsi allo
stesso modo - quel malanno era normale sulla Terra?
Chiudendo
gli occhi, Layla desiderò di poter parlare con qualcuno. Ma erano in pochi a
conoscere la sua condizione - La maggior parte degli abitanti della magione non
sapeva del suo bisogno o che qualcuno l'avesse servita. Il periodo fertile di
Autumn si era scatenato, in risposta la Confraternita si era allontanata e non
c'era via di scampo all'esposizione di quegli ormoni - come aveva ben imparato
di prima mano. Poco alla volta tutti erano tornati nelle loro stanze. E mentre
anche il suo bisogno svaniva, i residui ormonali che riempivano l'aria, vennero
attribuiti al bisogno di Autumn che terminava.
La
riservatezza delle sue due stanze non sarebbe comunque durata a lungo se la
gravidanza fosse andata avanti. Primo perché gli altri avrebbero avvertito il
suo stato, soprattutto dai maschi, che erano particolarmente acuti con quella
serie di cose.
E
secondo, dopo un po' di tempo, la pancia si sarebbe notata.
A
parte se... sentendosi tanto male, come poteva sopravvivere il bambino?
Mentre
avvertiva una vaga sensazione di rigidità nel basso addome, come se il suo
bacino fosse schiacciato da una morsa invisibile, Layla provò a distrarre la
sua mente pensando a qualcosa che non fossero le sue sensazioni fisiche.
Degli
occhi del colore di un cielo notturno le si pararono dinanzi.
Occhi
penetranti, occhi che la fissavano da un viso insanguinato e distorto... e
bellissimo perfino nella sua bruttezza.
Okay.
Questo non era un miglioramento.
Xcor,
capo della Banda dei Bastardi. Un traditore del re, un maschio impavido che era nemico della Confraternita e dei
rispettabili vampiri in ogni luogo. Il feroce guerriero nato da una madre
nobile che non lo aveva voluto a causa del suo viso e un padre sconosciuto che
non aveva rivendicato la sua paternità.
Un
carico indesiderato passato dalla casa all'orfanotrofio fino a che era entrato
nel campo d'addestramento del Carnefice nel Vecchio Continente. Un combattente
senza rimorsi addestrato lì per grandi cose; poi, nell'età matura, era
diventato un signore della morte che batteva le terre con una banda di
combattenti scelti designati prima allo stesso Carnefice, in seguito a Xcor - e
nessun altro.
Le
informazioni nella biblioteca del Santuario terminavano là perché nessuna
Eletta le aveva aggiornate. Il resto comunque, poteva aggiungerlo da sé: la
Confraternita credeva che l'attentato alla vita di Wrath nell'autunno
precedente fosse opera di Xcor, e lei aveva anche sentito che c'erano dei
ribelli nella glymera che
collaboravano con lui.
Xcor.
Un brutale maschio, traditore senza coscienza, senza lealtà, nessun principio
tranne servire se stesso.
Tuttavia
quando lo aveva guardato negli occhi, quando lei era stata al suo cospetto,
quando lo aveva nutrito senza sapere che
fosse il nuovo nemico... Layla si era sentita una vera femmina per la
prima volta nella sua vita.
Perché
non l'aveva guardata con ostilità, ma con -
"Basta
ora," si disse ad alta voce. "Smettila subito."
Come
se fosse una bambina che cercava d'intrufolarsi nella credenza o roba del
genere.
Forzandosi
ad alzarsi in piedi, Layla si avvolse nella veste e si decise a lasciare la
stanza e di dirigersi in cucina. Era necessario un cambio di scenario tanto
quanto il cibo - fosse solo per dare al suo stomaco turbolento qualcosa da
espellere.
Uscendo,
non controllò i suoi capelli o il viso nello specchio. Non si agitò inutilmente
per come indossava la veste. Non sprecò neanche un momento a preoccuparsi su
quali sandali, uguali gli uni agli altri, indossare.
Aveva
sprecato troppo tempo in passato sui dettagli del suo apparire. Sarebbe stato
molto meglio se avesse servito studiando o esercitandosi per una vocazione. Ma
non era permesso senza una prescrizione consentita dell'attività per un'Eletta.
Mentre
si avviava in corridoio, Layla fece un profondo respiro, si raddrizzò e si
diresse verso lo studio del re -
Più
avanti, Blaylock, figlio di Rocke, irruppe nella Galleria delle Statue con le
sopracciglia basse e il corpo coperto di pelle dalle spalle alla suole dei suoi
tremendi stivali. Mentre avanzava, controllava le sue armi una a una,
estraendole dalle fondine e rimettendole al loro posto.
Layla
si bloccò.
Quando
finalmente il maschio la vide, fece lo stesso con uno sguardo distante.
Coi
capelli rosso scuro e gli occhi di un magnifico blu zaffiro, questo civile era
un combattente della Confraternita, ma non era un bruto. Non importava quante
notti passasse sul campo a combattere, lui restava composto e con buone
maniere, un gentiluomo intelligente di bel portamento ed educazione.
Non
fu una sorpresa quindi che, anche se andava di fretta, s'inchinasse lievemente
in un saluto formale prima di riprendere il passo svelto scendendo lo scalone
principale.
Mentre
Blay si avviava all'ingresso, la voce di Qhuinn le riempì la mente.
Sono innamorato di qualcuno...
Layla
si esercitò nella nuova abitudine di bestemmiare tra i denti. Che triste
relazione c'era tra i due combattenti e la sua gravidanza non aiutava di certo.
Ma
il dado era stato lanciato.
E
ora tutti dovevano vivere con le conseguenze.
* * *
Mentre
Blay scendeva le scale, si sentì come se qualcuno lo inseguisse, il che era
impossibile, una cosa da pazzi. Non c'era nessuno alle sue spalle a
minacciarlo, nessun seduttore con la maschera di Jason o qualche bastardo
malato con un brutto maglione natalizio e i coltelli al posto delle dita, o un
clown assassino...
Solo
un'Eletta probabilmente incinta che aveva trascorso ben dodici ore a scoparsi
il suo ex migliore amico.
Nessun
problema.
Almeno
non avrebbe dovuto esserci nessun problema. Il guaio era che, ogni che vedeva
quella femmina, sentiva come un cazzotto nelle viscere. Che era un'altra
dimostrazione di follia. Lei non aveva fatto nulla di sbagliato. Nemmeno
Qhuinn.
Anche
se, Dio, se lei fosse stata incinta...
Blay
ricacciò tutti quei pensieri infelici nell'oscurità mentre attraversava
l'ingresso di corsa. Non aveva tempo per quelle chiacchiere pseudo
psicologiche, nemmeno se avesse voluto farlo. Quando Vishous ti chiamava nella
tua notte di rotazione e ti diceva che dovevi essere pronto in cinque minuti,
era perché le cose non andavano bene.
Nessun
dettaglio era stato dato durante la telefonata e non ne aveva chiesto. Blay si
era preso solo un momento per mandare un messaggio a Saxton, poi si era
vestito, armato e pronto per qualunque cosa.
In
un certo senso era una buona cosa. Trascorrere la notte a leggere nella sua
stanza l'aveva reso inquieto e, benché non volesse che nessuno fosse nei guai,
almeno così faceva un po' di movimento. Uscendo dall'atrio...
Si
trovò faccia a faccia con il carro attrezzi della Confraternita.
Quell'affare sembrava davvero un mezzo per umani, deliberatamente dipinto col logo AAA rosso e il nome Soccorso Murphy. Un finto numero di telefono e un finto slogan che diceva: "Siamo Sempre Qui Per TE".
Quell'affare sembrava davvero un mezzo per umani, deliberatamente dipinto col logo AAA rosso e il nome Soccorso Murphy. Un finto numero di telefono e un finto slogan che diceva: "Siamo Sempre Qui Per TE".
Stronzate.
A meno che, naturalmente, il "te"
fosse un membro della Confraternita.
Blay
si sedé sul sedile del passeggero e trovò Tohr al volante, non V. "Non
viene Vishous?"
"Siamo
solo io e te, ragazzo - sta ancora lavorando sull' esame balistico di quel
proiettile."
Il
Fratello accelerò, il motore diesel ruggì come una bestia e i fanali fecero un
ampio cerchio dalla fontana nel cortile fino al parcheggio con le auto tutte
allineate.
Blay
controllò i veicoli rimasti e ne mancava solo uno, Tohr disse, "Sono
Qhuinn e John."
Blay
chiuse gli occhi per un istante. "Cos'è successo?"
"Non
ne so molto. John ha chiamato V per assistenza." Il Fratello guardò
davanti. "E io e te eravamo gli unici liberi."
Blay
si aggrappò alla maniglia dello sportello per aprirlo e smaterializzarsi.
"Dove sono..."
"Calma,
ragazzo. Conosci le regole. Nessuno di noi esce da solo, per cui ho bisogno che
il tuo culo stia sul quel sedile per non violare il mio stesso dannato
protocollo."
Blay
diede un pugno nello sportello talmente forte che il dolore pungente alla mano
ebbe la capacità di schiarirgli un po' la mente. Dannata Banda dei Bastardi che
rompeva le palle a tutti loro, e il fatto che la regola avesse un senso lo fece
incazzare ancora di più. Xcor e i suoi ragazzi avevano dimostrato di essere
sfuggenti, aggressivi e completamente senza morale - non proprio il nemico che
vorresti incontrare quando sei tutto solo soletto.
Ma
andiamo!
Blay
prese il telefono per inviare un messaggio a John - ma si fermò perché non
voleva che i ragazzi si distraessero per dargli dei dettagli. "Non c'è
nessuno che può arrivare da loro più in fretta?"
"V
ha chiamato gli altri, ma stanno combattendo in centro e nessuno può
mollare."
"Dannazione."
"Andrò
più veloce che posso, figliolo."
Blay
annuì per non sembrare maleducato. "Dove sono e quanto sono
distanti?"
"Tra
i quindici e i venti minuti. Appena fuori in periferia."
Merda.
Mentre
guardava la neve cadere fuori dal finestrino, Blay disse a se stesso che se
John aveva mandato un messaggio, erano vivi e, grazie a Dio, aveva richiesto un
carro attrezzi, non un'ambulanza. Per quel che ne sapeva, avevano una gomma a
terra o un parabrezza rotto, e farsi venire una crisi isterica non avrebbe
ridotto la distanza, diminuito il dramma, se ce ne fosse stato uno, oppure
poter cambiare il risultato.
"Mi
spiace di esser stato un'idiota," sussurrò Blay mentre il Fratello
sfrecciava sulla superstrada.
"Non
devi scusarti per esser preoccupato per i tuoi ragazzi."
Cavolo,
Tohr era davvero figo.
Siccome
era notte fonda, non c'era traffico sulla Northway, solo un paio di auto che
ondeggiavano come pipistrelli. Il carro attrezzi non andò a manetta tutto il
tempo. Dopo circa otto miglia, uscirono a nord della periferia di Caldwell, in
un'area suburbana nota per le ville, non per le fattorie. Dove viaggiavano
Mercedes e non Mazda.
"Che
diavolo stanno facendo qui?" chiese Blay.
"Ricerche
su quei verbali."
"Sui
lessers?"
"Sì."
Blay
scosse la testa mentre si avviavano verso muri di pietra alti e spessi come dei
difensori di football, e cancelli di fine filigrana in ferro battuto che erano
chiusi all'esterno.
All'improvviso
prese un profondo respiro e si rilassò. I civili che stavano facendo ritorno in
città erano terrorizzati e vedevano i segni dell' attività dei lessers in ogni cosa li circondasse - il
che non voleva dire che stessero saltando fuori in quell'istante da dietro una
statua nel giardino oppure che si nascondessero nel seminterrato.
Non
era un evento mortale. Era uno meccanico.
Blay
si passò le mani sul viso a chiuse la merda fuori premendo il suo bottone
interno. Almeno fino a che non fossero arrivati all'altro lato del codice
postale e trovare l'incidente.
Era
solo un dannato problema meccanico.
Blay
balzò fuori prima che Tohr cominciasse ad accostare e si materializzò proprio
vicino all'Hummer.
"Oh
Cristo, no," si lamentò quando vide le forme di due soli brillanti nel
parabrezza - il tipo di cosa che puoi vedere solo quando due teste sbattono
contro il vetro.
Inciampando
nella neve, Blay andò al posto di guida, l'odore dolciastro e pungente della
benzina gli tagliò il naso mentre il fumo dal motore gli fece battere le
palpebre -
Un
fischio acuto arrivò da sinistra. Voltandosi Blay cercò con lo sguardo nel
panorama innevato e trovò due forme mastodontiche a circa sei metri di distanza
alla base di un albero vicino alla taglia di quello su cui l' Hummer si era
schiantato.
Zigzagando
attraverso i mucchi di neve, Blay arrivò atterrando sulle ginocchia. Qhuinn era
sdraiato a terra, le sue gambe lunghe e pesanti distese e la parte superiore
del corpo in grembo a John.
Il
maschio lo stava fissando coi suoi occhi spaiati senza muoversi e senza
parlare.
"È
paralizzato?" chiese Blay guardando John.
"Non
mi pare di esserlo," rispose seccamente Qhuinn.
Credo sia un trauma cranico disse John con le mani.
"Io
non -"
È volato giù dal tetto dell'Hummer e ha
colpito quest'albero -
"Ho
quasi mancato l'albero -"
E l'ho tenuto giù da allora.
"Cosa
che mi fa incazzare -"
"Come
andiamo, ragazzi?" disse Tohr avvicinandosi, con gli stivali che rompevano
il manto ghiacciato. "Qualcuno è ferito?"
Qhuinn
si liberò dalla presa di John e si mise in verticale. "No - stavamo
soltanto -"
A
quel punto l'equilibrio del ragazzo divenne traballante, il suo corpo sbandò
così tanto che Tohr dovette acchiapparlo prima che cadesse.
"Tu
vai ad aspettarci nel furgone," disse il Fratello cupamente.
"Fanc...-"
Tohr
diede uno strattone al ragazzo fino a trovarsi faccia a faccia con lui.
"Scusami,
figliolo. Cosa hai detto? Perché so che non volevi mandarmi a fanculo,
vero?"
Okay.
Bene. Blay sapeva di prima mano che c'erano poche cose viventi su cui Qhuinn
avrebbe ceduto; un Fratello che il ragazzo rispettava, che era più che pronto a
terminare il lavoro che quell'albero di pino aveva cominciato, era sicuramente
una di queste.
Qhuinn
diede un'occhiata al suo SUV distrutto.
"Mi
spiace. Una brutta nottata. E sono stato stordito solo per qualche secondo. Sto
bene."
Nel
modo tipico di Qhuinn, il bastardo si liberò dalla presa e andò all'ammasso
fumante di metallo guidabile in precedenza come se avesse cancellato le sue
ferite grazie alla forza di volontà.
Lasciando
chiunque nella sua polvere.
Blay
si alzò e si costrinse a guardare John. "Cos'è successo?"
Ringraziò
Dio per il linguaggio dei segni; gli diede qualcosa da guardare e
fortunatamente John riempì il racconto di dettagli. Quando fu detto tutto, Blay
riuscì solo a fissare il suo amico. Ma andiamo, non era come se qualcuno
potesse mettere quella merda insieme.
Non
riguardo qualcuno che a loro piaceva, in ogni caso.
Tohrment
cominciò a ridere.
"Ha
fatto un hyslop, è questo che stai
dicendo?"
"Non
sono sicuro di sapere cosa sia" disse Blay.
Tohr
scrollò le spalle e seguì le tracce di Qhuinn attraverso la neve, muovendo il
suo braccio in direzione del rottame. "Ecco qua. Questa è la definizione
di hyslop - accelerata dal tuo
ragazzo che ha lasciato le chiavi inserite."
Non
è il mio ragazzo, disse Blay a se stesso. Non lo è mai stato. Non lo sarà mai.
E
il fatto che ciò lo ferisse più di ogni tipo di trauma, era qualcosa da tenere
per sé.
Una
volta al lato e lontano dai fanali, Blay si raddrizzò a guardare mentre Qhuinn
si accucciò alla porta del conducente bestemmiando a bassa voce. "Un
casino. Un vero casino."
Tohr
fece lo stesso al lato passeggero. "Oh guarda, fanno un paio."
"Credo
che siano morti."
"Davvero.
Da cosa l'hai capito? Dal fatto che non si stanno muovendo o che questo ragazzo
non ha più i lineamenti facciali?"
Qhuinn
si alzò e guardò oltre il telaio.
"Dobbiamo
girarla e trainarla."
"E
io che pensavo stessimo per prepararci dei marshmallows," disse Tohr.
"John? Blay? Venite qui."
Tutti
e quattro si allinearono spalla a spalla tra le gomme e s'infossarono negli
stivali, bloccando le loro posizioni nella neve. Quattro paia di mani presero i
pannelli; quattro corpi si tesero pronti a partire; quattro paia di spalle si
strinsero.
Una
sola voce contò, quella di Tohr. "Al mio tre. Uno. Due. Tre -"
L'Hummer
aveva già avuto una pessima serata e questa cosa che fosse giusta o sbagliata
lo fece gemere così rumorosamente che un gufo attraversò la strada e un paio di
cervi presero il volo sugli zoccoli tra gli alberi.
E
ancora, non era solo il SUV a bestemmiare. Tutti stavano imitando George Carlin
sotto a quel peso morto mentre cercavano di far leva sulla presa della forza di
gravità su tutto quell'acciaio.
Le
leggi della fisica erano oppressive, e mentre il corpo di Blay andava sotto
sforzo, tutti i muscoli s'indurirono conto le sue ossa, voltò la testa e cambiò
la presa -
Era
proprio fianco a fianco con Qhuinn.
Gli
occhi di Qhuinn erano concentrati di fronte a sé, le labbra arricciate sulle
zanne, l'espressione feroce come risultato del totale sforzo anatomico.
Era
somigliantissima a quando stava per venire.
Santa
inadeguatezza.
Ed
era decisamente male che il fatto non facesse cambiare forma al suo pensiero.
Il
guaio era che Blay aveva esperienza diretta su ciò che un orgasmo provocava al
ragazzo - sebbene non fosse lui uno del cast di migliaia di quelli che erano
stati un recipiente. Oh no. Mai quello. Dio, il ragazzo da 'scopata libera' che
aveva ficcato il cazzo in qualunque cosa che respirasse - e forse anche in
oggetti inanimati - non si sarebbe mai fatto Blay.
Sì,
perché quel sottile gusto sessuale che aveva portato Qhuinn a scoparsi ogni
cosa in Caldwell nell'età tra i venti e i ventotto anni, aveva escluso Blay da
quei fottuti giochi.
"Sta...
cominciando a muoversi..." disse Tohr stringendo i denti. "Mettiamoci
sotto."
Blay
e Qhuinn entrarono in azione lasciando le loro prese, accucciandosi e mettendo
le spalle contro il bordo del tettuccio.
Faccia
a faccia, i loro occhi s'incontrarono mentre i respiri esplosero dalle bocche
di entrambi, le cosce entrarono in azione, i corpi opposti in una guerra contro
tutto quel duro, freddo peso - che scivolava leggermente grazie alla neve.
La
loro potenza aggiunta fu il punto di svolta - letteralmente. Un asse formato su
gomme opposte e un carico di quasi quattro tonnellate di Hummer si spostò su
loro diventando sempre più leggero.
Perché
diavolo Qhuinn lo stava guardando in quel modo?
Quegli
occhi, quel paio blu e verde, era fisso su Blay - e non si muoveva.
Forse
era solo la concentrazione - come se mettesse a fuoco un 'immagine a cinque
centimetri dalla sua faccia e Blay si trovasse per caso proprio lì di fronte.
Doveva
essere...
"Piano,
ragazzi!" gridò Tohr. "O la capovolgeremo al contrario!"
Blay
smise di sgobbare e ci fu un momento di sospensione, solo un secondo nel quale
accadde l'impossibile, dove quel SUV di quattro tonnellate rimase in bilico
perfetto su due ruote, dove ciò che era stato straziante divenne... esilarante.
E
Qhuinn continuava a fissarlo.
Mentre
l'Hummer si poggiava con un balzo su quattro ruote, Blay s'acciglio, voltando
le spalle. Quando lanciò un'occhiata indietro, gli occhi di Qhuinn erano ancora
allo stesso posto.
Blay
si allungò e sibilò, "Che c'è?"
Prima
che arrivasse una qualsiasi risposta, Tohr esaminò la porta del SUV e l'aprì.
L'odore del sangue fresco fluttuò nella brezza. "Cavolo, anche se non è
intero, sono sicuro che lo rivuoi indietro. Ma pulire qui sarà un cazzo di
problema."
Qhuinn
non rispose, sembrava aver dimenticato lo spot con Mayhem della Allstate che il
suo SUV stava vivendo. Stava semplicemente fermo, fissando Blay.
Forse
al figlio di puttana era venuto un colpo nell'alzarsi in piedi?
"Che
problema hai?" ripeté Blay.
"Porto
il carro attrezzi qui," disse Tohr avviandosi al veicolo. "Lasciate
stare i corpi dove sono - potrete sistemarli andando a casa."
Nel
frattempo Blay poteva sentire John fermarsi e fissarli - qualcosa a cui Qhuinn
non pareva interessarsi, naturalmente.
Con
una maledizione, Blay risolse il problema correndo verso il carro attrezzi e mettendosi
di fianco mentre Tohr andava verso il cofano dell' Hummer. Blay prese
l'argano, aprì la pinza e liberò il
cavo.
Sentiva
di sapere ciò che girava nella mente di Qhuinn, e se aveva ragione, il ragazzo
avrebbe fatto meglio a starsene zitto e a tornarsene direttamente a casa.
Blay
non voleva sentire.
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